C’è sempre stato un giornalismo schierato politicamente. Giornalismo militante, d’inchiesta che, generalmente, sostiene una determinata posizione con documenti, analisi, dati, argomentazioni… non sempre di qualità ma almeno il tentativo c’è.
Era lecito attendersi che una nuova politica, fortemente in polemica con il sistema dell’informazione, producesse nuovo modo di fare informazione. Invece, così come spesso in politica nuovo si riduce a fare per poter dire “abbiamo fatto”, e giù con l’elenco delle millantate riforme, o a promuovere volti nuovi e donne, come se bastasse un po’ di giovani o una predominanza di genere per rinnovare un Paese, allo stesso modo assistiamo a schiere di giornalisti che si dedicano alla sistematica denigrazione della parte politica che meno gradiscono. Tutto si esaurisce in sterili polemiche, reciproche accuse, propaganda dell’ignoranza.
A questi giornalisti fiancheggiatori si aggiungono i giornalisti reggi microfono, coloro che pensano che informare significhi riportare quel che ha detto Caio… sebbene per sapere ciò sia sufficiente collegarsi ai siti delle agenzie di stampa e non serva l’esercito di giornalisti che indefessamente clona i dispacci d’agenzia, i comunicati stampa e le dichiarazioni di Caio.
Succede così che a “8 e mezzo” del 26 maggio la Gruber abbia come ospiti la neo- eurodeputata Picierno, Andrea Scanzi e in collegamento esterno Massimo Cacciari, il quale giustamente sottolinea che non intende discutere della Picierno.
Scanzi e Picierno non perdono tempo e si esibiscono in un vuoto e infantile battibecco. Scanzi apprezza molto le capacità intellettive e politiche di Picierno, come dimostra il suo articolo Renzi, sciacquati la bocca quando parli di Berlinguer o il suo intervento su Twitter con il quale afferma che Picierno fa le figuracce persino con “Gasparri, che non vinceva un duello di intelligenza dal ‘62”!
Accettiamo per un attimo che la valutazione di Scanzi sia corretta; questo ci porta a qualcosa? Abbiamo compreso qualcosa del nostro sistema politico, dei nostri problemi?
Forse, non è importante stilare la graduatoria delle capacità intellettive degli eletti, ma interrogarsi su quali siano i criteri di selezione, sul ruolo svolto nella scelta dei candidati da iscritti, sostenitori, simpatizzanti, gruppi fiancheggiatori, come si definivano un tempo i movimenti e i partiti che non si presentavano alle elezioni ma sostenevano specifici candidati per determinate battaglie (penso, per esempio, alla Lega Italiana per il Divorzio e al Partito Radicale che sostennero la candidatura di Loris Fortuna e Antonio Baslini).
Il tema è lo status dei partiti e di ogni soggetto politico che intenda concorrere alle elezioni, la trasparenza nei processi decisionali… quando ci porremo queste domande allora comprenderemo perché Gasparri e Picierno occupano il ruolo che occupano.
Picierno può dire che ha preso molte preferenze, Gasparri non ha nemmeno questa misera risposta; ma in ogni caso ciò non basta poiché le preferenze sono scelte, quando è possibile esprimerle, tra un menu che altri hanno definito; come e perché?
Per quanto mi riguarda, Picierno, sebbene non mi entusiasmi (ancor meno Boschi), è da preferire a Gasparri. Certo, quando alla sollecitazione di Cacciari, che invoca una riforma del sistema fiscale, la Picierno risponde affermando che il governo Renzi ha già iniziato con la riduzione del 10% dell’Irap e con la restituzione di 80 euro, la più grande operazione di ridistribuzione blablabla… viene voglia di occuparsi d’altro. Nulla di ciò che ha detto la Picierno si avvicina al tema invocato da Cacciari.
Povertà di contenuti? Non c’è dubbio, ma vogliamo interrogarci sulle cause? Perché l’Italia, unico Paese europeo ad avere una così nutrita serie di trasmissioni di approfondimento politico, produce mediocri contenuti? Perché produce tantissime fasulle riforme di cui ogni governo va fiero? Perché l’analisi e il pensiero critico sono così lontani dal sistema dell’informazione?
La crisi di rappresentanza è anche crisi di rappresentazione.
Eliminata la vis polemica e l’ampollosità retorica, cosa rimane di quanto scrive e afferma Scanzi? Quali sono le critiche nel merito? Quali sono le analisi di Scanzi sul sistema politico che produce i gasparri e le picierno?
Il movimento che Scanzi apprezza più di ogni altro, quali proposte ha elaborato per il rinnovamento della politica, dei partiti, per l’affermazione della trasparenza?
Italicum è una pessima proposta, ma il M5S è giunto in Parlamento senza avere una proposta per la riforma elettorale, pur criticando quella in vigore. Il M5S si è impegnato attraverso il blog in modeste sessioni di studio, iniziate a ottobre 2013 e terminate a marzo 2014, per giungere a una proposta unitaria elaborata attraverso un percorso didattico… deciso ed elaborato da chi?
Allo stesso modo, risulta ignoto il processo elaborativo che ha portato il M5S a opporsi duramente all’approvazione di qualsiasi normativa di attuazione dell’art 49 della Costituzione sebbene molti esponenti, tra questi Roberta Taverna, proponessero sin dal 2009 “la creazione di uno statuto (regole) che regoli il processo democratico deliberativo, che definisca ruoli e competenze (organizzazione) per la gestione delle risorse (soldi) e la modalità di selezione dei candidati che si deve ispirare al modello delle primarie vere.” (Roberta Taverna, settembre 2009).
Ci aiuta Scanzi a comprendere perché il M5S è stato così contrario alle proposte per l’attuazione dell’art. 49 della Costituzione? Non crede Scanzi che una delle ragioni del dilagare della corruzione è che, aldilà del livello giudiziario, manca ogni controllo sui partiti? Facile scandalizzarsi quando Renzi dialoga col pregiudicato Berlusconi e con quest’ultimo definisce pessime ipotesi di riforme costituzionali, ma bisognerebbe non dimenticare che Berlusconi è un condannato con sentenza definitiva e allo stesso tempo è presidente di un partito: per le nostre leggi le due cose sono pienamente compatibili. Per rimediare a questa e altre anomalie occorre una disciplina legale dei partiti e dei soggetti politici che partecipano alle elezioni.
Non può esserci democrazia se non sono democratici i soggetti politici che hanno il monopolio della politica nelle istituzioni.
Non c’è lotta alla corruzione se non si parte dai soggetti politici che selezionano il personale politico e scelgono candidati e amministratori cui affidare la gestione di aziende pubbliche e fiumi di denaro pubblico.
Il M5S e tanto giornalismo fiancheggiatore si limitano a ridicolizzare, insultare, gettare fango. Così fa Scanzi quando rinfaccia al PD relazioni pericolose con nomi noti ai casellari giudiziari, lo stesso fa Gasparri nel commentare la vittoria del PD in Piemonte, ma cosa fanno l’uno e l’altro nei rispettivi ruoli di giornalista e politico per superare questo stato di cose? Non si tratta, con evidenza, di qualche mela marcia e nulla più, ma di un sistema che strutturalmente crea le condizioni per il dilagare della corruzione per mancanza di trasparenza, opacità delle scelte politiche, intreccio perverso tra politica e affari.
Quanto Scanzi afferma riguardo alle gare di intelligenza tra Gasparri e Picierno potrebbe, seguendo i suoi metodi, essere allargato a Scanzi stesso e in tal caso… temo che si classificherebbe terzo.
Scanzi rimprovera al PD di reggere il moccolo a Berlusconi da vent’anni (e c’è del vero), ma non si accorge di fare esattamente la stesa cosa ogni volta che scrive riempiendo i suoi scritti di rintuzzamenti e accuse, senza analisi e ricerca delle cause.
Uno dei temi preferiti di Scanzi è che “del voto non frega una mazza a nessuno” e siamo a “tre Premier votati da nessuno”; stessi argomenti sostenuti da Berlusconi. Quindi, Scanzi e Berlusconi propongono la stessa lettura dei fatti politici e si fanno entrambi divulgatori dello stesso analfabetismo politico perché i governi in Italia non sono eletti dal popolo, ma ricevono la fiducia dal Parlamento; quindi il tema è come si costituisce il Parlamento, cosa rappresenta, chi sceglie i candidati, come e perché.
Reggere il moccolo a Berlusconi significa anche sostenere lo stesso schema culturale fatto di fasulli colpi di stato, millantato presidenzialismo, millantata investitura popolare del premier, visione padronale delle istituzioni e dei soggetti politici.
Non può esserci attenzione alla “questione morale” senza affrontare il tema dello status giuridico dei soggetti politici che si candidano alla guida del Paese, senza attuare l’art. 49 della Costituzione, senza arrivare a soggetti politici democratici e trasparenti nella gestione finanziaria e politica, nella selezione del personale politico.
Se gli esponenti del Movimento 5 Stelle fossero gli unici ad avere attenzione alla questione morale, allora si sarebbero preoccupati di creare un soggetto politico trasparente nei processi decisionali. Una struttura democratica, un sistema partecipativo limpido… le due figure che pontificano in nome del movimento non sono un esempio tranquillizzante di leadership politica.
Di quali anticorpi ci dotiamo per evitare il ripetersi di continue pratiche di corruzione?
I soggetti politici sono i principali attivatori dei meccanismi di corruzione che rendono possibile il controllo del territorio attraverso pratiche clientelari, familistiche, opache. Quali sono le proposte del M5S perché l’Italia possa uscire finalmente dal clientelismo e dalla partitocrazia che ci soffoca?
Rispetto a tutto ciò anche il M5S è molto lontano, incurante, incapace di analisi, indifferente e non ci offre alcuna garanzia rispetto alle degenerazioni e opacità che abbiamo già visto in nuovi soggetti politici che promettevano rinnovamento e pulizia. Penso alla Lega e a Italia dei Valori, per esempio.
Non è possibile contrastare la corruzione e le infiltrazioni malavitose se non si parte dai soggetti politici che hanno il monopolio della politica nelle istituzioni, scelgono le persone che mandano in parlamento e alle quali affidano la gestione di ogni attività pubblica, senza trasparenza sui criteri di scelta e senza alcun sistema popolare di controllo, aldilà della magistratura che “in nome del popolo italiano” interviene inevitabilmente a reato compiuto.
*la Picierno, dalla mascella querula inutilmente volitiva, o un facocero in lista sarebbero la stessa cosa; mentre la Karina Huff Boschi sarebbe satura di niente; così Scanzi ha definito le due esponenti del PD