Cos’è la partitocrazia

La forma di governo creata dalla nostra Costituzione così come da altre costituzioni continentali, approda ad una forma esplicita di partitocrazia, e non di governo parlamentare.

La nostra Costituzione vieta ogni mandato imperativo, che leghi il rappresentante alla volontà degli elettori; ma allo stesso tempo la Costituzione e le leggi elettorali creano i presupposti di un ben più temibile mandato imperativo, il quale subordina gli eletti ai loro veri committenti, i quali non sono più gli elettori bensì le direzioni dei partiti.

Il Parlamento controlla il Governo ma le direzioni di partito controllano il Parlamento e, attraverso il Parlamento, il Governo; se poi direzione di partito e governo s’identificano, il controllato diventa controllore, con evidente eversione di ogni schema di governo parlamentare“.

Giuseppe Maranini, 1952

Non vi pare che questo scenario sia esattamente quel che si verifica in Italia e si rafforzerà con l’Italicum?

Non esiste possibilità alcuna di riformare questo Paese e contenere la dilagante corruzione se non si parte dal sistema dei Partiti per affermare trasparenza e metodo democratico nei processi decisionali interni ai partiti, nell’affidamento degli incarichi, nella selezione dei candidati.

Ancora su De Luca

De Luca è già stato eletto ed è già presidente della Campania perché la Costituzione e lo Statuto regionale prevedono la elezione diretta del Presidente di Regione, che è anche Presidente della Giunta regionale, l’organo di governo regionale.

Perché allora non è stato già sospeso applicando quanto previsto dalla legge Severino?

C’è chi afferma che questo sarebbe l’univo esito possibile della applicazione della Legge Severino e ogni deviazione da ciò sarebbe una forzatura.

La questione è più complessa e apre un conflitto tra l’applicazione della legge e altre nome anche di ordine superiore fino a investire la Costituzione stessa.

Non si può invocare l’applicazione rigorosa della legge Severino e contemporaneamente alterarla dando alla sospensione un valore che non ha. Chi vuole approfondire, legga la cosiddetta legge Severino, vale a dire il d.lgs. 31 dicembre 2012, n. 235 in particolare l’articolo 8.

Sospensione significa che bisogna lasciare aperta la possibilità della riammissione all’incarico da cui si è sospesi; è una forma di impedimento temporaneo, che può avere l’esito del reintegro nell’incarico elettivo o la decadenza in caso di sentenza passata in giudicato. La sospensione non è equivalente a ineleggibilità, incandidabilità o decadenza. Basti pensare al paradosso che se si tornasse al voto De Luca potrebbe ricandidarsi

Il problema, dunque, è da un lato la scelta del PD di candidare una persona che se eletta avrebbe causato questo caos, dall’altro la legge Severino che lascia dei buchi enormi e non si raccorda con le altre norme, a partire dalla Costituzione, che prevede l’elezione diretta del presidente e la decadenza di giunta e consiglio in caso di rimozione o impedimento permanente del presidente (art 126 Costituzione).

La sospensione non è un impedimento permanente e non è una rimozione.

Quindi il ritorno al voto, invocato come fatale esito di questa pasticciata situazione, è escluso perché creerebbe una situazione irreversibile rispetto al sospeso e un danno a tutto l’organo istituzionale con la decadenza di tutto il consiglio.

L’applicazione di una legge non è mai o quasi mai con una sola strada obbligata.

Se si fa prevalere il dato che il presidente è un componente del Consiglio, prima ancora di essere il presidente, De Luca dovrebbe essere già sospeso con tutte le conseguenze assurde che derivano da questa inflessibile applicazione della legge.

Se invece si fa prevalere la funzione di presidente, che la Severino non prende in considerazione ma la Costituzione sì, allora bisogna attendere la formazione della Giunta per poi sospenderlo e nel caso in futuro riammetterlo, ipotesi che l’applicazione della legge deve contemplare.

Questo porta al problema della efficacia retroattiva della sospensione, questione residuale che sarà rimessa a un eventuale giudizio e che per opportunismo politico adesso il PD non si porrà come per motivi elettorali non si è fatto alcun problema a candidare alla carica di Presidente una persona che se eletta sarebbe stata sospesa.

Quindi, i problemi sono:

la legge Severino, scritta male

l’inerzia dei legislatori

l’incoerenza e l’inaffidabilità del sistema dei partiti.

Da questo ultimo punto occorre partire per evitare che si possa ripetere quanto avvenuto e avviene da anni, motivo per cui è imperdonabile la superficialità della legge Severino. Avevamo già avuto i casi di ricandidatura di condannati, ricordate il caso Cuffaro, per fare un esempio su tutti? Non si doveva fare esclusivo affidamento sul senso di responsabilità dei partiti.

Serve una rigorosa disciplina legale dei partiti: personalità giuridica, democrazia e trasparenza nei processi decisionali interni ai partiti, nell’affidamento degli incarichi, nella selezione dei candidati.

Soldi e politica

A un anno di distanza dalla legge che ha formalmente abolito il finanziamento pubblico ai partiti e introdotto norme per accedere a nuovi benefici economici, possiamo dire che i benefici ci sono mentre la trasparenza e la democraticità interna ai partiti restano nebulose.

Qualcuno afferma, a partire dal legislatore che approva la nuova legge intitolandola “Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore”, che il finanziamento pubblico ai partiti sia stato abolito. Non è così, non solo perché il vecchio sistema di finanziamento è gradualmente abolito, ma soprattutto perché in forma diversa sono sempre soldi pubblici quelli che sono messi nella disponibilità dei partiti. Devolvere ai partiti parte delle tasse pagate dai contribuenti o far pagare meno tasse grazie a sgravi fiscali significa utilizzare risorse pubbliche. Continua a leggere

Cambio sesso: il verso del cambiamento

renziTWBisogna cambiare, non si può restare fermi. A ogni costo occorre cambiare.
Credo che ci resti solo di cambiare… sesso.
Quasi quasi, cambio sesso!

Tutto il resto è già cambiato in questi decenni, il mondo è cambiato. La nostra Costituzione, il mondo del lavoro, la legge elettorale, i partiti politici… tutto è cambiato.
Ma non ho ancora cambiato sesso.

Sempre più spesso alle critiche che esprimo sulla proposta di legge elettorale in discussione e sulla riforma della Costituzione e sul sistema politico nel suo insieme… ricevo come risposta “bisogna cambiare“, “non si può stare fermi” persino rafforzando questa ferma convinzione anche con la consapevolezza che il cambiamento possa essere in peggio. Continua a leggere

I Partiti e la democrazia

Se si parla di moralizzare la vita pubblica, il primo e il più importante provvedimento deve essere quello di togliere la grave accusa diretta ai partiti e ai candidati dell’uso indebito del denaro per la propaganda elettorale. Il problema è più largo di quel che non sia la spesa elettorale; noi abbiamo oramai una struttura partitica le cui spese aumentano di anno in anno in maniera tale da superare ogni immaginazione. (…) Quando entrate e spese sono circondate dal segreto della loro provenienza e della loro destinazione, la corruzione diviene impunita; manca la sanzione morale della pubblica opinione; manca quella legale del magistrato; si diffonde nel paese il senso di sfiducia nel sistema parlamentare. Ecco i motivi fondamentali che rendono urgenti i provvedimenti da me proposti circa i finanziamenti e le spese dei partiti nel loro funzionamento normale; dei partiti e dei candidati nelle elezioni politiche e amministrative.
Per ottenere questi scopi di pubblica moralizzazione, occorre anzitutto affrontare il problema giuridico della figura e dell’attività dei partiti.

Luigi-SturzoCosì scriveva il senatore a vita Luigi Sturzo nel 1958 presentando il progetto  “Disposizioni riguardanti i partiti politici e i candidati alle elezioni politiche e amministrative“.

Siamo nel 1958, quindi oltre un decennio dopo le analoghe questioni poste in Assemblea Costituente e prima ancora lucidamente esposte nel “progetto Mortati”… quando ancora c’era la monarchia e molti anni prima della famosa “questione morale” posta da Enrico Berlinguer, nella celebre intervista a Scalfari.

Il tema della democrazia è da sempre intrinsecamente connesso con il ruolo e la natura dei Partiti: non può esservi democrazia se non sono democratici i partiti politici, sosterrà appassionatamente Calamandrei in Assemblea Costituente.

Rimase inascoltato e a breve si svilupperanno tutte quelle tendenze che daranno vita al nuovo autoritarismo partitico che Maranini definì “partitocrazia”.

Invano si discuterà di regolamentazione dei partiti in occasione dell’approvazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti (1974) e in Commissione Bicamerale per le Riforme Istituzionali (la cosiddetta Commissione Bozzi, 1983-1985) e via via nelle successive legislature, con progetti di ogni colore politico,  sino a quella attuale senza mai giungere a un risultato. Continua a leggere

Antipolitica patologia eversiva

napolitano linceiIl 10 dicembre 2014, all’Accademia dei Lincei, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha pronunciato un denso discorso in cui un passaggio in particolare ha destato molte critiche.

Afferma il Presidente: “Ma così la critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obbiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi differenziati, è degenerata in anti-politica, cioè, lo ripeto, in patologia eversiva”.

L’antipolitica è una patologia eversiva?

Non sono d’accordo, Presidente. Continua a leggere

Cantone, non banalizziamo

partitocraziaCantone è preoccupato per il clima che percepisce nel Paese; un clima da ’93 in cui prevale la criminalizzazione di tutta la classe politica, un clima giustizialista che ricorda i tempi di Mani Pulite.

E’ naturale, perché da Tangentopoli assistiamo a un crescendo di corruzione che non ha risparmiato nemmeno le tragedie del terremoto in Abruzzo.

Certamente ci sono segnali positivi, ma bastano?

Certo, la nuova politica ha istituito la Commissione Anticorruzione o meglio ha attuato quanto già previsto dalla legge n. 190/2012 che a sua volta rappresenta una evoluzione di quanto previsto  dalla riforma Brunetta  del 2009… e ha con unanimità affidato la guida della Commissione a Raffaele Cantone, benissimo… ma è una cosa perfettamente in continuità con la storia Repubblicana.

La politica che è stata protagonista di Tangentopoli aveva nominato Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone, istituito pool antimafia, task force e commissari straordinari con poteri eccezionali…

La Commissione Anticorruzione potrà stroncare sul nascere tentativi di corruzionema se nuovi eserciti di faccendieri e lestofanti sono immessi nel sistema da coloro che governano il sistema stesso allora la lotta è persa in partenza. Diventa un po’ come  la lotta al traffico di droga… ogni anno aumentano i quantitativi sequestrati, i trafficanti arrestati… e aumenta il consumo di droga e anche il prezzo della droga, perché occorre remunerare di più chi corre rischi più alti.

La prevenzione, il livello militare e repressivo, sono fondamentali, ma non bastano.

Occorre agire alle radici, se vogliamo ricondurre la corruzione a livelli fisiologici.

E alle radici c’è il sistema politico: i partiti, che hanno il monopolio della politica nelle Istituzioni e che attraverso propri uomini di fiducia controllano fiumi di denaro… Asl, trasporti locali, gestione dei rifiuti, appalti, politiche sociali, fondazioni bancarie…

Quindi, Cantone, non banalizziamo con domande retoricheL’indagine di Roma non ha dimostrato che i soldi servivano per comprare voti in qualche caso destinati perfino alle primarie? Non è la prova che forse le preferenze rischiano di peggiorare la situazione?

Non banalizziamo.

Nessun bipede pensante ritiene che la preferenza sia la panacea che purificherà il mondo politico. Continua a leggere

Quale discontinuità?

Da mesi sentiamo molti esponenti del Governo e del PD affermare con veemenza e orgoglio che loro segnano una discontinuità con il passato.

Quale discontinuità? In cosa consiste?

Renzi, Boschi, Delrio, Moretti… non ho dubbi sul fatto che voi non abbiate rubato e che non si debba fare di ogni erba un fascio… ma lo stesso lo possono affermare tanti esponenti del governo Letta, Monti, Berlusconi e delle precedenti maggioranze… o volete dirci che tutti gli esponenti delle precedenti maggioranze erano ladri e complici dei ladri? No, non potete affermarlo, un pezzo di quella vecchia maggioranza è con voi al Governo…

Discontinuità perché ci sono tante facce nuove? Beh, anche il governo del 2008 di sua eccellenza il cavaliere Silvio Berlusconi aveva tante facce nuove, giovani e anche tante donne. E anche quel Parlamento aveva tantissime new entry

Allora, di grazia, in cosa consiste questa decantata discontinuità?

Certo, avete istituito una Commissione Anticorruzione o meglio avete attuato quanto già previsto dalla legge n. 190/2012 che a sua volta rappresentava una evoluzione di quanto previsto  dalla “riforma Brunetta”  del 2009… e avete con piena unanimità affidato la guida della Commissione a Raffaele Cantone, benissimo… ma è un evento perfettamente in continuità con la storia Repubblicana. Anche la politica che è stata protagonista di Tangentopoli aveva nominato Carlo Alberto Dalla Chiesa, Giovanni Falcone, istituito task force e commissari straordinari con poteri eccezionali…

Lo stesso Cantone afferma che “Da questa inchiesta romana emerge una classe politica completamente subalterna alle lobby criminali” e su Expo aveva già detto che la politica si era girata dall’altra parte. Quella politica che ritiene indispensabile avvalersi della collaborazione di personaggi come Greganti, Frigerio… e di tanti figuri noti ai casellari giudiziali…

Allora, il punto è molto semplice: sarà discontinuo con il passato chi si adopererà per realizzare un sistema in cui i soggetti politici operano in trasparenza e scelgono con metodo democratico e trasparente i candidati e le persone a cui affidare gli incarichi.

Sono i partiti che scelgono i candidati, li collocano nelle Istituzioni, nominano le persone che gestiscono le aziende pubbliche, scelgono i consulenti, affidano incarichi… tutto il sistema è affidato a poche persone che controllano tutto a livello nazionale e locale.  E voi su tutto questo mondo non avete fatto alcunché e non date segno di voler fare alcunché…

Non vedo alcun metodo nuovo che permetta di poter affermare che c’è discontinuità con il passato.

Allora, sarete anche onesti ma siete tanto onesti quanto  ingenui… perché state perpetuando quel sistema che consente da sempre la continua immissione nel sistema istituzionale di faccendieri, malavitosi e istrioni che utilizzano la politica per soddisfare il personale  bisogno occupazionale, e già sarebbe un lusso se si limitassero a ciò. E persino le vostre fondamentali riforme di cui andate tanto fieri, l’Italicum e la riforma del Senato, rafforzano questo sistema partitocratico che ha aperto le porte al più bieco familismo, clientelismo e a ogni infiltrazione malavitosa.

Serve, allora, una riforma che trasformi i partiti da associazioni private in organismi gestiti democraticamente, con trasparenza nei processi decisionali e nella selezione del personale politico. Serve che la politica abbandoni il controllo delle aziende pubbliche, delle fondazioni bancarie, delle Asl, delle società municipalizzate…

La gestione pubblica non può basarsi sul rapporto di fiducia; deve basarsi su trasparenza, meritocrazia, controllo popolare

Questo vale per tutti. Abbiamo visto come i rapporti di fiducia nella Lega, nella Margherita… abbiano lasciato le porte aperte a ogni disonestà… Volete con questi metodi con cui gestite i Partiti gestire anche il Paese? Bene, rischiamo di avere presto un Presidente della Repubblica di Cosa Nostra!

Allora, in cosa consiste la discontinuità di questo Governo?

Boschi, basta la parola

Boschi8Qualcuno ricorderà lo slogan “Falqui, basta la parola”… erano i tempi di Carosello!
Falqui, il più noto  lassativo… ascoltare Boschi è inizialmente rilassante, ma poi…

Chi ha ascoltato la puntata del 2 dicembre di Otto e Mezzo, se non si è lasciato distrarre dagli occhi blu e dalla ammaliante mimica facciale, non avrà potuto fare a meno di notare l’inconsistenza di quanto detto dal Ministro e la contraddittorietà di quanto affermava.

Gruber inizia ricordando che anche esponenti del PD sono coinvolti nella nuova indagine con annessa retata che scuote la politica romana.
Il ministro Boschi ci ricorda, bontà sua, che in Italia vige la presunzione di innocenza e aggiunge che il “PD romano deve fare chiarezza perché evidentemente esiste un problema“. Di grazia, su cosa deve fare chiarezza? Fa una indagine parallela?
O si aspetta l’esito delle indagini, dell’eventuale rinvio a giudizio e dei processi o cautelativamente un Partito decide di sospendere coloro che sono indagati o accusati di gravi reati. Delle due l’una. Non si comprende in cosa consista l’esortazione a fare chiarezza se si coniuga con la precisazione che tutti sono innocenti fino a prova contraria. Questione di regole, non di chiarezza. Continua a leggere

Sentenza clamorosa… urlano gli strilloni

Lo dice la Cassazione…

Come di consueto, a ogni sentenza si scatena la gazzarra dovuta a ignoranza, pessima abitudine di ripetere quel che altri dicono senza alcun approfondimento o verifica, malafede, ovvero disonestà intellettuale, pessimo sistema dell’informazione.

Questa volta a essere stravolta è la sentenza di Cassazione 8878\14 del 4 aprile 2014 le cui motivazioni sono state depositate il 16 aprile.

Scatena le danza il Blog di Beppe Grillo con  La Cassazione: il Parlamento è incostituzionale #Napolitanoacasa e seguono gli eserciti dei discepoli fedeli che sui social network suonano la grancassa, senza ovviamente prendersi la briga di leggere la sentenza. Continua a leggere