Boschi, basta la parola

Boschi8Qualcuno ricorderà lo slogan “Falqui, basta la parola”… erano i tempi di Carosello!
Falqui, il più noto lassativo… ascoltare Boschi è inizialmente rilassante, ma poi…

Chi ha ascoltato la puntata del 2 dicembre di Otto e Mezzo, se non si è lasciato distrarre dagli occhi blu e dalla ammaliante mimica facciale, non avrà potuto fare a meno di notare l’inconsistenza di quanto detto dal Ministro e la contraddittorietà di quanto affermava.

Gruber inizia ricordando che anche esponenti del PD sono coinvolti nella nuova indagine con annessa retata che scuote la politica romana.
Il ministro Boschi ci ricorda, bontà sua, che in Italia vige la presunzione di innocenza e aggiunge che il “PD romano deve fare chiarezza perché evidentemente esiste un problema“. Di grazia, su cosa deve fare chiarezza? Fa una indagine parallela?
O si aspetta l’esito delle indagini, dell’eventuale rinvio a giudizio e dei processi o cautelativamente un Partito decide di sospendere coloro che sono indagati o accusati di gravi reati. Delle due l’una. Non si comprende in cosa consista l’esortazione a fare chiarezza se si coniuga con la precisazione che tutti sono innocenti fino a prova contraria. Questione di regole, non di chiarezza. Continua a leggere

Il Senato dei… consigliori

Fiorito: poteva essere un Senatore

Fiorito: poteva essere un Senatore

Il bicameralismo perfetto non era molto gradito già ai tempi della Costituente. Allora i Costituenti non seppero trovare compromesso migliore tra le diverse posizioni; prevalse il timore di un esecutivo troppo forte – d’altra parte si usciva dal fascismo – e si presero decisioni che certamente privilegiarono la rappresentatività sulla governabilità.

In sintesi, la Costituzione prevede identici poteri per ciascuna delle due Camere che devono, entrambe, dare la fiducia all’Esecutivo (art. 94 Costituzione). Inizialmente prevedeva diversa durata per la legislatura del Senato e della Camera; tuttora prevede corpo elettorale diverso, assegnazione dei seggi su base regionale (art. 57 Costituzione), numero minimo di senatori per ciascuna Regione, anche senza diretta proporzione con la popolazione, cosicché Basilicata e Abruzzo hanno lo stesso numero di senatori sebbene la prima abbia la metà degli elettori della seconda.

L’eventualità che dalle elezioni non scaturisse una maggioranza di governo era ben presente sin dall’inizio e fu una consapevole scelta dei Costituenti: vollero che l’esecutivo fosse espressione del Parlamento, rappresentante della sovranità popolare.

Già nel 1953 si tentò di rafforzare la governabilità e la stabilità di governo modificando la legge elettorale. Tra infinite polemiche, la nuova legge fu approvata e passò alla storia come “legge truffa” perché alterava la proporzionalità della rappresentanza parlamentare assegnando un premio a chi avesse già conquistato la maggioranza assoluta. Il premio non scattò alle elezioni del 1953, la legge fu cancellata e si tornò alla legge precedente.

Così negli anni si cercò ancora di assicurare la governabilità agendo sempre sulla legge elettorale e lasciando inalterato l’assetto costituzionale, che rimane pur sempre a centralità parlamentare, vale a dire: gli elettori eleggono i parlamentari e questi decidono sul governo; il potere esecutivo è quindi nelle mani del Parlamento.

A forza di leggi elettorali che scimmiottavano sistemi maggioritari si è raccontata la favola del “governo eletto dal popolo” o del “premier voluto dagli elettori”. Continua a leggere