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LA CREDIBILITA’ DELLE ISTITUZIONI

Le istituzioni sono delle astrazioni che prendono corpo nelle persone che le rappresentano. Le istituzioni sono credibili quando le persone lo sono, ma anche quando le persone si dimostrano indegne di rappresentarle purché l’istituzione dimostri di saper fare pulizia e si adoperi con trasparenza perché sia punito ogni illecito e ogni forma di complicità e connivenza con la criminalità e l’illegalità.

Ogni organizzazione pubblica e istituzione deve porre la massima attenzione al reclutamento dei propri membri, dotarsi di severi sistemi di controllo e di monitoraggio, darsi regole che assicurino efficienza,  trasparenza, pulizia e capacità di autoriforma. In un sistema democratico i poteri di controllo sono forti e assicurano imparzialità, certezza delle regole, celerità d’intervento.

Vedete tracce di qualcosa di simile nelle nostre Istituzioni?

NO e quindi occorre constatare che le nostre istituzioni non sono credibili.

Il distacco dalla politica. Il primo segnale forte, evidente e chiaro di distacco dell’elettorato dai Partiti Politici risale  al 1978: primo referendum per l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti. Votarono per l’abolizione la bellezza di 16.691.900 elettori pari al 43,6% dei votanti. A sostenere l’abolizione del finanziamento ai partiti erano solo i radicali e i liberali, ovvero poco più del 3% delle forze parlamentari. Da allora tanta retorica, tanto ipocrita preoccupazione ma nulla di concreto per recuperare credito, fiducia, consenso.

I costi della politica. Già nel 2006  il governo istituì un tavolo interministeriale per analizzare il tema. Mentre l’allora presidente della camera dei deputati, Fausto Bertinotti, con perfetto paraculismo avviava un’indagine conoscitiva! L’uso di questa vuota espressione – tipica del sindacalese anni ’70 del secolo scorso – denunciava  la volontà istituzionale: provocare indignazione, lasciare che si sfoghi in qualche vigoroso rutto e poi tutto come prima. Nel 2012 la storia si è ripetuta, dopo fiumi di inconcludenti dichiarazioni, ma questa volta a dirigere il circo sono i due pessimi presidenti Fini e Schifani.

Riforme costituzionali. C’è chi ciancia di terza repubblica passando direttamente dalla prima incompiuta alla terza come si trattasse di un intervento di plastica al seno, ma intanto nulla di serio è stato fatto dai tempi del memorabile Bozzi. Quando qualcosa è stato fatto… sono stati combinati solo disastri che hanno reso ancora più contorto e ingarbugliato il nostro asfissiante e inefficiente sistema politico-istituzionale.

La corruzione. Dopo un’inchiesta giudiziaria spacciata per rivoluzione, nulla è stato fatto per sanare il sistema politico ed evitare il proliferare di comportamenti illegali e criminali. Anzi, è stato perfezionato il sistema politico e di controllo totalitario da parte dei partiti per moltiplicare i centri di potere corrotto e corruttivo.

Spesa pubblica. Dilaga tra sprechi e corruzione, stupidità e incapacità e tutti si dimostrano totalmente incapaci e impotenti a mettere freno e ordine in questo fiume di denaro che dalle tasche dei cittadini finisce nel buco nero rappresentato dalle casse statali.

Il Parlamento. Non ha da tempo alcuna credibilità. Non rappresenta il popolo italiano ma solo i Partiti che agiscono totalmente al di fuori dall’ambito dell’art. 49 della Costituzione. Ancora oggi sono depositati in parlamento proposte di legge per l’attuazione dell’art. 49. I Partiti non sono strumenti organizzativi nelle mani dei cittadini per concorrere a determinare le scelte di politica nazionale ma sono organizzazioni private nelle mani di una ristretta cerchia di persone. Il Parlamento ha l’unica funzione di tutelare i privilegi della casta politica e dei loro loschi accoliti sulla pelle dei cittadini trasformati in sudditi.

Antipolitica. L’ inconcludenza della classe politica ha prodotto populismo, demagogia, scollamento, sfiducia, rabbia, desolazione. La classe politica ha creato le condizioni per una reazione in massa contro i politici senza ma e senza se, senza distinguo. Giustamente sono considerati tutti una massa di stronzi, anche se stronzi non sono perché gli stronzi galleggiano, e in questo i politici sono bravissimi, anche se talvolta tra fini casini, ma non camminano e non parlano.  Non si può chiedere alla “gente” di distinguere. Voi politici onesti non avete il diritto di indignarvi per essere accomunati ai vostri colleghi corrotti, opportunisti, ladri, bugiardi… perché avete accettato di tenerveli come colleghi. Non vi siete dimessi in massa per la vergogna di tanti provvedimenti approvati dalla maggioranza. Il vostro gesto nobile sarebbe stato più efficace di tanta improduttiva opposizione. In ogni caso avete creato e mantenuto le condizioni per non distinguere tra voi: non siamo noi che scegliamo i nostri rappresentanti ma siete voi. Vostra è quindi la responsabilità dei razzi scilipotiani che vi esplodono tra le mani mentre siete impegnati nelle vostre seghe mentali. Vostra è la responsabilità del giardinetto fiorito in un bel- sito in cui nascondere il malloppo.  Vostra responsabilità è la gestione opaca dei partiti con la vostra scelta di dare “troppo potere ai tesorieri“; vostra la scelta della “fiducia tradita”.  Vostra la scelta dei maccanismi di selezione dei “vostri uomini”. Vostra, individuale e collettiva, perché siete stati o corrotti o ignavi o incapaci o onesti idioti di cui l’Italia non ha bisogno.

La magistratura. Si può avere fiducia nella legge quando una causa civile dura dieci anni? Non so se la prima responsabilità sia dei legislatori o degli uffici giudiziari o entrambi siano responsabili nella stessa misura. So che gli uffici parlamentari e governativi si avvalgono di molti magistrati per l’elaborazione delle leggi. Temo pertanto che le responsabilità siano ben distribuite tra magistrati e legislatori. Una cosa è certa: uno Stato che non sa garantire tempi rapidi nell’amministrazione della giustizia non può attendersi fiducia e comportamenti virtuosi.

I politici che occupano le istituzioni hanno ritenuto di riuscire ad evitare il peggio fingendo impegno e dandoci ogni tanto da masticare qualche scandaletto. Non si sono resi conto, poveretti, che hanno scherzato e stanno scherzando col fuoco.

Oggi, come negli anni di piombo, la speranza è stata uccisa; la fiducia in un futuro migliore non c’è. La disperazione può produrre terrorismo. Se succederà i mandanti morali, i responsabili primi per ignavia saranno proprio gli uomini delle Istituzioni. Per cortesia sin da adesso dico a questi uomini astenetevi dal partecipare a funerali e risparmiateci  i vostri  triti e tristi  pistolotti.

Se non comprendete le vostre responsabilità, traendone le logiche e inevitabili conseguenze, sarete spazzati via con minori riguardi di quelli utilizzati ai tempi di “mani pulite”. Le monetine si trasformeranno in sassi perché gli italiani saranno più incazzati e disincantati. Non presteranno più attenzione alle cazzate giornalistiche stile “fine della prima repubblica”, “rivoluzione per via giudiziaria” o panzane simili. Nessuno applaudirà più il Di Pietro di turno mentre le cravatte di corda di leghista memoria penzoleranno ovunque. Ieri le riserve partitiche hanno preso il posto dei leader ma oggi chi sono le riserve delle attuali mezzeseghe? Chi può sostituire i quaquaraquà e i piglianculo che scorrazzano sulla scena politica? Agnelli, giustamente, disse “dopo il Governatore c’è solo un generale o un cardinale“: due pessime soluzioni.     

A questo punto il cittadino italiano non ha alcun obbligo morale verso queste istituzioni. Rispettare la legge in queste condizioni è solo un’opzione per vivere oppressi ma sereni (e comunque sempre moderatamente sereni perché interpretare le vostre leggi è impresa titanica). Rispettare la legge per quieto vivere. Più o meno per lo stesso motivo si “rispetta” la camorra.

Signori delle istituzioni vi rendete conto che la criminalità organizzata è il vostro primo concorrente? Ma certo che ve ne rendete conto, infatti coltivate connivenze e coprite le complicità.

Fate un po’ voi ma il rischio reale è che, fatta fuori questa classe politica, sarà qualche stella nascente della mafia o della camorra a scalare la res publica. Perché demolire è facile,  ma ricostruire non è affatto semplice.

L’unica possibilità è che la parte sana della politica si unisca alle nuove energie demolitrici  sulle cose da fare, per condividere obiettivi reali e concreti e procedere impietosamente alla rifondazione delle istituzioni liberandoci dalla mafia dell’oligarchia partitica.

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