I diritti delle minoranze parlamentari

I sostenitori della riforma costituzionale si vantano di aver ampliato i diritti delle minoranze parlamentari e di aver introdotto, per la prima volta nel nostro ordinamento, lo Statuto delle Opposizioni.

Molto interessate.

Di cosa si tratta?

Per comprenderlo occorre fare riferimento all’art. 64 del nuovo testo costituzionale.

Il primo comma dell’art 64 è invariato: “Ciascuna Camera adotta il proprio regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti.

Il nuovo secondo comma recita: “I regolamenti delle Camere garantiscono i diritti delle minoranze parlamentari. Il regolamento della Camera dei deputati disciplina lo statuto delle opposizioni.

Questo sarebbe il grande ampliamento delle garanzie per le minoranze?

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Renzi lancia i Comitati per il SI

NORenzi lancia i Comitati per il SI al referendum confermativo sulla Riforma Costituzionale. Ovviamente, la cosa non sorprende nessuno e saremo felici di confrontarci sui contenuti e non sul suo destino politico o su menzogne.

I sostenitori del SI hanno facili argomenti persuasivi: meno parlamentari, meno spese per il parlamento, più efficienza istituzionale, più governabilità.

La riforma va letta con la legge elettorale, ma tenendo ben distinte le due cose.

Due parole sul metodo con cui si è arrivati a questa riforma, prima di entrare nel merito.

Inaccettabile che un parlamento, nato coartando (il termine è della Corte Costituzionale sentenza 1/2014) la volontà popolare nel legittimo e fondamentale diritto di scegliere i rappresentanti parlamentari, alterato nella consistenza dei gruppi parlamentari da premi incostituzionali, si arroghi il diritto di riformare la Costituzione.

Governo e Parlamento stanno trasformando l’assetto istituzionale della Repubblica, senza averne il mandato politico e utilizzando in modo improprio gli strumenti previsti dalla Costituzione, l’art. 138.

Revisione della Costituzione non significa trasformazione, significa intervento manutentivo. Un conto è rifarsi il seno altra cosa è cambiare sesso.

Governo e Parlamento stanno cambiando sesso alla nostra Repubblica. Continua a leggere