Ho visto un merlo ubriaco

La lettura di Il footing dell’ostruzionismo di Francesco Merlo, la Repubblica del 25 luglio 2014, mi ha ricordato la danza di un merlo ubriaco per essersi ingozzato di fichi strafatti al sole. Non è educato ironizzare sul cognome delle persone, ma Merlo se le va proprio a cercare con i suoi frequenti articoli privi di lucidità e obiettività, ma in compenso ricchi di parole svuotate di significato: logorrea onanistica.

Se bastasse l’uso e l’abuso del vocabolo “riforma” per essere dei riformisti… allora gli ultimi due decenni sarebbero per la politica e le Istituzioni italiane un trionfo di riformismo. Se non mi credete, interrogate Maria Stella Gelmini: in 30 secondi vi snocciolerà un elenco di riforme attuate da Berlusconi e dai suoi magnifici governi.

Necessario andare oltre le parole e analizzare nei fatti cosa avviene, cosa è avvenuto e cosa si preannuncia… prima di scrivere “ieri sera i giovani recitavano il ruolo dei vecchi, gli innovatori si degradavano a conservatori”.

Non basta proporre riforme per essere dei riformatori e non basta contestare tali riforme per essere arruolati tra i conservatori. Pessimo e inutile giornalismo quello che piega la realtà a parole abusate. Siamo alle riforme mestruali (ricordate lo slogan di Renzi, Una riforma al mese?), ma cosa c’è oltre le parole e gli slogan? Continua a leggere

CAMBIARE E’ POSSIBILE

Cambiare è possibile.
Così Massimo Giannini titola il suo lungo articolo pubblicato su la Repubblica di oggi, 30 gennaio 2014.
L’articolo procede tra contraddizioni con moderato entusiasmo per il treno delle riforme finalmente partito dopo un ventennio d’attesa; così da battezzare Italicum come atto costitutivo della Terza Repubblica.

Giannini riconosce, bontà sua, che Italicum ha tanti difetti e nasce da un compromesso, come le precedenti leggi elettorali.
Prima elefantiaca contraddizione.
Se questa nuova legge elettorale, primo vagone del treno delle riforme, è attesa da un ventennio, allora Mattarellum e Porcellum sono sullo stesso piano e quindi entrambe responsabili di aver umiliato il Paese. Peccato che il Mattarellum è per la vulgata giornalistica l’atto costitutivo della seconda Repubblica mentre Italicum lo sarebbe della Terza.

Sicuri che con questo cambiamento non si rischi di proseguire l’umiliazione?
Se i precedenti compromessi hanno fallito, cosa legittima l’entusiasmo per questo nuovo compromesso?
Aldilà del cambiare per poter dire che abbiamo cambiato, quale risultato importante è stato raggiunto?

Giannini, forse occorre la consapevolezza che il cambiamento può essere anche in peggio. Continua a leggere

Eziologia del vaffanculismo

italiaPrendo spunto da un articolo di Massimo Giannini “Due paesi troppo lontani” (la Repubblica 12 dicembre 2013). L’articolo è ben scritto e condivido nella sostanza la rappresentazione della realtà offerta da Giannini, mi trovo però in disaccordo sulle premesse che rendono fragile e inconcludente tutta l’articolazione di Giannini, come di gran parte dei commentatori.

Leggo nell’articolo citato “In questo clima velenoso e confuso da piccola Weimer tricolore, vediamo agire due Italie distinte e destinate fatalmente a confliggere. In Parlamento, il luogo in cui la democrazia rappresentativa celebra i suoi riti e il popolo sovrano elegge i suoi rappresentati, il premier delle Intese Ristrette Enrico Letta ottiene la sua seconda fiducia e scommette su un «nuovo inizio» che dovrebbe portarlo senza traumi al traguardo del 2015”.

Ecco, leggo e ho la conferma che i media, che della “rappresentazione” dovrebbero essere protagonisti, sono troppo spesso complici della politica inconcludente. Politica che non è più il luogo della decisione ma il palcoscenico in cui si rappresentano le decisioni prese altrove. Continua a leggere

Il Giornalismo e la Partitocrazia

Il braccio di ferro con il Quirinale” è il titolo del lungo articolo, pubblicato su La Repubblica del 7 marzo 2013 a firma Claudio Tito, che oggi voglio commentare.

Incipit.

La crisi politica che si è aperta dopo le elezioni assomiglia sempre più a una partita a scacchi. Ognuno muove il proprio pedone, ma nessuno sembra in grado di arrivare in fondo. Di dare lo scacco matto”.

Fermiamoci. Rileggiamo e urliamo: CAZZO non è possibile! Poi vi lamentate del trattamento che Grillo riserva ai Continua a leggere