Porcellum aeternum est

maialePorcellum aeternum est: non ci sono dubbi, il porcellum è eterno! A decretarne l’eternità sono i porcellofili comunemente noti come parlamentari e in particolare i 40 tra deputati e senatori che, per misteriosi meriti e conclamati demeriti, costituiranno il fantasmagorico Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali. A questo link http://governo.it/Governo/Provvedimenti/dettaglio.asp?d=71499 potete consultare il Disegno di Legge Costituzionale che attraverso l’istituzione del Comitato di cui sopra dovrebbe pervenire alle riforme costituzionali ed elettorali.

Non so se questi signori riusciranno a disegnare un nuovo assetto istituzionale mentre è certo che intanto blindano il porcellum assicurandogli ancora lunga vita.

Andiamo con ordine, ma prima lasciatemi osservare la miseria di un Governo che presenta un Disegno di Legge Costituzionale in cui si legge all’art. 4 (Organizzazione dei lavori): “I lavori parlamentari relativi ai progetti di legge costituzionale di cui all’articolo 2, comma 1, sono organizzati in modo tale da assicurare la conclusione entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale”.

I 18 mesi di cui si parlava all’insediamento del governo Letta, quando era stato annunciato questo arzigogolato percorso di riforme, sono già diventati 18 da quando sarà approvata la legge costituzionale, vale a dire almeno 24 mesi da quando è stato annunciato il nascituro comitato. Misero è affermare “assicurare la conclusione entro diciotto mesi”: questa è l’unica certezza. Che non significa, ovviamente, che ci sarà un esito: i diciotto mesi potrebbero risolversi in un ennesimo flop, come nella migliore tradizione parlamentare in tema di riforme istituzionali. Quindi, ci assicurano la conclusione dei lavori entro un tempo definito (non un esito ma una conclusione) però questo comitato dei 40 si prende l’esclusiva della materia elettorale e istituzionale.

In forza dell’articolo 2, comma 2, del Disegno di Legge costituzionale, “I Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati assegnano o riassegnano al Comitato i disegni e le proposte di legge costituzionale ed ordinaria relativi alle materie di cui al comma 1, presentati alle Camere a decorrere dall’inizio della XVII legislatura e fino alla data di conclusione dei suoi lavori”.

maiale2Il Parlamento non può occuparsi nemmeno in via ordinaria di materia elettorale: deve passare obbligatoriamente attraverso il Comitato dei 40 che però non ha come priorità la riscrittura della legge elettorale; ne consegue che si perverrà a una nuova legge elettorale solo al termine del percorso delle riforme costituzionali. Le riforme andranno poi approvate e magari confermate da un referendum… ma intanto ci teniamo il Porcellum.

Ergo, se l’inconcludenza dei rappresentanti dei partiti che occupano il Parlamento sarà pari a quella dimostrata negli ultimi 8 anni è possibile che tra due anni saremo ancora qui a discutere di Porcellum.

Per quel che mi riguarda chiunque consentirà l’approvazione di un disegno di legge costituzionale così cretino e irresponsabile, truffaldino e cialtrone non merita rispetto e fiducia. Non solo, non basterà esprimere voto contrario: chiunque è contrario ha il dovere di dimettersi dal Parlamento. Si tratta di un obbligo etico: in questa situazione farsi belli con “io ho votato contro” equivale a essere sostenitori di questo perfido percorso con cui si tenta una forzatura dei meccanismi parlamentari per far passare qualsiasi porcata. Anche fascismo e nazismo si affermarono attraverso forzature delle procedure parlamentari. Oggi è dal Parlamento che può arrivare il vero e profondo attentato alla Costituzione.

C’è un solo modo per essere contro: dimettersi dal Parlamento se non si modifica l’articolo 2 del DL costituzionale. Occorre che il Parlamento abbia il potere sin da subito di modificare l’attuale legge elettorale, modifica che prescinde dal percorso delle riforme istituzionali. Tutte le affermazioni dei non-autorevoli parlamentari sulla inutilità di impegnarsi adesso in una riforma del porcellum dimostra esclusivamente l’inutilità e la cialtronaggine di tanti parlamentari.

Abbiamo un Parlamento che tecnicamente è un’assemblea di rappresentanti di partito; un’assemblea, formalmente rispettosa della Costituzione, che ha già attentato ai nostri diritti costituzionali privandoci del diritto fondamentale di scegliere il corpo legislativo.

I gruppi parlamentari indicheranno i 40 rappresentanti che costituiranno il Comitato che avrà esclusiva in tema di riforme istituzionali ed elettorali, precludendo al parlamento anche l’azione per via ordinaria su queste materie. In sostanza una spoliazione della spoliazione. Non abbiamo un Parlamento che rappresenti i cittadini e a 40 di questi parlamentari, scelti in modo oscuro dalle segreterie dei partiti, sarà affidato il compito di dissertare su riforme istituzionali e legge elettorale almeno fino all’estate del 2015… ma se l’esecutivo dovesse andare in crisi e si dovessero sciogliere le Camere avremo sempre il magnifico porcellum: unica certezza che i rappresentanti dei partiti ci sanno garantire. E con questo disegno di legge costituzionale assicurano vita eterna al porcellum. Questo disegno di legge non deve essere approvato con questa infame esclusiva in capo al Comitato; il Parlamento deve da subito modificare l’attuale legge elettorale, modifica che prescinde dalle riforme istituzionali ipotizzate e ipotizzabili.

D’altra parte, avevano dichiarato solennemente “mai più al voto con il porcellum” e invece con la strada che stanno imboccando il porcellum rischia di essere l’unica certezza. Perché dovremmo fidarci?

Presidente, prima la legge elettorale

Gentile signor Presidente,

le esprimo il mio disaccordo rispetto all’annunciato percorso di riforme istituzionali e alla legittimazione che lei sta offrendo a questo percorso.

Lei ha lunga esperienza istituzionale; io posseggo solo una singola quota di “sovranità popolare”, che avverto svilita da un sistema elettorale che con la democrazia condivide solo il rito del voto.

I partiti si sono sostituiti al corpo elettorale nella selezione dei candidati che piazzano in Parlamento. La presenza in Parlamento dipende esclusivamente dal partito che ha piazzato il candidato in una lista bloccata; mi chiedo come possa un parlamentare rappresentare la Nazione.

I Partiti non sono organizzati in modo democratico e la loro gestione non conosce trasparenza nei processi decisionali. Continua a leggere

Enrico Letta, ci sei o ci fai?

letta2Mai più un’elezione del capo dello Stato come l’ultima”. “Intendevo dire che non può più ripetersi ciò che è successo con Marini e Prodi”.

Sì, signor Presidente del consiglio dei ministri è molto chiaro il suo pensiero e mi chiedo c’è o ci fa?

Quanto successo con l’ultima elezione del Presidente della Repubblica non dimostra che le regole sono sbagliate ma che la responsabilità è tutta in capo ai partiti, quindi anche sua considerato il ruolo che ricopriva nel PD.

La responsabilità è tutta dei partiti per la duplice ragione che

A) sono arrivati impreparati all’elezione del PdR e hanno gestito la “pratica” con pressapochismo e improvvisazione, comportandosi come svogliati e asini studentelli che arrivano all’esame di maturità balbettando le tabelline;

B) hanno scelto molti omminicchi e quaquaraquà da collocare in Parlamento; perché la pessima figura fatta dai “grandi elettori” ricade tutta sulle segreterie dei partiti che ci hanno imposto quei piccoli grandi elettori.

Completamente sciocco e inconcludente, quindi, pensare di risolvere il problema cambiando le regole: rischieremmo di avere un qualsiasi Totò Riina presidente della repubblica.

Presidenzialismo o semi-presidenzialismo sono assetti istituzionali rispettabili ma servono una serie di regole e contrappesi. Una seria legge sul conflitto d’interessi; una efficace legge anti-corruzione; la riforma delle autorità di garanzia (in gran parte carrozzoni al servizio delle oligarchie partitiche); l’ampliamento dei poteri della Consulta; una legge elettorale che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere i rappresentanti; la riforma dei partiti per renderli strumenti democratici e trasparenti nelle mani dei cittadini; riforma del sistema informativo per assicurare accesso a tutti e indipendenza dal potere politico…

Senza avere alcun potere costituente vi state imbarcando in una operazione che affida a 40 uomini, ambasciatori dei partiti che li hanno collocati in Parlamento, il compito di riscrivere la Costituzione. State perdendo del tempo sottraendovi in modo irresponsabile al dovere di procedere subito alla nuova legge elettorale e all’indispensabile riforma dei partiti. Se ai partiti compete il monopolio della politica nelle Istituzioni non è pensabile che gli stessi non siano organizzati in modo democratico e trasparente. I cittadini devono poter selezionare i candidati e dopo averli selezionati devono poter scegliere chi eleggere.

Avete fallito nell’attuazione e nel rispetto dell’attuale Costituzione; perché dovremmo darvi fiducia e autorizzarvi a riscriverla? Abbiate l’onestà intellettuale di riconoscere che non rappresentate ilpopolo sovrano” ma solo scalcinati partiti. Fate questo passo importante dandoci subito una legge elettorale che ci restituisca l’usurpata sovranità. Poi, forse potrete tornare a meritarvi fiducia e rispetto. Adesso abbiamo il dovere di diffidare di ogni rappresentante politico che occupa le Istituzioni.

Europeo? yes, no, maybe

maybeL’Unione Europea è la più grande realizzazione politica dell’uomo dalla nascita degli Stati Uniti d’America ma, a differenza di quest’ultima, è una creatura mal raccontata e rappresentata.

Presidenti, Sovrani e Ministri, e i media in generale, poco hanno fatto per raccontare a noi cittadini europei il valore dei Trattati siglati e recepiti dai parlamenti nazionali. Così, se un cinese o uno statunitense ci chiedesse: “europeo?“, probabilmente la maggioranza di noi risponderebbe incerto “yes…no…maybe!

Dovremmo distinguere tra l’incapacità di coloro che dovrebbero realizzare l’Unione europea, dando corpo ai Trattati siglati, e quanto scritto nei Trattati stessi.

Quando parliamo di Europa, a tanti viene il mal di pancia e il pensiero va immediatamente alla BCE, all’euro, alla tirannia monetaria. L’ultimo preso di mira da tanti critici e dubbiosi è il Trattato di Lisbona da più parti accusato di fare carta straccia delle Costituzioni nazionali. Continua a leggere