Berlusconi rappresenta quel che la politica non dovrebbe essere.
Nel giorno in cui i due storici blocchi politici scendono in piazza per convergenti finalità, desidero ringraziare Berlusconi perché ha reso evidenti i problemi dell’Italia.
Si manifesta per sostenere l’ineleggibilità di Berlusconi e probabilmente l’apposita giunta parlamentare dovrà occuparsi di questo tema. Peccato che il tema esista dal 1994, la tesi della ineleggibilità sia stata respinta e le leggi di cui si reclama l’applicazione esistano da molto tempo, 1957. Se si arrivasse a una conclusione diversa rispetto al passato, sarebbe in ogni caso una sconfitta del diritto che non dovrebbe essere subordinato agli equilibri politici. Chi ha a cuore lo Stato di diritto dovrebbe interrogarsi sulla efficacia e validità dei sistemi di controllo preposti alla verifica dei requisiti per l’eleggibilità: non sarebbe più corretto affidare questi compiti a un organo terzo al Parlamento ed estraneo alle forze politiche?
Berlusconi rende tutto chiaro e intelligibile, purché si voglia vedere e comprendere. Gli Italiani sembra non vogliano vedere e comprendere.
Con Berlusconi il conflitto d’interessi è divenuto palese. Il nostro sistema di potere si fonda sul conflitto d’interessi, nella duplice veste di tutela dei propri personali interessi e di tutela degli interessi delle corporazioni dalle quali discende la legittimazione politica.
Con Berlusconi è divenuto evidente che legiferare ad personam è una priorità. La cosa non dispiace al centrosinistra che, infatti, non si è curato di modificare quelle leggi.
Con Berlusconi è divenuta evidente l’inefficienza dell’ordine giudiziario e il perenne stato di conflitto tra questo e il sistema politico; problema antico mai risolto. La responsabilità civile dei magistrati è stata vanificata. I processi possono durare un’eternità, privando i cittadini di un fondamentale diritto alla base del “contratto sociale”. Tutto ciò rappresenta un’inezia per il centrosinistra, che sul punto ha prodotto risibili e inefficaci provvedimenti affidando da ultimo la giustizia al prode Mastella.
Con Berlusconi è evidente che i problemi e le emergenze sociali si affrontano solo con gli strumenti della repressione che, nei fatti, hanno dimostrato la propria inutilità. Così la droga si affronta con la legge Fini Giovanardi, tanto contestata dal centrosinistra, ma ancora legge dello Stato e il centrosinistra non ha prodotto sulla materia qualcosa di alternativo o in grado di affiancarsi alla politica puramente repressiva.
Con Berlusconi è evidente che la scuola pubblica può andare alla deriva tanto tutto si risolve con i contestatissimi - a parole - finanziamenti alla scuola privata, che continuano ad essere erogati grazie al centrosinistra che con D’Alema ha aperto l’autostrada per renderli possibili. In ogni caso, difficile assegnare il primo posto per il demerito dovendo scegliere tra Gelmini e Fioroni.
Con Berlusconi è evidente che la democrazia è di diritto una compiuta oligarchia dove poche persone decidono chi deve andare in Parlamento, privando il cittadino del diritto di scegliere i candidati e tra i candidati selezionati dai pochi oligarchi; e il centrosinistra si è guardato bene dal modificare questa legge elettorale eppure, nel 2006, poteva ripristinare la precedente normativa, come avvenne nel 1954 quando fu abolita la legge del 1953.
Con Berlusconi è evidente che la distinzione tra Stato e Chiesa è una rottura di scatole, fastidiosa per il timoniere, ma il centrosinistra preferisce accantonare ogni questione relativa alla laicità dello Stato e delle Istituzioni perché i voti dei cattolici sono importanti (quali voti, visto che la maggioranza dei cattolici ha su molte questioni posizioni ben distinte da quelle della Chiesa? Voto dei cattolici o ricerca di appoggio e sostegno delle autorità ecclesiastiche?). Così i diritti civili sono i grandi assenti dal panorama politico italiano.
Con Berlusconi è evidente che, a forza di condoni e concessioni di privilegi, lo Stato ha una funzione di sostegno del potere economico e finanziario, e da questo punto di vista anche la Mafia va tutelata essendo la prima impresa italiana, ma anche il centrosinistra in ciò non scherza, infatti cambia solo in parte i destinatari dei propri interventi, sbandiera i successi all’evasione fiscale, ma non esita a far ricadere sui meno tutelati i costi delle insignificanti riforme (vedi il pessimo ultimo ministro prodiano del lavoro) e poco si cura dello sperpero del denaro pubblico vera causa del nostro immiserimento e indebitamento. Ma soprattutto nulla ha fatto il centrosinistra per superare la deriva clientelare e l’occupazione politica di ogni ambito della vita pubblica, vera causa delle infiltrazioni mafiose nelle istituzioni.
Berlusconi non è un bene per la politica italiana e per il rinnovamento dell’Italia. Bisogna però riconoscere che i problemi italiani non iniziano con Berlusconi ma, in un certo senso, grazie a lui diventano evidenti. Per questo possiamo (sic!) essere grati a Berlusconi: ci ha aiutato a vedere la merda che ci stava seppellendo e per renderla più evidente ne ha prodotto a volontà!
Ha reso evidente come il conflitto d’interesse sia alla base del nostro sistema. Ha reso evidente il connubio tra politica e potere finanziario. Ha reso evidente un sistema giudiziario cavilloso e inefficiente. Ha reso evidente la distorsione nell’informazione.
Solo per fare un esempio, Berlusconi non è diventato proprietario di tre TV con un colpo di stato ma perché il sistema politico che lo ha preceduto ha reso ciò possibile. Perché? Per il semplice fatto che i partiti dell’arco costituzionale, dal PLI al PCI, non hanno voluto mollare il controllo sulla RAI e poiché la corte costituzionale aveva sancito il diritto di un privato a fare TV, ecco che la politica (legge Mammì) si è limitata a regolare il settore televisivo passando dal monopolio RAI al duopolio RAI-Mediaset. Duopolio che, sono parole della Corte Costituzionale, impone il mantenimento del servizio pubblico RAI perché non c’è garanzia di libertà d’informazione!
Berlusconi è il prodotto dei problemi italiani, non la causa.
Berlusconi è la conseguenza dei problemi italiani, il figlio indesiderato della partitocrazia gattopardesca. Berlusconi è il paradigma della problematicità del “caso Italia”, l’effetto della pessima politica che ha distrutto l’Italia, non la causa dei problemi (che, detto per inciso, precedono di decenni l’avvento dell’era berlusconiana e in quest’era si sono ingigantiti). Berlusconi ha fatto precipitare la situazione perché ha reso evidenti i mali dell’Italia: con lui non è più possibile fare orecchie da mercanti quando si sollevano problemi di monopoli, informazione, trasparenza, giustizia…
Peccato che questi problemi fossero già ampiamente stati sollevati al tempo di Einaudi, Pannunzio, Salvemini, Calamandrei…
Il berlusconismo si sconfigge solo con una nuova cultura di governo che abbia il coraggio di affrontare i problemi e non di rinviarli sine die.
Oggi è possibile perché può essere conclusa un’alleanza sul fare e non tra partiti.
Tra pochi giorni sapremo se il M5S è l’ennesima inconcludente formazione politica o se si renderà disponibile al fare perché parta il cambiamento e il rinnovamento.
Sulla collusione sinistra e Berlusconi sono decenni che lo vediamo sotto i nostri occhi. L’insistenza di D’Alema (non è colpa mia riproporre questo nome ma i fatti parlano chiaro) per la bicamerale che doveva essere il lancio della riforma istituzionali rimasto al palo dopo mesi perchè B. capì che avrebbe vinto le elezioni. La dichiarazione di Violante (altro grande della sx) alla camera sulle televisioni (http://youtu.be/swntE1iWB5Y) sono dai tempi di Craxi che non esiste in Italia una sx decente. Craxi sconfisse l’idea della sx, e da Occhetto in poi i vari segretari DS, PDS, ect ect non hanno fatto che rincorrere questa dx. Che i risultati siano sotto gli occhi di tutti, sempre che li si vogliano vedere, si vedono
. Ora serve un ricambio culturale, una proposta culturale diversa per fare dell’Italia una nazione civile, ma chi ha la capacità di fare questa proposta?
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Troppo buono, Comandante, quando affermi che è dai tempi di “Craxi che non esiste in Italia una sx decente”.
Personalmente ritengo che la sinistra abbia cessato di essere decente dal 1948; sulle ragioni di questo severo giudizio magari dedicherò una riflessione articolata, qui mi limito a evidenziare che prima per responsabilità del PSI di Nenni, che lasciò la supremazia della sinistra al PCI, in un momento storico in cui il comunismo italiano era fedeltà al bolscevismo, poi per l’ottusità di Berlinguer, che insistette sulla strategia del compromesso storico privando l’Italia di una possibilità di alternanza di governo, in Italia non c’è mai stata una cultura di governo alternativa a quella imperniata sulla DC. Evidente quindi che per “sx decente” intendo una sinistra che sviluppi una cultura di governo e sappia proporre soluzioni ai problemi (e non semplicemente rimpiazzare chi è al potere). Abbiamo avuto solo “lampi di sinistra” ed esempi di cultura di governo, alternativa alla DC, solo nella stagione delle lotte per i diritti civili, magicamente interpretata dai Radicali con quel giovane vecchio folle di Pannella. Per il resto è stato tutto un susseguirsi di divisioni sterili e parolaie o un rincorrere il presunto elettorato moderato, spianando la strada per tutte le porcate che da decenni sono sotto gli occhi di tutti.
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