Da anni si dibatte intorno alla necessità di avviare una nuova fase costituente. Chi dovrebbe condurre questa nuova fase costituente? Con quale investitura? Per quali finalità?
Sinora il Parlamento ha messo mano alla Costituzione in modo corposo e incisivo. Perché pensare che adesso serva un organo distinto da quello previsto dalla Costituzione stessa?
Sul piano giuridico questo Parlamento ha il potere di procedere alla revisione della Costituzione ai sensi dell’art. 138. Un conto è la “revisione” che ha carattere limitato e manutentivo, altra cosa è la riscrittura di cui si sente spesso parlare. Sul piano politico e culturale questo Parlamento ha il mandato e l’investitura per procedere alla riscrittura della Costituzione?
L’attuale Parlamento “rappresenta” in modo non proporzionale solo due terzi degli elettori; i parlamentari non sono stati scelti dagli elettori ma dai partiti che a loro volta non sono organizzati con metodi democratici.
I parlamentari dal punto di vista oggettivo e sostanziale rappresentano i partiti, associazioni private a cui irresponsabilmente i Costituenti affidarono il monopolio della politica nonostante i moniti lucidi e di assoluto buon senso di uno dei grandi costituenti, Piero Calamandrei.
L’idea che questo parlamento metta mano alla Costituzione o addirittura la riscriva non mi entusiasma. Come minimo vorrei che si procedesse alla elezione di una nuova assemblea costituente su basi rigorosamente proporzionali e con processi di selezione aperti a ogni cittadino che voglia candidarsi a questo ruolo. Ancor meno entusiasta sono all’idea che questo Parlamento con apposita Legge affidi l’incarico costituente a un Organismo allo scopo costituito, magari composto anche da persone esterne al Parlamento. Ci troveremmo poi, molto probabilmente, a esprimerci sulla riforma con un referendum confermativo del tipo prendere o lasciare. Preferibile allora che sia il Parlamento a intervenire su diversi punti con specifiche riforme per ciascun ambito omogeneo e che su ciascuno il popolo sovrano possa poi esprimersi.
Nel 2006 l’elettorato ha respinto la corposa riforma costituzionale approvata dal centrodestra. Complessivamente quella riforma non convinceva ma vi erano alcuni aspetti positivi che probabilmente sarebbero passati se si fosse potuto votare per ambiti omogenei. Quella riforma andava verso una forma costituzionale più presidenziale e certamente rafforzava i poteri del primo ministro. E’ stata respinta, eppure molti affermano che gli italiani vogliono un sistema presidenziale e che gradiscono l’elezione diretta del governo. Molti hanno affermato nella scorsa legislatura che Berlusconi era l’unica carica dello Stato eletta direttamente dal popolo, affermazione totalmente falsa, e che, di contro, il governo Monti non era stato votato dal popolo, affermazione vera come per tutti i governi repubblicani. Queste premesse, questa faciloneria, banalità e superficialità, questo pressapochismo che caratterizza ampia parte del nostro Parlamento non inducono ad avere fiducia nel nuovo corso costituente di cui forse a breve i legislatori dei partiti si occuperanno.
Sono molto perplesso su una eventuale riforma costituzionale, non tanto per il timore di chi e come, ma perchè ritengo che si sia già uccisa la carta costituzionale aderendo al trattato di Lisbona. Anche se alcuni parlano di questo trattato solo di norme orientative di fatto regola già ampiamente la vita dei diversi paesi aderenti. L’avere aderito senza una consultazione popolare, ci fu solo un voto parlamentare, fu un golpe nei confronti della nostra carta. Nonostante per certi aspetti e poche voci sia più avanti rispetto alla nostra carta costituzionale, toglie sicuramente l’autonomia dei governi nazionali. Un piccolo passaggio di tale normativa recita qualora esista un contrasto tra la normativa europea e quella nazionale prevale la normativa europea. Come dire fine dei giochi adesso siamo tutti europei niente intransigenze territoriali. E lo si è visto quando nel luglio (se ricordo bene) del 2011 il silvio nazionale andò a Bruxelles con il capo coperto di ceneri a prendersi la romanzina da parte dell’europa e ritornò con i compiti che il suo governo non aveva svolto in tutti gli anni che aveva governato. Infatti per non fare la figura del bastonatore passò la palla a Monti che ha svolto il lavoro sporco. Il voler riformare la costituzione di fatto già superata è solo fumo negli occhi per distogliere l’attenzione da altre questioni più spinose.
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I temi che poni sono molto corposi. Diciamo che anche il trattato di Lisbona è in gran parte non attuato. Magari sul tema ci torneremo in modo specifico.
Riguardo alla nostra Costituzione, mi preoccupa la banalità con cui si affrontano i diversi temi; e se questa banalità la coniughiamo con la volontà di voler riscrivere la Costituzione e le regole per modificarla senza aver ricevuto alcun mandato e soprattutto da parte di un parlamento che non rispecchia i rapporti di forza presenti nel Paese (ed eletto con una legge in odore di incostituzionalità)… c’è da stare poco allegri.
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