Proseguono su Italicum le metafore ferroviarie.
L’insistenza su treni e binari, l’infelice nome Italicum (ricorda la strage dell’Italicus) segnalano un chiaro lapsus freudiano: il giudizio espresso non corrisponde all’effettiva valutazione.
Torniamo al treno delle riforme e ai binari segnati dalla Corte.
Del treno al momento c’è solo una proposta di riforma elettorale. Se i tempi sono realmente maturi per le riforme, come ci ripetono con stanco entusiasmo, perché non iniziano dal superamento del bicameralismo perfetto? Riforma attesa da quando è nata la Repubblica e prima causa della difficile governabilità.
Torniamo ai trenini… tanto cari a politici, giornalisti e costituzionalisti.
Mi adatto a loro e quindi proseguo la metafora ferroviaria, ma vi informo subito che il fantomatico treno in realtà sta deragliando dai binari indicati dalla Corte.
Giunti a questo punto mi chiedo perché non aboliscano la Corte Costituzionale, tanto nei fatti la ignorano senza alcun riguardo.
Questa volta a offrirmi lo spunto per queste riflessioni è Andrea Manzella, docente e costituzionalista nonché più volte parlamentare, che su la Repubblica del 31 gennaio 2014 pubblica l’articolo “L’Italicum viaggia sui binari della Corte”. Continua a leggere