Da anni il mondo “democratico, progressista e di sinistra” fa appelli al “voto utile”.
Utile a chi e per cosa?
Il voto utile per le elezioni del 25 settembre 2022 è quello che consente di mettere in sicurezza la Costituzione, afferma qualcuno, perché c’è il rischio che la Destra conquisti 2/3 dei seggi e quindi possa modificare in autonomia la Costituzione.
Coloro che presentano questa necessità, non solo non prevedono d’introdurre contrappesi costituzionali, ma sono gli stessi che hanno ridotto i parlamentari, favorendo la destra, non hanno modificato la legge elettorale che è causa prima di questo rischio, si sono ben guardati dal fare cose utili come per esempio modificare l’art. 138 della Costituzione per inserire l’obbligo del referendum confermativo in caso di modifiche della Costituzione!
Siamo sicuri che il CSX possa ergersi a paladino della Costituzione?
Non credo proprio, giacché è proprio al centro-sinistra che dobbiamo le peggiori riforme costituzionali: la riforma del Titolo V, l’introduzione in Costituzione del vincolo di pareggio di bilancio, il taglio dei parlamentari senza alcuna delle misure di bilanciamento che avevano pure indicato come necessarie … per non parlare della Riforma Boschi respinta grazie al voto popolare.
In definitiva, il voto al CSX non può essere intitolato a difesa e realizzazione della Costituzione perché ciò non è mai stato una priorità nella politica passata e presente del CSX.
D’altra parte, se il CSX avesse avuto intenzione di evitare il rischio che agita, avrebbe proposto una grande coalizione trovando l’accordo su alcuni punti fondamentali.
Invece, al CDX si contrappongono tre schieramenti e una moltitudine di liste che probabilmente resteranno tutte fuori dal Parlamento.
C’è un grande pericolo democratico, recita la propaganda della “non destra”, ma niente accordi unitari e neanche accordi tecnici che potevano rendere contendibili molti collegi uninominali.
Evidente che in questo modo non c’è competizione nei collegi uninominali (stiamo parlando di 127 seggi uninominali alla Camera su 400 e 74 al Senato su 200), dove il CDX viaggiando mediamente intorno al 47% ha la probabilità di conquistare fino al 90% dei seggi.
La preferenza per il CSX dovrebbe quindi poggiare sulle proposte politiche, ma dopo la sconfitta della “gioiosa macchina da guerra” alle elezioni del 1994, alle elezioni del 1996 si affermò il CSX e la politica che ne derivò fu da allora un tentativo di indebolire il CDX spostando costantemente il CSX verso destra.
Ricordate Gaber? “… la mamma, una santa, azione cattolica, destra della DC del dopoguerra, ha votato PCI. E allora uno dice, come’ è cambiata la mamma eh? Che dialettica. No, la mamma è rimasta uguale, tale e quale, sono i partiti che sccccc, slitten, slittano. Vivaaaaaa”.
Era il 1976 … e da allora le cose sono sempre più slittate …
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