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8 marzo, fuori dal coro

Tante parlamentari stanno conducendo in Parlamento una battaglia per affermare l’equilibrio di genere tra i candidati alle cariche elettive. Premesso che ci sono in Italia ataviche arretratezze che hanno ostacolato e ostacolano la presenza delle donne in politica e nelle istituzioni, questa battaglia, posta nei termini in cui è stata posta, è sbagliata, inefficace, probabilmente ipocrita.

Sbagliata perché non è rilevante che per ogni Razzi maschio ci sia in parlamento una Razzi femmina (dove il Razzi è un tipo, una presenza emblematica di un parlamentare che non è stato scelto dagli elettori ma dalle segreterie dei partiti).

Inefficace perché non affronta e non risolve i problemi che determinano il disequilibrio di genere. Infatti, la presenza femminile in Parlamento è un risultato, un prodotto di scelte effettuate; da chi? perché? cosa c’è a monte di questo risultato? cosa ha prodotto questo risultato?

Probabilmente ipocrita perché nasconde i reali problemi evidenti anche a queste battagliere nominate; se invece queste parlamentari non vedono i problemi, significa che sono incapaci, parolaie e inconcludenti… tanto quanto i loro colleghi di sesso maschile.

Ieri, oggi e con ogni probabilità anche domani sono stati sono e saranno i partiti a selezionare le persone da indicare in lista. Anche con Italicum saranno sempre i partiti a decidere chi mandare in Parlamento non essendo prevista la partecipazione dei cittadini prima alla selezione dei candidati e poi tra i candidati…

Italicum, infatti, non prevede primarie, non prevede preferenze, prevede liste bloccate.

Il Parlamento è e sarà anche con Italicum l’assemblea dei rappresentanti dei partiti.

Il dato che anche i nominati di sesso femminile non affrontino il tema della selezione dei candidati e della democrazia interna ai partiti dimostra che il sesso dei parlamentari non è garanzia di efficienza, sensibilità politica, capacità. D’altra parte, tanto i parlamentari quanto le parlamentari sono scelti e scelte dalle stesse oligarchie che guidano i partiti.

E qui sta il punto. Se il potere di selezionare le presenze femminili in Parlamento sarà ancora affidato sempre ai soliti pochi che controllano i Partiti, anche le presenze femminili saranno sempre dello stesso genere…

Triste constatare che le donne stiano perdendo un’ottima occasione per dimostrare che sono effettivamente portatrici di una diversa sensibilità, attenzione, cultura del potere rispetto ai colleghi maschi. L’appiattimento femminile sugli stereotipi culturali maschili rafforza ancora una volta la convinzione che il maschilismo non è una prerogativa dei maschi: appartiene al genere umano, senza distinzione di genere. Maschilismo al femminile.

Irrilevante quale sia il sesso dei parlamentari se non si è disposti ad affrontare il tema vero e unico nella formazione del corpo legislativo: chi sceglie i candidati, con quali criteri i candidati sono selezionati, che strumenti ha il popolo sovrano per contribuire alla selezione dei candidati e poi per scegliere tra i candidati.

Poiché sono i partiti che scelgono chi mettere in lista, se esiste un problema di discriminazione di genere (ed esiste) la causa del problema va ricercata all’interno dei partiti stessi.

Affrontare e risolvere il tema dell’equilibrio di genere significa sciogliere il nodo della democrazia interna ai partiti: democrazia e trasparenza nei processi decisionali, compreso il delicato compito di selezionare e candidare le persone.

Sciocco pensare che la soluzione sia costringere i partiti a candidare uomini e donne in pari numero. I partiti, infatti, risolveranno il problema candidando donne servili, obbedienti e fedeli… ma perfettamente incapaci, inconcludenti e inutili come tanti maschietti che calcano da decenni il palcoscenico politico.

brunettaHa ragione Renato Brunetta quando afferma “se le quote sono in mano a chi detiene il potere, diventano un altro modo per perpetuare gli squilibri” con il rischio che sarebbero piazzate le donne “più ubbidienti… o peggio”.

L’aspetto tragicomico della faccenda è che quanto Brunetta afferma… vale per le donne e… vale anche per lui e per gli altri maschietti, tra cui uomini, mezzi uomini, ominicchi, pigliainculo e quaquaraquà

Le cronache politiche non riportano traccia di attività del finto vulcano Brunetta per scalfire il potere detenuto sempre nelle stesse mani… Forse non ha capito, in oltre 8 anni, che il porcellum ha messo il potere di scelta dei rappresentanti nelle mani della solita banda dei quattro… la stessa banda che ha scelto lui. E non ci sono segni che in futuro le cose andranno diversamente… Brunetta ha detto cose giuste senza rendersi conto del significato di quel che ha detto. Un politico parolaio come tanti, che non rappresenta nessuno; seguirlo è una certezza di oziosa perdita di tempo. Francamente sono poco interessato a dover dire le stesse cose a una gentile brunetta. Non mi cambia la vita se le cazzate le dice un uomo o una donna …

Care donne, se volete condurre una battaglia meritoria preoccupatevi di affermare una disciplina legale per realizzare l’articolo 49 della Costituzione: non esiste democrazia se i partiti non sono organizzati in modo democratico.

La stessa Corte Costituzionale nel bocciare alcune parti del porcellum ha ricordato che le funzioni dei partiti devono “ essere preordinate ad agevolare la partecipazione alla vita politica dei cittadini ed alla realizzazione di linee programmatiche che le formazioni politiche sottopongono al corpo elettorale, al fine di consentire una scelta più chiara e consapevole anche in riferimento ai candidati”.

Una democrazia non può esser tale se non sono democratici anche i partiti in cui si formano i programmi e in cui si scelgono gli uomini che poi vengono esteriormente eletti coi sistemi democratici (Calamandrei in Assemblea Costituente).

Se invece, care donne, ripiegate su questa misera e insignificante battaglia di numerico equilibrio di genere a valle ma non a monte… allora con molta franchezza vi dico che di quante sarete in parlamento non me ne frega una mazza perché continuate a rafforzare il sistema partitocratico e oligarchico.

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