La legge elettorale del 2005, nota come Porcellum, presenta rilevanti e non manifestamente infondate questioni di legittimità costituzionale. Questa volta il giudizio è della Corte di Cassazione che, nelle motivazioni con cui rimette il giudizio alla Corte Costituzionale, accoglie i rilievi riguardo a premio di maggioranza alla Camera, premio di maggioranza al Senato, liste bloccate che delegano agli organi di partito l’effettiva selezione dei parlamentari; respingono i rilievi relativamente all’indicazione del candidato premier poiché questa non è lesiva delle prerogative del Presidente della Repubblica e non introduce nemmeno surrettiziamente un sistema presidenziale.
Riguardo alla legge elettorale la Cassazione non dice nulla di nuovo. I rilievi sono ampiamente evidenti e sono stati sollevati sin dal momento dell’approvazione della legge. I rilievi della Corte confermano piuttosto quanta cialtronaggine sia dominante tra coloro che hanno occupato e occupano il Parlamento. Basta un po’ di buon senso per vedere quel che la Cassazione afferma con osservazioni tanto elementari quanto incontestabili. In realtà il Porcellum è l’ultimo atto di un lungo processo parlamentare con il quale siamo passati dal Partito Stato allo Stato dei Partiti. Continua a leggere