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Greta e Vanessa, una storia finita bene?

Greta e Vanessa, due giovani cooperanti, dopo mesi di rapimento in Siria sono tornate a casa, sane e salve.
Tutto bene quel che finisce bene, si è soliti dire, e in ogni caso dovremmo essere tutti contenti.
Invece no, montano polemiche feroci che assumono toni sessisti e violenti.

Non intendo discutere dell’ipotetico riscatto: non ho elementi per farlo.

Non intendo discutere delle reali intenzioni delle due ragazze: non ho elementi per farlo, anche se tanti si dichiarano certi di conoscere molto bene cosa effettivamente cercassero le due ragazze.

Non intendo discutere delle illazioni stile Gasparri che scrive su Twitter “Vanessa e Greta, sesso consenziente con i guerriglieri? E noi paghiamo “. Ovviamente, non ne sa nulla ma avendo letto la notizia su un sito pone una innocente domanda e non si chiede se il sito sia autorevole, attendibile… Meraviglie dell’intelligenza umana!

Lasciando da parte i commenti triviali, le illazioni gasparriane, le affermazioni sessiste e violente, d’altra parte le due ragazze hanno avuto l’ardire di tornare vive in patria, mi interessa riflettere sui commenti apparentemente ispirati da buon senso e profonda responsabilità.

Non voglio buttarla sempre in politica, ma non ci posso fare nulla se a distinguersi in questa polemica è proprio la Lega.

Chi si mette nei guai si arrangi, sostiene Zaia, presidente della Regione Veneto.

E tutta la Lega si mobilita: rigore, intransigenza e ceffoni alle due ragazzine che si recano in posti pericolosi.

Applichiamo anche ai sequestri internazionali le leggi italiane: rendere momentaneamente indisponibili i beni dei familiari dei sequestrati per rendere impossibile il pagamento di riscatti.

C’è stato pagamento di riscatto?
Non lo so

Sono i genitori che hanno pagato?
Non lo so e non mi pare che qualcuno lo sostenga; quindi, non capisco a cosa serva la proposta di estendere ai sequestri internazionali le norme in vigore in Italia sulla disponibilità dei beni familiari in caso di sequestro. Nel caso, occorre ragionare intorno alle autonome valutazioni fatte dalle autorità nazionali.
Inoltre, non metterei sullo stesso piano i due tipi di sequestri: quelli stile anonima sequestri e quelli per mano di gruppi di terroristi.

Allora, perché tutto questo accanimento su Vanessa e Greta?
Siamo sicuri che per salvare una vita non valga la pena trattare e valutare se c’è una strada percorribile?

L’intransigente “chi si mette nei guai si arrangi“… ci conduce su un terreno impervio.

Siamo pronti a discutere del principio di responsabilità?

Appellarsi al senso di responsabilità è logico e anche giusto, ma perché non lo applichiamo anche nei casi di coloro che mettono al mondo figli che non sanno come mantenere o di coloro che danno il via a gravidanze indesiderate?

Discorso complesso quello sulla responsabilità e dell’assunzione delle conseguenze: riflettiamoci.

Siamo pronti ad affrontare il tema?
Fino a dove siamo disposti come collettività ad assumerci i costi della irresponsabilità altrui?
Le due ragazze hanno fatto una cazzata, hanno sottovalutato una situazione e si sono mosse con leggerezza. Andavano per questo abbandonate?

Tutto questo accanimento su queste due giovani cooperanti sembra più mosso dal fastidio dell’essersi cacciate in un pasticcio per “quella gente lì” che per un alto senso di responsabilità che proprio non vedo nel dibattito pubblico a qualsiasi livello.

Nella gran parte dei commenti apparentemente di buon senso ricorrono due temi: i soldi e c’è da fare anche in Italia

Tema n. 1: i soldi
Se non si fossero cacciate nei guai avremmo 12milioni in più.

Ammesso corrisponda al vero, si omette di dire che spendiamo miliardi per curare individui che alimentandosi in modo eccessivo sono affetti da obesità, diabete, cardiopatie…

Quando degli irresponsabili si avventurano in montagna e si mettono nei guai, spendiamo un mucchio di soldi per i soccorsi: perché prima non chiediamo la carta di credito alle famiglie?

Se si rispettasse il codice della strada, quanti soldi in più avremmo per i poveri?

Perché aiutare le famiglie numerose? Chi cazzo vi ha detto di mettere al mondo tanti figli che non sapete come fare a mantenere?

Fumi e hai problemi cardiaci? Cazzi tuoi. Ti paghi le spese mediche.

Devo proseguire con gli esempi?

Strano discorso quello sui soldi e sulla responsabilità che tanti fanno.

Siamo pronti a discutere di responsabilità?

Sono solo esempi per non perdere di vista che prima di invocare l’introduzione di una norma nell’ordinamento giuridico sarebbe bene valutare ogni possibile sviluppo.

Prima o poi dovremo ragionare sul senso di responsabilità e su fin dove può giungere la disponibilità collettiva a farsi carico della irresponsabilità altrui… ma così proprio non ci siamo perché non è il tema della responsabilità che si pone.

Una delle poche difese che abbiamo è investire sul senso di responsabilità con l’educazione e la formazione.
Questo vale nella sessualità, nell’alimentazione, perché a breve obesità e diabete metteranno in ginocchio il sistema sanitario occidentale… e così per tutte le attività umane, ma non vedo traccia di ciò nel dibattito pubblico.

Tema n 2: in Italia c’è tanto da fare

Il tema di fondo è: abbiamo forse speso un mucchio di soldi per salvare due pischerle che sono andate ad aiutare “quella gente lì”.

Forse sono rimaste affascinate dall’epopea garibaldina, quando si metteva a repentaglio la propria vita per l’ideale di libertà dei popoli… o forse sono state solo delle avventate.

In ogni caso, perché aiutare degli italiani sarebbe meglio rispetto ad aiutare altre genti?

La solidarietà ha un valore proprio quando supera i confini del proprio gruppo.

Poi le cazzate si possono fare anche in Italia, prestando soccorso in situazioni di emergenze (terremoti, incendi, calamità…) senza attenersi alle regole di sicurezza o agendo di testa propria senza mettersi sotto la guida di chi sa come muoversi in quelle circostanze, che è esattamente la leggerezza commessa dalle due in Siria.

Certamente è da valutare con grande attenzione l’andare in paesi devastati dalla guerra e soprattutto sarebbe bene che le persone che fanno questa scelta siano effettivamente consapevoli dei rischi, ma siamo certi che il valore della cooperazione non sia un interesse supremo da tutelare nell’interesse della pacifica convivenza, collaborazione e solidarietà?

Conclusione: non c’è alto senso di responsabilità in tante critiche che imperversano, ma cinismo e razzismo.

In ogni caso, è poco edificante la facilità, la leggerezza e il cinismo con cui si discute della sorte di vite umane.

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