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Da Tangentopoli a Expo 2015

asinoI fatti che con regolarità accompagnano la vita istituzionale e sociale dell’Italia dimostrano che la corruzione e la criminalità sono fattori costitutivi della Repubblica Italiana. La corruzione e la criminalità trovano nelle Istituzioni linfa per la propria diffusione, sia per incapacità di talune persone che occupano le Istituzioni sia per espressa volontà di altre persone.

Le Istituzioni non meritano credibilità politica e purtroppo non hanno alcuna legittimità costituzionale.
Su tutte, le più misere in credibilità sono il Parlamento, il Governo, le Regioni.

I parlamentari e i ministri, tanto i primi quanto i secondi, sono con la loro ignavia e incapacità i responsabili della dilagante corruzione e della costante infiltrazione criminale nella vita pubblica. Non a caso, si astengono dall’intervenire sulle cause della dilagante corruzione.

Non sono le leggi penali che costituiscono un argine alla corruzione. La magistratura è l’ultimo baluardo: quando interviene le cose sono già avvenute; il danno è stato fatto, il reato consumato… e spesso resta impunito, a causa delle pessime leggi scritte dai parlamentari, della atavica inefficienza della giustizia e dei tempi scandalosi della durata dei processi. Quando la magistratura interviene significa che tutti i livelli precedenti sono saltati o sono stati inefficaci. Nel caso patologico della Repubblica Italiana semplicemente non c’è alcun controllo prima del livello giudiziario: manca il livello politico, perché complice dei corrotti e causa della corruzione; manca il livello amministrativo perché succube e complice del livello politico; manca il controllo da parte dei media perché hanno rinunciato alla propria funzione essendo tributari e vassalli del sistema politico; manca il controllo popolare perché il popolo è stato da tempo privato di ogni potere.

Le leggi per contrastare la corruzione oltre a essere scritte in modo orribile, sono inefficaci perché non incidono sulle cause della corruzione e della permeabilità delle Istituzioni a corruzione e criminalità.

Chi intende combattere la corruzione sarà credibile solo se si adopererà per riformare i partiti politici: perché siano organizzati in modo democratico e trasparente; perché la selezione del personale e dei candidati si svolga in modo limpido e partecipativo. La mancata attuazione dell’art. 49 della Costituzione è la prima causa di corruzione.

Penoso sentire mediocri politici alla Di Pietro lamentare che purtroppo non c’è più Mani Pulite: quanto emerse allora fu il risultato di una rottura di equilibri politici che portò a livello giudiziario a far emergere quanto a tutti noto, ma nulla è stato fatto perché quei comportamenti criminali non si ripetessero. Anzi, il sistema politico-criminale è stato affinato per rendere più facile delinquere e farla franca.

Non  serve una nuova “mani pulite” per illudere ancora una volta sulla “rivoluzione per via giudiziaria”; serve cambiare le regole della governance, serve cambiare i criteri di selezione delle persone e dei candidati.

Serve non perdere tempo con criminogene leggi stile Italicum e con farsesche riforme come quella per il Senato, fottendosene del piccolo particolare che Parlamento e Governo non rappresentano alcun potere legittimo.

Con queste misere proposte, il Parlamento continuerà a non rappresentare nessuno, a usurpare la sovranità popolare, a essere formato da mediocri persone scelte, dalle associazioni private denominate “partiti politici”, con metodi opachi e criteri di fedeltà e obbedienza. Questi minus habens della cultura partitocratica sceglieranno, con metodi equivoci e interessati, talvolta con finalità criminali, le persone alle quali affidare la gestione delle ASL, degli appalti e dell’immenso fiume di denaro pubblico.

Italicum è una proposta di riforma elettorale criminale, perché viola la Costituzione e non rispetta quanto indicato dalla Corte Costituzionale con la sentenza 1/2014, criminogena perché perpetua una delle prime cause del dilagare della corruzione: la oligarchia partitocratica, con i consolidati metodi clientelari.

Il problema dell’Italia è dalla nascita della Repubblica il clientelismo, la partitocrazia, la gestione clientelare del territorio a fini elettorali, il controllo del territorio al fine di ottenere il consenso trasformando i diritti in favori; in breve una cultura istituzionale di stampo camorristico: familismo, protezione, favori, scambio…

Cosa è cambiato dopo Tangentopoli?

E’ stato reso più facile il dilagare della corruzione scrivendo da un lato leggi apparentemente severe ma arzigogolate e inapplicabili, dall’altro trasformando la politica sempre più in un fatto personale: nella migliore delle ipotesi una soluzione al proprio individuale problema occupazionale, nella peggiore uno strumento per gestire il potere per fini personali e per finalità non sempre lecite.

I parlamentari sono scelti dai capi-partito.
I potenti politici locali scelgono a chi affidare la gestione della cosa pubblica.
Parlamentari e ministri obbediscono a coloro a cui devono la propria fortuna politica.
Saranno questi servitori delle segreterie di partito e questi potentati locali, che devono sovente il loro potere a inconfessabili relazioni pericolose, a scegliere le persone a cui affidare la gestione delle aziende pubbliche.
Nominano opachi dirigenti nei ministeri per tessere trame di potere e rapporti equivoci.
Collocano obbedienti servitori nelle aziende pubbliche, circondandosi di improbabili consulenti, faccendieri e lestofanti cui affidare delicati compiti.

Così, i personaggi noti dai tempi di Tangentopoli li ritroviamo ancora oggi coinvolti in fresche faccende losche: Luigi Bisignani, Primo Greganti, Gianstefano Frigerio… e tanti altri.

Talvolta ritornano?

No, sempre tornano e sono assiduamente presenti dove c’è denaro pubblico, appalti, affari…

Il problema  non sono loro, ma coloro che li mettono in determinati ruoli delicati.

Perché questi personaggi riescono a essere sempre in posizioni di potere?

Perché, per fare un esempio, Angelo Paris riveste il ruolo di direttore Pianificazione e Acquisti di Expo 2015 spa e general manager Constructions?

Con quali criteri sono scelte le persone cui affidare delicate funzioni?

Come mai ritroviamo in questi ruoli immancabilmente vecchie conoscenze dei casellari giudiziari e ex- parlamentari?
Tutte persone i cui meriti non sono così eclatanti da rendere chiare le ragioni degli incarichi loro affidati, però hanno spesso un bel curriculum giudiziario…

Se l’Italia ha bisogno di Greganti e Frigerio per andare avanti… evidentemente l’arte della corruzione è indispensabile per la gestione della cosa pubblica.

Se un partito ha bisogno di candidare determinati personaggi condannati in primo grado, o si tratta di grandi statisti o forse c’è qualcosa di opaco in quella candidatura; vi sembra che Fitto sia un grande statista al quale l’Italia non può rinunciare?

Fece la stessa scelta Casini con Cuffaro: portò il “perseguitato politicoCuffaro in Parlamento; questo fece il famigerato Casini.

In questo mare di opacità e mediocrità, di servilismi e clientelismi dilaga la criminalità organizzata che inesorabilmente penetra le Istituzioni.

Si potrebbe ripetere il caso Poggiolini con i suoi pouf infarciti di denaro?

Certo che si potrebbe ripetere.

Il modo in cui è gestito il finanziamento pubblico ai partiti e i fondi pubblici che le Regioni mettono a disposizione dei consiglieri regionali non è forse una istigazione a delinquere? Sono norme scritte per favorire l’uso privato delle risorse pubbliche.

La mancanza di trasparenza nelle nomine e il carosello delle improbabili consulenze… servono a favorire la corruzione.

Nessuno è credibile se parla di lotta alla corruzione e non si adopera per

–          la riforma dei partiti per affermare trasparenza e democraticità nei processi decisionali e nella selezione dei candidati

–          l’espulsione dei politici dalla gestione delle aziende pubbliche, degli appalti, della sanità, dei trasporti e di ogni settore in cui c’è denaro pubblico

–          la trasparenza negli incarichi pubblici

–          l’istituzione di comitati popolari per la vigilanza sugli incarichi pubblici e la gestione della res publica

Il parlamento e il Governo così, volontariamente o involontariamente, diventano la maggiore fonte di corruzione.

Non rappresentano il popolo italiano, non operano in modo trasparente, non scelgono nell’interesse collettivo, non hanno alcun rispetto per la legalità, come dimostra da un lato l’oscena messinscena per l’espulsione di Berlusconi dal Senato e dall’altro la discussione per la nuova eversiva legge elettorale che ha come prima conseguenza il rafforzamento della oligarchia partitocratica, causa prima della corruzione dilagante. Si tratterà di eterogenesi dei fini… però è singolare che nessuno metta mai mano alle cause dei problemi.

maialiCambiare tutto per non cambiare nulla.

Far finta di cambiare.
Cambiare verso.
Dal raglio dell’asino al grugnito del maiale, cambiamento di verso assicurato.

 

Vedi anche:
Quando c’era Berlinguer
La credibilità delle Istituzioni
Le parole sono pietre
L’uomo giusto
Maroni e L’infantilismo politico
La denuncia del Presidente del Senato
I Partiti e la Costituzione
Italicum miglior compromesso?
Eziologia del vaffanculismo
Da Piccoli a Letta: 40 anni di finanziamento pubblico ai partiti
Istituzioni eversive?

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