Ridurre i nostri parlamentari del 36,5% avrebbe la finalità di uniformare il nostro Parlamento ai più virtuosi paesi europei, sostengono i promotori di questa drastica riduzione.
E’ davvero così?
Esiste un modello europeo e all’interno di questo modello paesi più virtuosi e mono virtuosi?
La risposta è NO: i parlamenti dei paesi europei esprimono rapporti di rappresentanza molto differenti che vanno da 16,5 parlamentari ogni 100.000 abitanti a 1 parlamentare ogni 100.000 abitanti. La media tra i 27 paesi UE (quindi UK escluso) è 1,88 parlamentari ogni 100.000 abitanti.
L’Italia ha 1,45 parlamentari ogni 100.000 abitanti, quindi se dovessimo uniformarci alla media europea dovremmo aumentare il numero di parlamentari
Il concetto di virtuosità nella rappresentanza solleva molte perplessità perché si tratta di una valutazione rimessa alla libera e soggettiva interpretazione : per qualcuno potrebbe significare avere un rapporto di rappresentanza alto, per altri potrebbe significare avere un rapporto di rappresentanza basso; oppure, la virtuosità potrebbe stare nell’essere nella media o nell’essere nella fascia alta o in quella bassa.
In ogni caso, in Europa possiamo distinguere tra paesi unicamerali e paesi bicamerali.
Se prendiamo il gruppo dei paesi unicamerali, quindi paesi tra loro perfettamente confrontabili, scopriamo che c’è una diversità strepitosa.
Per qualcuno il paese più virtuoso sarebbe il Portogallo, per altri sarebbe Malta e chi insegue le medie si collocherebbe tra la Lettonia e l’Estonia.
L’Italia, se consideriamo gli Italiani all’estero, ai quali attualmente vanno 18 parlamentari, ha un rapporto di 1,45 parlamentari ogni 100.000 abitanti. Se consideriamo la sola popolazione residente in Italia il rapporto di rappresentanza è di 1,53. Meno di noi, ma molto vicini a noi, Polonia (1,47), Francia (1,41), Paesi Bassi (1,35), Spagna (1,33), tutti paesi a bicameralismo differenziato, spesso con poteri ridotti e senza rapporto fiduciario con l’esecutivo. Chiude la classifica la Germania che è uno Stato federale e non ha senso prendere in considerazione il solo parlamento federale ignorando i parlamenti degli Stati federati.
Se confrontiamo il Senato italiano con le altre camere alte presenti in Europa, scopriamo che, nonostante l’Italia sia l’unico paese a bicameralismo paritario, molti paesi hanno un rapporto tra senatori e popolazione superiore al nostro.
Ben 9 paesi su 13 hanno in rapporto alla popolazione più senatori di noi, sebbene i loro senati abbiano meno poteri del nostro, in altre parole non sono il doppione della camera bassa.
Solo 3 paesi hanno un rapporto inferiore al nostro; si tratta di:
– Germania, paese federale in cui il Senato (Bundesrat) rappresenta i governi dei Länder, ha competenze limitate e non è paragonabile al nostro Senato che rappresenta la sovranità popolare al pari della Camera;
– Polonia, paese a bicameralismo differenziato in cui il Senato partecipa alla funzione legislativa con poteri ridotti rispetto alla camera bassa ed è escluso dal rapporto di fiducia e dalla funzione di controllo del potere esecutivo;
– Paesi Bassi, paese a bicameralismo imperfetto in cui la funzione legislativa è esclusiva della camera dei deputati, mentre il senato si riunisce una sola volta alla settimana con il solo scopo di confermare o respingere quanto approvato dalla Camera.
Come si vede, non esiste proprio nulla cui uniformarci se non nel sistema, ma certamente non nel numero: in realtà oggi in Italia abbiamo un parlamento tra i meno rappresentativi d’Europa.
Oggi, per rappresentando un unicum in Europa con il nostro bicameralismo paritario, siamo già in fondo alla classifica e se dovessimo scendere a 400 deputati e 200 senatori finiremmo per avere 0,61 deputati ogni 100.000 abitanti, meno di qualsiasi altro paese europeo e 0,30 senatori ogni 100.000 abitanti, appena sopra la Polonia che come abbiamo visto non ha un Senato con le stesse funzioni del nostro.
Chi sostiene la riduzione dei parlamentari accampando l’argomento dell’uniformarsi ai paesi più virtuosi distorce la realtà per sostenere una tesi che evidentemente risponde a interessi inconfessabili nascosti da argomenti pretestuosi e falsi.
Se ignorassimo le differenze istituzionali tra l’Italia e gli altri Paesi europei e considerassimo solo l’aspetto numerico, mai arriveremmo a un taglio di 345 parlamentari, ma potremmo diminuire o aumentare il numero dei parlamentari in base al Paese a cui decidiamo di uniformarci; se dovessimo rispecchiare la media europea dovremmo aumentare il numero dei parlamentari perché la media dei 27 paesi europei è di 1,88 parlamentari ogni 100.000 abitanti. Se dovessimo uniformarci al Paese più lontano da noi in senso discendente (la Spagna), considerando gli italiani all’estero che hanno diritto di voto, dovremmo scendere a 865 parlamentari!
Affermare che la riduzione dei parlamentari ci consentirebbe di uniformarci ai paesi più virtuosi d’Europa è una solenne BUFALA qualunque significato si voglia dare al termine “virtuoso” e al concetto di “uniformarsi“!