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La denuncia del presidente del Senato

Denunciata al Senato dal presidente la confusione che regna nel campo dei poteri politici

Se i partiti politici, all’interno dei loro organi statutari dovessero sempre prendere le decisioni più gravi sottraendole ai rappresentanti del popolo, tanto varrebbe –  lo dico naturalmente per assurdo – trasformare il Parlamento in un  ristretto comitato esecutivo. Risparmieremmo tempo e denaro.
Una democrazia che avvilisce il Parlamento avvilisce se stessa e le masse elettorali, perché nessuno può contestare che soltanto il Parlamento sia l’espressione genuina e totale della volontà di tutti gli elettori.

Così il 25 febbraio 1960 si esprimeva il presidente del Senato, Cesare Merzagora, in conseguenza dell’ennesima crisi di governo consumatasi nelle stanze delle segreterie dei partiti.

Il titolo è ripreso da Il Sole del 26 febbraio 1960 che in prima pagina dava ampio resoconto della crisi di governo e delle dimissioni del presidente del consiglio Antonio Segni.

Per la cronaca, sotto la denuncia di Merzagora, un altro articolo titolava “Per combattere l’evasione fiscale è necessario ridurre le tasse”.

Il_Sole2

Ecco cosa non va in Italia, aldilà degli inadeguati parlamentari, al servizio dei partiti, dei 54 anni passati per nulla e del misero sistema informativo: la mancanza di memoria storica e di consapevolezza della realtà, la mancanza di pensiero critico, la mancanza di cultura civica che regna sovrana tra noi cittadini.
Certo non del tutto per nostra responsabilità dal momento che il sistema informativo e formativo (leggi il sistema scolastico) ha rinunciato a creare cultura e capacità di analisi e si prodiga, invece, per creare e alimentare vocianti tifoserie.

Una società che non investe nella formazione dei cittadini rinuncia in partenza a divenire una democrazia.

Se tanti politici e giornalisti diffondono la favola dei “governi non votati”, se tanti sproloquiano confondendo interdizione dai pubblici uffici e carica politica in un partito, se tanti si eccitano perché il cambiamento è possibile e sembrano incapaci di rendersi conto che esiste anche il rischio che il cambiamento sia in peggio, se esperti professori, politologi e costituzionalisti esprimono banalità accreditando letture false, superficiali e distorte della sentenza della Corte Costituzionale 1/2014 (quella relativa al Porcellum)…  è perché la gran parte degli italiani non è in grado di esercitare e rivendicare i propri diritti che un manipolo di politici ha usurpato, non conosce come funziona il nostro sistema istituzionale, non conosce la Costituzione, non ha la minima nozione di diritto, non ha gli strumenti formativi per verificare e indagare in prima persona, rimettendosi al giudizio di coloro che così possono “condizionare” l’opinione pubblica. D’altra parte, la scuola quanto tempo dedica a formare il cittadino?

L’Unione Europea aveva tanto tempo fa raccomandato di innalzare l’obbligo scolastico al fine di preparare il giovane cittadino all’ingresso nella società, con la consapevolezza dei propri diritti e doveri. Ovviamente nulla di tutto ciò è avvenuto.

Dopo 54 anni viviamo la stessa identica situazione, ma i presidenti del parlamento, troppo occupati a dare pagelle di eversione, non se ne rendono conto e nemmeno i tanti che con miseri argomenti commentano lo squallore politico e osannano il fottutissimo e indifendibile Italicum.

Se ancora non fosse chiaro, è evidente che la promessa di democrazia contenuta nella Costituzione è stata ancora una volta affossata.

Siamo in pieno regime partitocratico.

Un partito, associazione privata che non ha alcun ruolo istituzionale, decide che un governo è finito.

Un governo che aveva ricevuto la fiducia del Parlamento rassegna le dimissioni senza consentire al Parlamento di esprimersi.

Il Parlamento dovrà esprimersi sulla fiducia al nuovo governo.

Evidente che i parlamentari sono ridotti a manichini nelle mani delle segreterie dei partiti.

Il Parlamento non è l’assemblea dei rappresentanti del popolo ma l’assemblea dei rappresentanti dei partiti.

Il Parlamento si limita a prendere atto delle decisioni assunte nelle direzioni dei partiti.

Questo sistema istituzionale ha un nome:

OLIGARCHIA PARTITOCRATICA

Infine due paroline su Letta.

Letta è complice della crisi extraparlamentare dal momento che ha accettato di dimettersi solo perché così ha deciso la direzione del suo partito.

Quindi, Letta era un dipendente del suo partito e non il presidente del consiglio dei ministri della repubblica italiana…

Adesso, un parlamento che ha dato più volte la fiducia al governo Letta, dovrà dare la fiducia a un altro governo, senza che vi sia stato alcun passaggio parlamentare, solo perché così ha deciso il partito di maggioranza relativa ma non il gruppo parlamentare di maggioranza relativa.

Certamente ci sono tanti comportamenti eversivi delle regole di buona educazione ma così i parlamentari saranno ancora una volta  ridotti al ruolo di comparse senza volto e senza dignità per recitare l’unico infantile ruolo di dire SI o NO.

Signori, avete fatto precipitare l’Italia indietro di 54 anni, la vergogna sia con voi.

Dimenticavo, la crisi extraparlamentare ricordata in apertura portò al governo Tambroni.

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