La riforma Giannini

stefania gianniniLa proposta governativa di riforma della scuola non affronta alcun problema reale della scuola.

Ancora una volta, il ministro preposto, questa volta è il turno di Stefania Giannini, insiste a riformare la scuola con lo stesso approccio che si segue dalla fine degli anni 80.
Cambia il linguaggio, ma non la sostanza.
Ancora una volta, una riforma è spacciata per innovativa e rivoluzionaria, subito definita, come tutte le riforme dei decenni precedenti, come la più importante “dall’epoca della riforma gentiliana”, quando in realtà di innovativo non c’è nulla: solo astratte visioni e impostazioni teoriche.
Una riforma imperniata su un coacervo di costruzioni teoriche, che ruotano intorno a nuove figure professionali… leader, mentor, staff… senza il minimo riguardo per la realtà.

La nostra scuola è disorganizzata e dispersiva; inutilmente costosa e inefficiente, scollegata dal mondo del lavoro e dalla vita.
Segnata da una frustrante coazione a ripetere.
Un altissimo rapporto tra docenti e discenti, 1 docente per circa 10 alunni, il più alto d’Europa, che è ben lontano dal garantire attenzione ai bisogni di formazione e istruzione.
Un sistema scolastico che si dimostra inadeguato nel ruolo di formare il futuro cittadino e prepararne l’inserimento nel mondo degli adulti.
Con un obbligo scolastico fino a 16 anni non finalizzato a un obiettivo concreto, se non ad alimentare disagio nelle famiglie e nei giovani, perpetuando la deleteria confusione tra obbligo di istruzione e obbligo formativo.

Incomprensibile come si possa pensare di riformare la scuola senza partire da una analisi seria e approfondita della questione nel suo insieme. E la proposta della ministra Giannini si rileva immediatamente per essere l’ennesima riforma inutile, dannosa e inefficiente. Continua a leggere

Grazie, Berlusconi!

inciucio4Berlusconi rappresenta quel che la politica non dovrebbe essere.

Nel giorno in cui i due storici blocchi politici scendono in piazza per convergenti finalità, desidero ringraziare Berlusconi perché ha reso evidenti i problemi dell’Italia.

Si manifesta per sostenere l’ineleggibilità di Berlusconi e probabilmente l’apposita giunta parlamentare dovrà occuparsi di questo tema. Peccato che il tema esista dal 1994, la tesi della ineleggibilità sia stata respinta e le leggi di cui si reclama l’applicazione esistano da molto tempo, 1957. Se si arrivasse a una conclusione diversa rispetto al passato, sarebbe in ogni caso una sconfitta del diritto che non dovrebbe essere subordinato agli equilibri politici. Chi ha a cuore lo Stato di diritto dovrebbe interrogarsi sulla efficacia e validità dei sistemi di controllo preposti alla verifica dei requisiti per l’eleggibilità: non sarebbe più corretto affidare questi compiti a un organo terzo al Parlamento ed estraneo alle forze politiche?

Berlusconi rende tutto chiaro e intelligibile, purché si voglia vedere e comprendere. Gli Italiani sembra non vogliano vedere e comprendere. Continua a leggere