Maroni e l’infantilismo politico

Ricordiamo tutti lo stizzito Maroni che da ministro pretese di intervenire in una trasmissione televisiva.
Ricordiamo tutti l’irritato Maroni affermare che nei fatti di Rosarno il Governo non aveva alcuna responsabilità. Ricordiamo tutti l’estraniato stupore di Maroni per i fatti che travolsero il vertice della Lega.
Ricordiamo tutti l’assoluta fedeltà di Maroni al fondatore e timoniere della Lega, Umberto Bossi.

Non suscita stupore, dunque, se adesso Maroni esordisce con uno splendido io non c’entro, la mia Giunta non c’entra, la mia gestione di Regione Lombardia non è coinvolta.

Come gestire il potere il tre mosse: negare, ridurre, accusare. Continua a leggere

Lombardia libera… da Maroni

Maroni è corresponsabile politico, per incapacità o indolenza o complicità, della gestione familistica del Partito che avrebbe dovuto liberarci dalle pratiche partitiche di “Roma ladrona”.

La Lega inveiva contro i ladri ed esponeva cappi in Parlamento, ma ha contribuito al saccheggio delle casse pubbliche e si è sostituita ai precedenti partiti replicando le stesse logiche predatorie fondate su lottizzazione e clientelismo.

Nella migliore delle ipotesi Maroni è un ingenuo sprovveduto che non sa vedere e comprendere quel che gli succede intorno.

Maroni ha ridotto la lotta alla criminalità organizzata a un fatto repressivo e poliziesco, come se non fosse proprio la cultura familistica e clientelare, tipica del nostro sistema politico, a favorire la penetrazione mafiosa in ogni ambito della vita civile e istituzionale. E’ proprio quel tipo di cultura che rende possibile le infiltrazioni mafiose nelle istituzioni. D’altra parte cosa attendersi da un partito in cui si riduce la lotta alla criminalità a un demenziale “non facciamo partecipare le imprese calabresi agli appalti in Lombardia”? Continua a leggere