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VIVA L’IGNORANZA

impiccatoSi direbbe che il Parlamento non sia figlio della Costituzione, cattiva matrigna checché ne dica Benigni… Oppure la Costituzione è così complessa da comprendere che bisogna essere come minimo presidente emerito della Corte Costituzionale per iniziare ad avvicinarla… Peggio dei più antichi libri sacri. Se è così, allora la nostra Costituzione fa letteralmente schifo perché la Costituzione deve essere semplice, chiara e immediatamente comprensibile almeno negli aspetti essenziali. Se invece le cose non stanno così, allora sono i politici che fanno carta straccia della Costituzione e se questa ipotesi fosse corretta potremmo affermare che il Parlamento rischia di divenire un organo sovversivo dell’ordinamento costituzionale. Insomma, siamo messi proprio male.

Lo spunto di queste riflessioni è offerto dalle dichiarazioni del presidente del Senato, Pietro Grasso: per procedere alla formazione delle Commissioni Parlamentari occorre definire maggioranza e opposizione anche perché per legge alcune Commissioni spettano all’opposizione.

E qui mando affanculo i miei docenti che evidentemente non mi hanno insegnato molto. Controllo veloce della Costituzione e ho la conferma che il mio ricordo è corretto. L’art. 72 della Costituzione indica che le commissioni devono essere “composte in modo da rispecchiare le proporzioni dei gruppi parlamentari.

La Costituzione nulla dice riguardo a maggioranza e opposizione; nulla dice riguardo a commissioni riservate all’opposizione e in ogni caso logica vorrebbe che solo queste ultime restino ferme in attesa di definire i rapporti tra maggioranza e opposizione.

In ogni caso, l’istituzionalizzazione della ripartizione parlamentare tra maggioranza e opposizione ha il sapore di stantia prassi che non trova riscontro nello spirito e nella lettera della Costituzione.

Al massimo dipenderà da regolamenti e leggi ordinarie che si debba attendere la fiducia al nuovo esecutivo per dare vita alle commissioni, reali motori dei lavori parlamentari giacché è nelle commissioni che i provvedimenti sono discussi prima di approdare all’assemblea. Può un regolamento, una legge stabilire criteri non conformi con la Costituzione?

Se il criterio è costituire le commissioni riproducendo la proporzione tra i gruppi parlamentari, che c’entra la ripartizione tra maggioranza e opposizione?

Persino una verifica del regolamento del Senato (articoli 21, 22, 27, 28) mi conferma che la formazione delle Commissioni permanenti non ha nulla da spartire con la ripartizione del Parlamento tra opposizione e maggioranza.

La legge prevede esclusivamente che la presidenza di alcuni Comitati di garanzia sia affidata a esponenti dell’opposizione (COPASIR, COPACO, Comitato parlamentare per i procedimenti d’accusa) ma si tratta di Comitati e non di Commissioni.

In definitiva è solo per prassi che si attende la fiducia al nuovo esecutivo. Non è così che si avvia una stagione di trasparenza e rinnovamento. Non è così che i Cittadini potranno innamorarsi delle Istituzioni che continueranno a sentire distanti, incomprensibili, retoriche, inaffidabili, inconcludenti…

Se per piena aderenza alla Costituzione e alle Leggi fosse cambiata la prassi (che per inciso dovrebbe fare sempre un passo indietro laddove c’è una norma scritta), ovviamente, il calendario dei lavori sarà determinato dai competenti uffici parlamentari e non essendoci un esecutivo che ha ottenuto la fiducia da entrambe le Camere non ci potrà essere il rito “abbreviato per urgenza”, tranne i casi un cui il Parlamento dovesse autonomamente ritenere urgente una iniziativa proposta dall’Esecutivo in carica, che pur sempre esiste. Il Governo esiste e quindi le Commissioni potranno chiedere ai competenti Ministri tutta la documentazione di cui necessitano. Il Governo potrà chiedere la convocazione delle Commissioni ma non avrà certezza che la richiesta sia accolta poiché non può contare aprioristicamente su una maggioranza… Nulla è nei fatti impedito.

Tutte le obiezioni sollevate sulla formazione delle Commissioni appaiono fragili e pretestuose, oltre a essere rivelatrici di una sostanziale subalternità del Parlamento all’Esecutivo.

Hanno raccontato la favola dell’esecutivo scelto dagli elettori e coerentemente ci propinano la storiella che poiché noi elettori non abbiamo votato bene e non abbiamo scelto alcun governo loro non possono lavorare…

Si verifica la situazione paradossale che il Parlamento non può lavorare perché manca un Esecutivo che goda della fiducia di questo Parlamento dal quale dipende la mancata esistenza dell’Esecutivo fiduciato!

Sono ignorante, e a questo punto ne sono fiero, mentre Grasso è persona competente e di notevole cultura giuridica, ma se la cultura significa rendere incomprensibile ogni cosa, allora dico VIVA L’IGNORANZA ABBASSO LA CULTURA!

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