La giostra delle banalità

banale2Per politici e giornalisti la situazione non è sufficientemente seria da suggerire comportamenti più attenti, spirito critico e analisi. Infatti, prosegue intensamente la diffusione di banalità sempre più spudorate. Vediamone alcune.

Parlamento rinnovato: mai stati in Parlamento così tanti giovani e donne! Embè? Credo che il parlamento precedente sia stato quello con il più alto numero di rappresentanti di prima nomina; è forse stato il migliore degli ultimi decenni? Giovani e donne significa migliore qualità, efficienza, onestà, competenza? Non si dovrebbe andare in un brodo di giuggiole per un pugno di “giovani e donne” ma occuparsi dei metodi di selezione. Queste d0nne e questi giovani sono stati selezionati con gli stessi metodi e dagli stessi selezionatori dei precedenti parlamenti. Se il precedente parlamento non ci rappresentava, anche questo non ci rappresenta, a prescindere dal fatto che ci siano più persone gradite: nel caso, sarebbe solo un colpo di culo! Il gattopardismo è, appunto, dare l’impressione di cambiare nelle forme e nelle apparenze per in realtà non cambiare nulla. Continua a leggere

I limiti della Costituzione

illusione_controlloLa difficoltà nel formare un nuovo governo è la conferma dei limiti della nostra Costituzione. Continuare a ignorarli, fingendo che tutto dipenda da una pessima legge elettorale, significa condannare a lungo l’Italia alla inconcludenza politica, alla corruzione, al certo declino.

L’attuale realtà politica è resa possibile dalla nostra Costituzione, o perché espressamente prevista o perché non impedisce che possa verificarsi. In sintesi:

- Il Parlamento è centrale nel nostro sistema istituzionale

- Il Parlamento è suddiviso in due Camere perfettamente identiche nei poteri ma elette da differenti corpi elettorali e costituite con differenti sistemi di assegnazione dei seggi

- Ogni Parlamentare rappresenta il Popolo ma non esiste alcun collegamento tra voto ed eletto

- L’elettore vota il Partito e non il candidato

- Il candidato al Parlamento deve intrupparsi in un Partito, che è una associazione privata

- I Partiti non sono soggetti a trasparenza nella gestione e alla democraticità dei processi decisionali

- Il Popolo è escluso dalla selezione dei candidati e dalla scelta tra i candidati

- Il Popolo mediante il voto concorre a determinare i rapporti di forza tra i Partiti politici

- Al Parlamento compete la nascita del Governo

- Il Governo potrebbe non nascere mai o nascere sulle peggiori condizioni di accordo tra i Partiti

- Una minoranza parlamentare può tenere in ostaggio l’intero Parlamento o consentire la nascita di un governo su basi e interessi inconfessabili

- La Costituzione non si pone il problema della governabilità

- La Costituzione non si pone il problema dell’effettiva rappresentatività parlamentare

- La costituzione non specifica in cosa consista la tanto evocata sovranità popolare.

In definitiva, la Costituzione ha in sé tutti i germi che hanno consentito la degenerazione della promettente, sulla carta, democrazia nata dall’antifascismo e dalla Resistenza in una oligarchia partitocratica.

Presidente, sono perplesso

Gentile signor presidente Giorgio Napolitano, ho letto le sue dichiarazioni del 12 marzo 2013 rilasciate al termine dell’incontro con il comitato di Presidenza del CSM.

Concordo su molti passaggi, in particolare quando afferma che “i protagonisti e le istanze rappresentative della politica e della giustizia non possano percepirsi ed esprimersi come mondi ostili, guidati dal sospetto reciproco, anziché uniti in una comune responsabilità istituzionale”. E ancora quando auspica che “ da tutte le parti in conflitto - in particolare quelle politiche, titolari di grandi responsabilità nell’ordinamento democratico - si osservi quel senso del limite e della misura, il cui venir meno esporrebbe la Repubblica a gravi incognite e rischi”.

Sono perplesso, invece, quando rifletto sul significato implicito che leggo nel suo sollecitare “il rispetto di rigorose norme di comportamento da parte di quanti sono chiamati a indagare e giudicare, guardandosi dall’attribuirsi missioni improprie e osservando scrupolosamente i principi del “giusto processo” sanciti fin dal 1999 nell’art. 111 della Costituzione con particolare attenzione per le garanzie da riconoscere alla difesa”. Continua a leggere

La Legge Elettorale

La legge elettorale è uno strumento indispensabile per il funzionamento di ogni sistema politico basato sulla rappresentanza. Per comprenderne l’efficacia va valutata congiuntamente al sistema costituzionale in cui agisce.

Il nostro sistema è a totale centralità del Parlamento. La legge elettorale è lo strumento attraverso il quale gli elettori concorrono con il voto a determinare la consistenza dei partiti in Parlamento. Concorrono e non determinano: perché i meccanismi legislativi prevedendo il superamento di determinati quorum provocano la dispersione di molti voti. Chi supera i quorum si aggiudica il 100% dei seggi in palio a prescindere da quanti sono gli elettori che esercitano il diritto di voto.

Il nostro sistema non incentiva la partecipazione ma lucra sulla disaffezione: coloro che si disaffezionano alla politica non creano disturbo. Paradossalmente potrebbero votare i solo candidati e si spartirebbero i seggi: abbiamo costruito la moderna oligarchia dei truzzi. Continua a leggere

La Rappresentanza Popolare

Sento ancora qualcuno parlare di rappresentanza popolare. Mi spiegate di grazia in cosa consista?

In Italia per quanto vedo c’è un Parlamento che dal punto di vista giuridico, sostanziale, in fatto e in diritto, è costituito dai rappresentanti dei partiti. Rappresentanti scelti dai partiti e non dagli elettori i quali, appunto, votano i partiti e non le persone. I partiti scelgono e operano con modalità proprie delle associazioni private: nessuna trasparenza nei processi decisionali, totale assenza di democrazia interna. Chi parla di “rappresentanti del popolo” probabilmente vive in un mondo immaginario. Il parlamento è così estraneo al concetto di rappresentanza del popolo che si può permettere l’arbitrio di ignorare le decisioni del popolo, offeso e umiliato nelle sue deliberazioni (vedi gli esiti dei referendum sistematicamente violati), e di non avvertire la necessità di discutere in tempi certi le proposte di legge di iniziativa popolare. Ma senza fare discorsi complessi, chi parla di “rappresentanza popolare” non dovrebbe fare fatica a comprendere che non può esistere rappresentanza laddove i rappresentati non hanno il potere di scegliere i rappresentanti. Sembra un gioco di parole ma non lo è. Basta con l’insopportabile retorica: restituiamo il significato alle parole!