Si dice che il Presidente della Repubblica rappresenti un potere di garanzia del rispetto della Costituzione. Nel giorno delle dimissioni di Napolitano, Eugenio Scalfari scrive che il Presidente rappresenta “la più alta istituzione chiamata a tutelare la Costituzione”.
È davvero così?
Se il Parlamento approvasse una legge incostituzionale in grado di sovvertire il potere costituzionale… che cosa può fare il Presidente della Repubblica?
Può rinviare la legge al Parlamento e con messaggio motivato chiedere delle modifiche; se il Parlamento approva nuovamente la legge, anche senza cambiare una virgola, deve promulgarla pena il rischio di essere incriminato per alto tradimento.
Può il Presidente trovandosi nella ferma convinzione che si tratti di una legge incostituzionale e pericolosa per l’ordinamento repubblicano sollevare presso la Corte Costituzionale conflitto tra poteri dello Stato?
Non direi e non trovo traccia di tale ipotesi nei manuali di diritto costituzionale. Se qualche costituzionalista nel caso in ascolto volesse chiarire gliene sarei grato.
Non è ovviamente possibile mettere sotto accusa il Parlamento e in sostanza nel nostro sistema non c’è alcuna difesa nel caso in cui fosse proprio il Parlamento a essere eversivo compiendo attentato alla Costituzione.
L’art. 283 del codice penale punisce il reato di “Attentato contro la Costituzione dello Stato” ma recita così: “Chiunque, con atti violenti, commette un fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di governo, è punito con la reclusione non inferiori a cinque anni.”
Così è stata modificata la previsione di questo reato, legge n. 85 del 24 febbraio 2006, introducendo per la punibilità il necessario requisito degli atti violenti. Quindi se si utilizza lo strumento formalmente lecito della legge lecitamente approvata… non c’è reato.
Consideriamo adesso i due aspetti esposti (i limiti del potere del Presidente della Repubblica e la previsione di attentato alla Costituzione) con il quadro istituzionale prossimo venturo (ma anche con quello attuale non sarebbe molto diverso) e risulterà evidente che il nostro sistema non ha alcuna difesa in caso di golpe promosso dall’interno delle Istituzioni per arrivare “legalmente” all’annullamento delle libertà e garanzie costituzionali.
Il Senato sarà affidato a ciascun consiglio regionale che dovrà nominare alcuni senatori.
A comporre i consigli regionali sono persone candidate e selezionate dai Partiti: gli elettori possono scegliere solo all’interno del menù proposto.
Per arrivare alla elezione si ricorrerà necessariamente ad accordi tra gruppi consiliari e ovviamente non c’è alcuna garanzia che questi accordi siano cristallini. Il Senato non dovrà dare la fiducia al Governo.
La Camera dei Deputati sarà per una parte consistente formato da persone imposte dalle segreterie di partito, per una parte da persone che non sono state votate ma che si ritrovano lì per “premio“, per una parte ancora da persone parzialmente votate dagli elettori poiché a causa della ripartizione nazionale dei seggi non vi sarà corrispondenza diretta tra preferenze espresse nei collegi ed eletti. In ogni caso tutti gli eletti saranno selezionati dalle segreterie dei partiti.
Cosa sono i Partiti?
Sono associazioni private, non necessariamente organizzate in modo democratico, che senza alcuna trasparenza decidono e scelgono. L’art 49 della Costituzione è tuttora inattuato e anche l’ultimo tentativo di attuazione fatto in questa legislatura è fallito miseramente.
A tanto potere affidato dalle riforme ai Partiti non corrisponde alcun impegno a rendere i partiti democratici e trasparenti nei processi decisionali interni, nella selezione dei candidati, nell’affidamento degli incarichi… come vorrebbe la Costituzione e come ricordato dalla Corte Costituzionale, da ultimo nella sentenza 1/2014 che ha bocciato aspetti importanti della legge elettorale nota come porcellum.
Come se non bastasse, i partiti non hanno in pratica iscritti avendo i partiti stessi demotivato persino l’appartenenza a un partito giacché gli iscritti contano tanto quanto i non iscritti (vedi l’assurda regolamentazione delle primarie del PD).
Con il sistema elettorale in fase di approvazione avremo un Parlamento di nominati e di opachi candidati graditi alle segreterie, ma soprattutto avremo una minoranza che per magia diventerà maggioranza assoluta.
Magia che determinerà l’adulterazione capziosa del voto: è stato espresso per scegliere i rappresentanti del popolo sovrano all’assemblea parlamentare ma si trasformerà in voto per un esecutivo… che nei fatti nessuno ha votato perché non è previsto il voto diretto per l’esecutivo nel nostro sistema costituzionale attuale e futuro. Il famoso obiettivo del “governo la sera dopo il voto” è così capziosamente raggiunto.
Un simile sistema è totalmente privo di difese e contrappesi: Partiti non tenuti a operare con democrazia e trasparenza, Parlamento espressione di associazioni private, commistione totale tra potere legislativo e esecutivo.
Non sarebbe più logico a questo punto invertire le previsioni?
La fiducia al Governo la concede il solo Senato. E la legge elettorale con il premio garantisce una maggioranza per l’esercizio del potere legislativo che compete al Parlamento.
L’unica modesta garanzia è dunque il Presidente della Repubblica. Modesta per i limiti di cui in apertura.
Si aggiunga a ciò che in Italia non è previsto il ricorso diretto alla Corte Costituzionale: occorre promuovere un lungo iter giudiziario. Per arrivare alla sentenza di incostituzionalità del Porcellum ci sono voluti 8 anni (altrettanti ne occorreranno per leggere la già scritta sentenza che boccia l’Italicum).
Completa il quadretto l’alta probabilità di un modesto vigile della Costituzione, in linea con gli ultimi inquilini quirinalizi.
Ciampi firmò il porcellum senza battere ciglio sebbene tutte le critiche subito espresse erano così chiare e fondate che le ritroveremo tutte tali e quali nella sentenza della Consulta.
Napolitano II ha commesso l’imperdonabile leggerezza di aver consentito un cambio di governo senza pretendere un passaggio parlamentare che confermasse il venir meno della fiducia da poco riconfermata a Letta.
Napolitano ha permesso che un potere extra-parlamentare (la direzione di un partito) ottenesse le dimissioni del Primo ministro senza la necessità che fosse sfiduciato da coloro che per Costituzione avevano accordato la fiducia. Un potere extra-parlamentare che travalica funzioni e prerogative del potere parlamentare e costituzionale. Come garanzia della Costituzione non c’è male, non vi pare? Come si fa a credere, in queste condizioni, che i parlamentari rappresentino il popolo sovrano? Rappresentano solo i loro Partiti. Più realistico, corretto e veritiero affermare che siamo passati dal Partito Stato allo Stato dei Partiti.
Con ogni probabilità, date le premesse, il prossimo Presidente della Repubblica sarà una figura modesta e inadeguata rispetto alla fase storica che stiamo vivendo.
In questo contesto, mi sapete dire quali strumenti di garanzia abbiamo? Quali contrappesi?
Non esiste alcuna difesa per evitare che si ripeta quanto per leggerezza dei nostri nonni già è avvenuto: l’affermazione di Mussolini e di Hitler.
Non abbiamo difese e siamo senza anticorpi.
Rispetto ai nostri nonni pesa su di noi l’aggravante che dovremmo avere la consapevolezza della storia e maturato un minimo di cultura della democrazia e dello stato di diritto.
La cecità dei contemporanei.