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Allinearsi alla Germania?

La Germania è uno stato federale. Al Bundestag federale composto da 709 parlamentari va aggiunto il Bundesrat (il senato federale) e ogni singolo parlamento di ogni Stato della federazione. Solo così si ricompone l’interezza del potere legislativo e della rappresentanza.

Il Senato tedesco, Bundesrat, non rappresenta la sovranità popolare, come il Senato italiano che ha stesse funzioni e competenze della Camera. Il senato tedesco rappresenta i Governi degli Stati federati.

In base a quale logica si confronta il Senato tedesco con quello Italiano?

La Germania, sommando il parlamento federale tedesco, composto da Bundestag e Bundesrat, ai parlamenti degli Stati federati, dispone di 2.526 parlamentari! Già, perché la sola Baviera ha 180 deputati (la Lombardia 80 consiglieri regionali) per circa 13 milioni di abitanti.

Anche in Italia per ricomporre l’interezza del potere legislativo bisogna considerare le regioni (art. 117 Cost.): “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali. Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie:” (segue elenco che va dalla lettera A alla lettera S).

Tralasciando le differenze tra le nostre Regioni e i Länder tedeschi, scopriamo che le nostre regioni contano tra Presidenti e Consiglieri regionali appena 897 persone!

Quindi,

in Germania 2.526 legislatori, uno ogni 33.063 abitanti

in Italia un legislatore ogni 32.872 abitanti (sommando ai 945 parlamentari gli 897 presidenti e consiglieri regionali).

Siamo già perfettamente allineati alla Germania!

Germania vs Italia

Quando parliamo di Germania, facciamo riferimento a una Federazione che ha i seguenti livelli legislativi e amministrativi:

– Bundestag, 709 componenti

– Bundesrat, 69 componenti

– Länder, 16 (comprendendo le 3 città-stato), ciascuno con una propria assemblea legislativa, un proprio esecutivo, e complessivamente con  1.817 parlamentari

22 Distretti Governativi (comprese le 3 aree territoriali della Sassonia), ciascuno con propria assemblea eletta democraticamente

– 296 Circondari, ciascuno con un Governatore e un Consiglio democraticamente eletto; sono paragonabili alle nostre Province; tra le competenze dei Circondari troviamo, infatti, la costruzione e manutenzione delle strade di collegamento fra comuni, gli ospedali, la protezione civile, lo smaltimento dei rifiuti, la gestione del trasporto pubblico, i servizi sociali …

– 104 Città extracircondariali (si tratta delle grandi città che svolgono esse stesse le funzioni dei Circondari), con proprio Consiglio e Governatore

– 10.848 Comuni (al 2019), cha a loro volta possono comprendere Frazioni, Quartieri e Circoscrizioni urbane, come i nostri Comuni; anche in Germania sono previste le Confederazioni di comuni come da noi sono previste le Unioni di comuni.

In breve, una suddivisione molto articolata e non meno frazionata della nostra Italia che ha 20 regioni; 80 province attive, 2 province autonome, 6 liberi consorzi comunali  che sostituiscono altrettante province della Regione siciliana; 14 città metropolitane; 18 unioni territoriali intercomunali del Friuli-Venezia Giulia che sostituiscono le vecchie 4 province.

Le nostre province hanno un Consiglio eletto indirettamente dai sindaci e dai consiglieri del territorio provinciale; i consiglieri variano in funzione del numero degli abitanti e gli incarichi di presidente della provincia e di consigliere provinciale sono esercitati a titolo gratuito.

In Germania abbiamo un comune ogni 7.699 abitanti; in Italia un comune ogni 7.661 abitanti.

L’Italia ha 120 organizzazioni che per semplicità definiamo province (conteggiando anche le città metropolitane e tutti gli enti territoriali), la Germania ne ha ben 400, sommando Circondari e Città extraterritoriali, tutte con assemblee elette democraticamente. Chi avrà secondo voi più personale politico?

Possiamo serenamente concludere che non è il numero dei politici a fare guasti, ma nel caso la qualità dei politici, le modalità con cui sono selezionati e scelti dagli elettori.

In Germania i candidati sono scelti direttamente dagli iscritti o dai delegati e ogni iscritto può proporre candidature. In Germania esiste la possibilità della candidatura autonoma: si chiama esercizio del diritto di elettorato passivo che in Italia può essere esercitato solo intruppandosi in un partito o fondando un partito. E vi domandate perché proliferano i partiti? Nel 2018 avevamo 28 diversi simboli alle elezioni per la Camera dei deputati e, nonostante il sistema elettorale misto, ben 19 liste correvano da sole, non coalizzate.

Chi si agita per tagliare i parlamentari non  solo non è interessato a migliorare la qualità degli eletti e la loro rappresentatività, ma sostiene una sciocchezza quando afferma di volersi allineare ai più virtuosi modelli europei. Siamo già allineati alla Germania, in termini quantitativi. E siamo in un paese a bicameralismo paritario, unico caso in UE!

Assurdo paragonare un Parlamento federale a un parlamento nazionale.

Dovrebbe essere a tutti chiaro che il Parlamento Federale si occupa solo di determinate materie, quelle federali, appunto. E la formazione del Senato, come già detto, ci rende chiara la differenza tra Parlamento federale e Parlamento nazionale.

Se poi ragioniamo su bicameralismo differenziato (tedesco) e bicameralismo paritario (italiano) le differenze nelle formazioni dei rispettivi parlamenti diventano ovvie e ragionevoli

Confrontare modelli istituzionali diversi basandosi solo sul numero dei parlamentari e confondendo un parlamento federale con un parlamento nazionale, un bicameralismo differenziato con quello paritario italiano … è una operazione superficiale, rozza e inutile che non ci aiuta a comprendere la relazione tra parlamento e sistema istituzionale.

Ovviamente, è la Germania che ha una struttura di costi per la politica di gran lunga superiore a quella italiana, anche perché ogni deputato tedesco dispone di un ufficio e può spendere fino a 15.798 euro al mese per i collaboratori e, inoltre, i partiti tedeschi possono contare su un generoso finanziamento pubblico.

Se interessa analizzare i costi della politica non si dimentichi che i partiti tedeschi ricevono un contributo di 0,85 euro per ogni voto valido fino a 4 milioni di voti e un altro contributo di 0,70 euro per ogni voto ulteriore nelle elezioni per Bundestag, Europarlamento e per i Parlamenti dei Lander.

A ciò si aggiunge un contributo calcolato sulle donazioni dei privati, pari a 0,38 euro per ogni euro che il singolo partito abbia ricevuto come donazione o a titolo di quota di iscrizione da una persona fisica (si tiene conto soltanto delle sovvenzioni che non superano i 3.300 euro), oppure le somme devolute al partito dagli stessi parlamentari. Quindi, più i militanti e i simpatizzanti supportano un partito, più pesante è il contributo statale che in ogni caso rappresenterà il 38% dei fondi raccolti.

Secondo voi dove i costi “trasparenti” della politica sono più alti, in Germania o in Italia?

Tratto da: Il taglio dei Parlamentari: riforma o deforma?

 

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