Ieri, conversazione captata casualmente.
Signor X: Insomma se confermiamo il sistema bipolare e maggioritario è chiaro che non possiamo andare troppo per il sottile.
Signor Y: Che senso ha un governo votato dal popolo se poi in parlamento s’impantana tutto.
Signor X: Il parlamento deve portare avanti i provvedimenti del governo in tempi veloci; come si fa a governare, se no.
Signor Y: Hanno fatto a pezzi la costituzione! Ma chi ha votato questo governo? Ma chi lo vuole? E hanno impedito a Berlusconi di governare.
Signor X: Tutta colpa di Napolitano che prima ha messo lì Monti e adesso ha tirato fuori Letta.
Signor Y: Guarda tu lo sai io non lo sopporto Travaglio, che ne ha dette un’infinità su Berlusconi, ma questa volta sono d’accordo con lui. Napolitano si comporta come fosse un Re!
Signor X: Ma sì, se c’è un governo voluto dagli elettori questo deve poter governare. In fondo governare un paese è come governare una grande azienda e Berlusconi sa bene come si fa.
Vado via.
Incubo
Costituzione. Parlamento. Governo.
Incubo
Il Parlamento esercita il potere legislativo; o meglio, dovrebbe esercitarlo perché ultimamente non si capisce bene. In occasione dell’ultimo governo Berlusconi credo che il parlamento abbia dedicato oltre l’80% del tempo a discutere proposte di iniziativa governativa. Eppure il governo lamentava l’immobilismo parlamentare, pur disponendo di una larga maggioranza. C’è qualcosa che non torna.
Il governo Monti, messo lì proprio perché i partiti si erano impaludati, è stata certamente una “trovata” di Napolitano, pienamente legittima e conforme alla Costituzione. I parlamentari potevano non dare la fiducia a Monti e Napolitano sarebbe stato costretto a fare passi lunghi e ben distesi. I berluscones, i maronines e i travagliones se ne facciano una ragione: se Monti ha governato è per esclusiva responsabilità del Parlamento, con in prima fila il PdL. Nel caso può essere rimproverato a Monti di non aver avuto coraggio politico. Poiché governava perché i partiti avevano alzato bandiera bianca poteva e avrebbe dovuto dire al Parlamento, incapace e irresponsabile, al parlamento dei Partiti e non certo rappresentativo della sovranità popolare, avrebbe dovuto dire “questa è la nostra proposta sulla quale c’è il voto di fiducia, prendere o lasciare”. Invece no, Monti si comportò come se avesse a che fare con un Parlamento e non con incapaci rappresentanti delle bande partitiche.
Adesso si chiede al governo di fare ma il governo dice che spetta al parlamento decidere la riforma della legge elettorale però s’intesta la riforma dell’art. 138 per riscrivere a capocchia la Costituzione, decidendo un iter fantasioso. Quindi il PdL si spacca e il sogno della riforma va in frantumi perché non c’è più la maggioranza dei due terzi del parlamento. Poi si pretende che la legge elettorale sia espressione unitaria della maggioranza (Lupi e il Nuovo Centro Destra), anteponendo un insignificante e inesistente valore politico al principio fondante di una democrazia che vorrebbe una legge elettorale equilibrata tra esigenza di rappresentanza e esigenza di governo. Questi poveracci stanno confondendo la stabilità con il rigor mortis. Irrilevante da che parte provenga la riforma elettorale purché sia rispettosa dei principi costituzionali e della “sovranità che appartiene al popolo”. Insomma un gran casino; è giunta l’ora di fare chiarezza e ordine.
Incubo
L’Italia è piena di persone che dicono di non aver eletto questo governo; quindi per questa massa di persone sarebbe il popolo che per Costituzione elegge il Governo; la Costituzione dice altro ma non è il caso di essere pignoli. Per una moltitudine di persone Napolitano sta travalicando le sue funzioni costituzionali perché impone governi a destra e a manca. Non mi ero accorto che avesse abolito il voto di fiducia del parlamento. Chissà con quali sottili armi riesce a convincere persone toste come Berlusconi a votare la fiducia a Monti e a Letta. Mah, misteri quirinalizi!
Per tante persone il compito del Parlamento sarebbe approvare i provvedimenti di provenienza governativa, a cosa serve diversamente una maggioranza. Poi, nel tempo libero, il Parlamento potrà prendere autonomamente qualche iniziativa legislativa, possibilmente preventivamente concordata con il Governo, diversamente rischiamo che qualcuno remi contro. Se il Parlamento si mette a pensare, progettare, discutere sul cosa legiferare e come legiferare, non ne veniamo più fuori, restiamo imbrigliati in una rete di inutili discorsi.
L’Italia ha bisogno di decisioni veloci, efficaci e ha soprattutto bisogno di ridurre al minimo lo spazio concesso ai sabotatori, ai disfattisti, ai nemici della Patria. Non possiamo eliminarli, ma evitare che facciano troppi danni sì. Quando la splendida azione governativa dispiegherà tutti i suoi benefici effetti, i disfattisti saranno messi all’angolo e il Popolo esulterà riconoscente.
Date queste premesse non mi resta che concludere che tutto è possibile, tanto basta sovvertire l’ordinamento costituzionale senza compiere atti violenti (art. 283 cp).
Incubo
Una soluzione per salvare la Patria.
Incubo
L’incubo prende corpo in “Democrazia Azionaria Bicamerale”.
DAB è imperniato sul principio fondante dell’elettore-azionista della Repubblica Italiana, come i nostri Padri Costituenti, ai quali saremo sempre grati, l’avevano mirabilmente progettata.
Ciascun elettore detiene una “azione” che affida con il voto a un “partito”.
Il “partito” in base ai voti raccolti controlla così un “pacchetto di azioni”.
Il “partito” incarica una persona di fiducia a “rappresentare” in Parlamento quel “pacchetto di azioni”, ma ovviamente opererà nell’interesse della Nazione.
Il “partito” che non dovesse raggiungere il 5% delle azioni non ha il diritto di “nominare” un “rappresentante” al Parlamento ma, nel rispetto del pluralismo fondante della democrazia liberale alla quale si ispirarono i nostri illuminati Padri Costituenti, potranno depositare in Parlamento tutti i progetti di legge che vorranno, senza limitazione alcuna e secondo un iter semplificato ispirato ai principi della più avanzata democrazia partecipativa. Sarà la maggioranza parlamentare a decidere quali discutere e nel caso approvare. Ciascun progetto di legge depositato dai Partiti senza Rappresentanti sarà soggetto al principio del silenzio-rifiuto, vale a dire che se entro 60 giorni dal deposito il Parlamento, nella sua insindacabile autonomia, non avrà deliberato sulla messa in discussione del progetto lo stesso dovrà intendersi rifiutato.
Nessuna proposta resterà così senza risposta, il pluralismo sarà garantito, la partecipazione esaltata e stimolata.
Ovviamente, se un progetto è stato respinto potrà essere ripresentato ma non prima che siano trascorsi 12 mesi dal rifiuto, diversamente rischieremmo di ingolfare il Parlamento. Questo è un piccolo prezzo che la democrazia dovrà pagare per garantire efficienza e governabilità.
A questo punto avremo una Camera e un Senato ciascuno composto al massimo da 20 rappresentanti, con un notevole risparmio di denaro e guadagno di efficienza.
I Parlamentari potranno riunirsi per mezzo di video-conferenza, senza inutile spreco di energie, tempo e denaro per raggiungere e far funzionare i sontuosi Palazzi attualmente occupati dalle Camere.
Ecco realizzato il bicameralismo perfetto: per far funzionare il Parlamento basteranno due camere con servizi e non più due costosi palazzi.
Avremo un Parlamento che funzionerebbe come una assemblea degli azionisti e un Governo che funzionerebbe come un Consiglio di Amministrazione.
Quale soluzione migliore ci può essere per un Paese che voglia definirsi democratico?
Non è forse un Paese una grande Azienda? E come sono gestite le grandi Aziende? Mi sembra un progetto pienamente rispettoso della Costituzione; non vi pare?
Se si continua così a breve forse riusciamo ad avere un azionista unico!
Incubo
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