Il PdL, tanto rumore per nulla

urloLa Cassazione ha confermato la condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale: 4 anni di cui tre coperti da indulto. La Cassazione rinvia a un nuovo processo d’appello per rideterminare la misura dell’interdizione dai pubblici uffici.

La condanna nell’ambito del cosiddetto “processo Mediaset” riguarda fatti estranei alla vita politica. Non esiste alcun “caso politico”: la magistratura ha ritenuto di aver accertato responsabilità penali nelle scelte compiute dall’imputato nell’ambito della sua attività imprenditoriale e, conseguentemente, ha emesso una sentenza di condanna. Continua a leggere

Certi magistrati

Da diciannove anni una parte politica denuncia con forza di essere perseguitata da “certi magistrati”, da alcune Procure. Se “certi magistrati” possono impunemente perseguitare una persona e attraverso questa una parte politica significa che all’interno della magistratura non ci sono freni allo strapotere di un esiguo gruppo di magistrati. Significa che l’ordinamento giudiziario nel suo insieme e nella sua interezza non è in grado di auto-amministrarsi e di fermare l’operato di alcuni pazzi scellerati che attentano ai poteri costituzionali. Quindi, tutta la magistratura è colpevole e complice di quei “certi magistrati”. Oppure, la persecuzione non c’è e siamo in presenza di una persona iperattiva e dal profilo giudiziario molto border line. Tertium non datur.

Democrazia in pericolo

Da Capezzone a Bondi passando per Lupi e Santanchè, ovvero dal nulla al nulla transitando per la politica valoriale della liberazione in comunione con “tanto io non gliela dò“, il centrodestra grida al lupo: la democrazia è in pericolo! Udite udite i magistrati esercitano un diritto previsto dall’ordinamento: disporre una visita medica fiscale per accertare l’effettiva impossibilità di un imputato a partecipare a una udienza. Considerato il ruolo ricoperto dall’imputato la richiesta del magistrato non è il massimo della carineria ma considerato il giudizio reiteratamente espresso dall’imputato nei confronti della magistratura sarebbe sorprendente se ci fosse qualche carineria riservata all’imputato.

LA CREDIBILITA’ DELLE ISTITUZIONI

Le istituzioni sono delle astrazioni che prendono corpo nelle persone che le rappresentano. Le istituzioni sono credibili quando le persone lo sono, ma anche quando le persone si dimostrano indegne di rappresentarle purché l’istituzione dimostri di saper fare pulizia e si adoperi con trasparenza perché sia punito ogni illecito e ogni forma di complicità e connivenza con la criminalità e l’illegalità.

Ogni organizzazione pubblica e istituzione deve porre la massima attenzione al reclutamento dei propri membri, dotarsi di severi sistemi di controllo e di monitoraggio, darsi regole che assicurino efficienza, trasparenza, pulizia e capacità di autoriforma. In un sistema democratico i poteri di controllo sono forti e assicurano imparzialità, certezza delle regole, celerità d’intervento.

Vedete tracce di qualcosa di simile nelle nostre Istituzioni?

NO e quindi occorre constatare che le nostre istituzioni non sono credibili. Continua a leggere

Ingroia e la Rivoluzione Civile

Sentivamo il bisogno dell’ennesimo magistrato in Parlamento?

Francamente NO. Preferirei magistrati impegnati a rendere efficiente la macchina della giustizia e, considerata l’autonomia di cui gode l’ordinamento giudiziario, probabilmente qualche responsabilità sull’eterna inefficienza della giustizia compete anche ai magistrati. Se poi consideriamo i tanti magistrati distaccati presso i ministeri, impegnati a scrivere leggi in una lingua sconosciuta persino a loro, allora le responsabilità aumentano. Se poi considero il tanto impegno profuso da tanti magistrati nella difesa di interessi corporativi, allora proprio non sento il bisogno di magistrati impegnati in un Parlamento che già brilla di suo per corporativismo e familismo. Continua a leggere