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Senatore Berlusconi

dirittoLa partita sulla ineleggibilità di Berlusconi entra nel vivo.

Torno sul tema di cui mi sono occupato anche in L’ineleggibilità di Berlusconi e in Parlamento e Legalità solo per qualche precisazione.

Sono in tanti a sostenere che la norma (del 1957) è chiarissima e pertanto Berlusconi è ineleggibile.

Felice Casson non si sbilancia, per ragioni di riservatezza, ma afferma “in claris non fit interpretatio”, appunto nelle cose chiare non è concessa interpretazione. Concordo con Casson e per quanto mi riguarda Berlusconi è ineleggibile, o certamente lo era nel 1994.

Poiché da allora non è sopraggiunto alcun fatto nuovo, evidente che o nel passato la ragione politica ha prevalso sul diritto o adesso si vuole far prevalere il diritto perché i nuovi equilibri politici forse lo consentirebbero.

In ogni caso sarebbe la morte del diritto che dovrebbe essere affermato indipendentemente dagli equilibri politici.

Sul piano politico, sarebbe deleteria una “sentenza” di ineleggibilità nei confronti di Berlusconi dopo 19 anni e tanti “processi” sullo stesso tema. Berlusconi preferirei che fosse sconfitto sul piano politico. Ma sarebbe deleterio anche perché l’art. 66 della Costituzione, in forza del quale la Giunta del Senato si esprimerà, e nel caso successivamente l’intero Senato, recita testualmente: “Ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità”.

A voler essere pignoli, nessuna nuova causa è sopraggiunta. Ma a ben vedere il Senato non si è mai espresso sulla ineleggibilità di Berlusconi e considerata l’autonomia decisionale di ciascuna camera non rilevano i precedenti giudizi.

Forse è stato imprudente Berlusconi a candidarsi al Senato.

A prescindere da come finirà questa vicenda, ritengo sia ormai giunto il momento di interrogarsi seriamente sulla opportunità che sia la Camera di competenza a pronunciarsi sulle cause di ineleggibilità e incompatibilità. Ritengo auspicabile una riforma dell’art. 66 della Costituzione per affidare queste funzioni a un potere terzo rispetto alla politica.

20 thoughts on “Senatore Berlusconi

  1. Ciao, sono Franco Caserta (tuitter!), sono d’accordo con te ma c’è un problema e non trovo la soluzione! Mi spiego: un principio fondamentale del nostro ordinamento è l’indipendenza e la separazione dei tre poteri dello Stato. Non credi che affidare questa funzione a un potere terzo (meglio forse chiamarlo quarto….ma mi suona male anche questo….chiamiamolo allora potere X) lede quel principio fondamentale? Non ho fatto studi giuridici, mi rifaccio alle mie elementari conoscenze liceali, per questo forse dico stupidaggini e me ne scuso, ma quello che mi interessa è il tuo parere! Ti saluto Signora X! :-))

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    • Ciao carissimo, la separazione dei poteri va intesa anche come interdipendenza. Un conto è che il parlamento valuti se nelle azioni della magistratura vi sono tentativi di persecuzione politica e quindi è necessaria l’autorizzazione della Camera d’appartenenza prima di poter procedere all’arresto di un parlamentare, per esempio.
      Altra storia è valutare se vi sono cause di ineleggibilità che rimandano alla puntuale interpretazione e applicazione delle leggi ordinarie. Compito specifico della magistratura. In ogni caso i fatti dimostrano che l’aver affidato questo compito al parlamento ci espone alla applicazione non del diritto ma degli equilibrismi politici. Siamo al kamasutra della politica, visto che i parlamentari sono esperti nell’assumere posizioni.
      Non vedrei nulla di male ad affidare il compito a un potere terzo che può essere la magistratura (corte d’appello, corte di cassazione) o una commissione specifica allo scopo designata, purché estranea al potere politico.
      Pensa al sottile conflitto che esiste dal momento che parlamentari avvocati di un parlamentare imputato si ritrovano a dover votare sulla ineleggibilità del proprio assistito. Singolare, non trovi?

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  2. Carissima(/o) buona sera, continuo nel mio ragionamento in quanto non sono convinto della tua interpretazione. Esiste una legge (che secondo me dovrebbe essere Costituzionale!) che esclude le cause di ineleggibilità che rimandano alla puntuale interpretazione e applicazione delle leggi ordinarie, cioè procedimenti “giudiziari” di un potere (X) estraneo al potere Legislativo (Parlamento), nei confronti di un membro del Parlamento stesso, dalla normativa che riguarda l’autorizzazione a procedere? Se questa legge esiste, allora viene meno il principio di indipendenza e separazione dei poteri dello Stato? Se non esiste (e nel nostro caso non esiste,credo!) rientriamo nella normativa comune a tutti gli altri procedimenti, quindi per procedere a sentenza serve l’autorizzazione del parlamento! Sia chiaro, io sono per l’ineleggibilità di Berlusconi! Ma la legge deve essere chiara e non esposta a diverse interpretazioni altrimenti si fa un buco nell’acqua! Fammi sapere? Ciao!

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    • Scusami tanto ma non mi è chiaro il senso di quel che hai scritto.
      Esistono leggi ordinarie che prevedono circostanze che rendono ineleggibile una persona.
      Ma su queste cause a giudicare sono la giunta del senato o della camera dei deputati (e in seconda battuta l’eventuale assemblea) rispettivamente se la persona in questione è stata eletta al senato o alla camera.
      Quel che io sostengo è che tale valutazione dovrebbe essere di pertinenza di un organo esterno al parlamento perché diversamente una valutazione prettamente giuridica rischia di essere inficiata da equilibri politici per il semplice motivo che le giunte riflettono i rapporti di forza parlamentari.
      Quanto detto è riferito alla applicazione dell’articolo 66 della Costituzione che entra in gioco a elezioni avvenute perché la giunta competente viene investita del caso.

      Diverso è il caso di una normale attività giudiziaria che investe un parlamentare. In tal caso (semplifico) l’autorità giudiziaria trasmette gli atti alla camera d’appartenenza che deciderà se concedere le autorizzazioni del caso.

      Non so se ho risposto alla tua domanda, perché, come detto, non mi risulta chiara.

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      • Buongiorno, pongo la questione da un altro punto di vista! A chi diamo questo potere(X)? 1) non può essere un altro potere dello Stato, per i principi di indipendenza e separazione dei poteri (pensaci bene!). 2) non può essere un organo di garanzia (Corte Costituzionale, Presidenza della Repubblica). Non rimane altro che crearlo ex novo con legge Costituzionale, e qui si delinea anche il problema del come formarlo (elettivo, simile alla Corte Costituzionale…). Ciao!

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      • 1) può tranquillamente essere altro potere dello Stato. Già adesso Cassazione interviene su ammissibilità liste, corte costituzionale su ammissibilità referendum. Non ci sarebbe quindi alcun contrasto. Già in assemblea costituente c’era la proposta di affidare alla Corte costituzionale la verifica di democraticità dei partiti… poi non se ne fece nulla e siamo ancora qui a dibattere su attuazione art. 49 costituzione.

        2) come indicato in precedente risposta, può essere, in alternativa a quanto sopra detto, un comitato istituito allo scopo che prenderebbe le funzioni che adesso sono conferite a giunte “politiche” delle camere. I modi per farlo sono tantissimi l’importante è che sia un organismo estraneo e indipendente dalle forze politiche. Non disdegnerei nemmeno una designazione per sorteggio tra una serie di possibili candidati in possesso di specifici requisiti (magistrati, giuristi, docenti di diritto, tributaristi…).

        In ogni caso, il tema è molto semplice. C’è una legge ordinaria che risale al 1957. Da sempre su questa legge ci sono due posizioni politiche che con diverse motivazioni giungono a conclusioni opposte: alcuni affermano che Berlusconi è ineleggibile, altri che è eleggibile.
        Sul piano giuridico non è cambiato, sul punto, nulla dal 1994.
        Sul piano politico sono cambiati i rapporti di forza.
        Sul piano formale e sostanziale per la PRIMA VOLTA se ne occupa il Senato (quindi non hanno alcun peso le precedenti autonome decisioni della Camera dei Deputati).
        Qualunque decisione sarà presa ciascuno resterà della propria opinione perché chi decide non ha l’autorevolezza per essere credibile, come non lo sono stati sinora.
        Una decisione giuridica è quindi affidata interamente a una valutazione politica di opportunità (resa possibile da norme che non sono affatto chiarissime ma per esempio Felice Casson dice che la norma è chiarissima).
        Oggi, il senato è, per fare un esempio più comprensibile, come una Corte d’Appello che deve pronunciarsi su una sentenza di primo grado (quanto a suo tempo deciso dalla camera).
        Può con tutta tranquillità decidere diversamente da come è stato deciso; eppure la difesa si basa sul banale “sono stato già assolto”. Riesci a immaginare un imputato che in appello si presenta dicendo semplicemente “sono stato già assolto”?

        Ecco perché mi interessa poco cosa deciderà il senato e mi interessa porre il tema della riforma dell’articolo 66 della Costituzione (tra l’altro mi sembra che anche Grasso sul tema ha proposto qualcosa).

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      • Risposta immediata…”Già adesso Cassazione interviene su ammissibilità liste, corte costituzionale su ammissibilità referendum”: benissimo se ineleggibilità sentenziata prima di essere eletto! Comunque….io resto con quei dubbi…e nello stesso tempo mi sta bene che berlusconi venga dichiarato ineleggibile e quindi vada definitivamente a casa…. :-))))))) Ciao! ;.))

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      • Tecnicamente impossibile o molto difficile poter sentenziare prima dell’elezione. Riflettici. Bisogna conoscere per tempo i candidati, poi analizzare le posizioni individuali, poi sentenziare, quindi avanti quelli in sostituzione degli esclusi… Quanto tempo prima dovrebbero essere depositate le liste?

        Per il resto che dire, io preferirei giunti a questo punto che Berlusconi sia sconfitto sul piano politico.
        Stiamo ancora pagando per la non-sconfitta politica della DC.

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  3. PERCHÈ PUNTARE IL DITO SUL SILVIO?
    *****

    Ciao Mako, ciao Francesco.

    Mi inserisco per dire che fondamentalmente avete ragione entrambi;
    provo a fornire una versione dei fatti che motiva la mia affermazione.

    Torniamo indietro al fatidico 1994:
    In barba a quello che potevano dire le leggi vigenti, Berlusconi DOVEVA (sic!) poter essere eletto, poichè la sua presenza in politica era INDISPENSABILE per fungere da cavallo-di-troia a tutta una serie di altri personaggi “ambigui” (eufemismo) che altrimenti MAI E POI MAI avrebbero avuto la possibilità di inquinare le Istituzioni (infatti i vari Dell’Utri, Gasparri, Giovanardi, Previti & C. sono stati piazzati in Parlamento per puro ARBITRIO del Silvio, bypassando a pie’ pari qualsivoglia parere degli elettori).

    Esisteva una Legge del ’57 che si opponeva a questo progetto? E CHI SE NE FREGA; con la compiacenza dei Poteri Forti e della sua FINTA “controparte” politica (infatti la Sinistra non si è mai appellata alla PALESE ineleggibilità legale del suo “avversario”) si poteva far finta che quella legge non esistesse. Semplicemente.

    Morale: nonostante la chiarezza delle normative che ne impedirebbero la presenza in politica, sono 20 anni che abbiamo fra i piedi un delinquente che abusa dei poteri statali per farsi solo gli affaracci suoi.
    (Non che prima ne fosse estraneo, ovviamente; la sua “amicizia” con referenti come Bettino Craxi gli permetteva di fare le stesse cose anche senza doverci mettere la faccia di persona.)

    Allora, a questo punto giunti, mi pare del tutto annoso impuntarsi sulla presunta “ineleggibiltà” di Berlusconi…CON 20 ANNI DI RITARDO!!
    Come dire che se si riuscisse a far valere quella legge si tirerebbe un bel colpo di spugna sullo sfascio istituzionale avvenuto in due decenni? Ovviamente NO; se qualcosa doveva essere fatto in tal merito, avrebbe dovuto essere fatto 20 anni fa; provarci ora è del tutto SUPERFLUO. È superfluo perché ormai Berlusconi ha infarcito l’apparato statale di tanto piccoli “berlusconini” che proseguirebbero la gestione dello Stato COI SUOI STESSI IDENTICI METODI anche nel caso di una sua eventuale uscita di scena.

    Francesco l’ha detta giusta: “Se c’è ineleggibilità, va sentenziata PRIMA di essere eletto!” Sic et simpliciter. (Ed è “possibile”, Mako: dai; quanto “tempo” credi fosse necessario per conoscere le proprietà di Berlusconi e la relativa incompatibilità con l’assunzione di cariche politiche?)

    Allora il dito accusatore non va puntato sul ladro che ci svaligia la casa;
    semmai, il dito accusatore va puntato sul poliziotto che, pur vedendo il ladro che forza la nostra porta, non muove un unghia per fermarlo.

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    • Bentornato, Ronin. Sentivo la mancanza dei tuoi densi messaggi.
      Due piccole osservazioni.

      Non facciamo le verifiche di eleggibilità ad personam… eh? Se ipotizziamo che il controllo debba essere fatto prima dell’elezione, va necessariamente esteso a tutti i candidati indistintamente; va previsto il ricorso ecc. perché saremmo nell’ambito dell’ordinaria giurisdizione. E non dimentichiamo che si tratta di limitare uno dei diritti fondamentali in un sistema democratico: il diritto di elettorato passivo (art. 51 Costituzione).

      Il poliziotto. Questo è un gran bel tema in cui in sostanza il “poliziotto” è complice del “ladro”, per restare fedele al tuo schema. Sciocco rimproverare a Berlusconi di fare il berlusconi. Allora, non solo la classe politica ha dormito per mezzo secolo astenendosi da legiferare su trasparenza dei partiti e della politica e su conflitto d’interessi (problemi già evidenti e chiari ai tempi di Pannunzio e Salvemini), ma quando il problema è esploso in tutta la sua virulenza… ha continuato a dormire. Si tratta esattamente di quel comportamento che ho più volte definito “berlusconismo antiberlusconiano”.

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  4. Ciao Ronin, piacere di conoscerti! E ciao Mako. Io continuerò a riflettere su questa nostra bella discussione; certo, adesso più di prima, mi assale un senso di impotenza e quasi di rassegnazione! Cercherò di non arrendermi… mi sono sempre detto: …arrendersi mai! Ciao

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    • Ricambio il piacere, Francesco. Sembri una persona sveglia, ed è una qualità sempre più rara. Quando capita, va apprezzata.

      E non dare troppo peso alla tua (attuale) sensazione di impotenza; essa è soltanto una fase, una tappa obbligata nel precorso di Crescita Individuale:
      quando una persona realizza che gli strumenti sociali messi a sua disposizione sono delle illusioni, è naturale che subentri un certo scoramento…ma è solo una fase momentanea; infatti poco dopo cominciano ad apparire ALTRE OPZIONI oltre al semplice uso dei mezzi messi a disposizione dalla Casta (che, in quanto tali, sono ovviamente inadatti a combattere la Casta stessa).
      Prendi tempo e tieni i sensi allenati; le alternative ESISTONO.

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  5. Benone, Mako, allora te la metto così:

    – Sulla tua osservazione n.1):

    Se davvero la norma sulla “ineleggibilità” non è materialmente applicabile per questioni di “tempo”…allora quali ragioni PRATICHE avrebbe di esistere? Esiste in teoria e basta, come il motto “L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro”?
    [Ma non c’è bisogno di discuterne; infatti ora taglio corto sulla questione:]

    Personalmente sarei favorevole alla abolizione di qualunque criterio di “ineleggibilità”;
    per quel che mi riguarda sono liberi di presentarsi pure Totò Riina e Godzilla, se qualcuno li vota.
    Parimenti, potremmo candidarci anche io e te…Ma la cosiddetta “ineleggibilità” non risolve proprio niente, poichè il VERO nocciolo del problema sta alla radice: infatti CHI ha la CONCRETA possibilità di venire poi “eletto”? Non certo io e te; a parità di “diritto all’eleggiblità”, vince il candidato che dispone di una piattaforma mediatica più potente di quella di noi comuni cittadini.
    Quindi è perfettamente inutile garantire la libera candidatura a “tutti”, se poi gli strumenti materiali CONCRETI per venire eletti restano comunque prerogativa di “pochi”.
    Perciò, aboliamo al più presto questa inutile menata della “ineleggibilità”; semmai, il CONTRARIO: estendiamo pure l’eleggibilità a chiunque voglia, ma nel contempo dotiamo TUTTI i candidati di parità di strumenti elettorali, applicando una SOGLIA alla possibilità dei (pre)potenti di fare propaganda per se stessi. (Te lo immagini un duello elettorale “Mako-vs-Berlusconi”…AD ARMI PARI? Credo che gli faresti mangiare anche i tacchi rialzati, allo gnometto.)

    —–

    – Sulla tua osservazione n.2):

    In sintesi: il dito va puntato sul “poliziotto” inetto più che sul “ladro” vero e proprio.
    Pienamente d’accordo; è una cosa su cui insisto da sempre:
    Inutile che le pecore contestino un lupo per il fatto che cerca di spolparsele; un lupo si comporta da “lupo” e basta, è nella sua natura cercare di spolpare le pecore.
    E se alle pecore questo fatto non sta bene, spetta a LORO evitare di finire tra le fauci del lupo, invece di pretendere che il lupo diventi vegetariano!

    (Per i lenti di comprendonio che non capiscono le metafore:)
    Berlusconi è un ladro, uno sfruttatore, un oppressore, un mafioso, un arraffone, un corruttore, un affamatore?…E CERTO CHE LO È! Questa cosa è evidente anche ad un bambino, così come per i cuccioli di pecora è evidente che i lupi sono creature pericolose.
    Ma il problema di fondo non è che LUI è un “ladro”; il problema è che NOI siamo “vittime”. (E vittime FACILI, di quelle che tengono il portafoglio in bella vista e poi si lamentano dello scippatore che glielo ruba.)
    Se un illuso pretende che uno come Berlusconi diventi “onesto” solo per fargli piacere, allora si merita tutto il cazzo che lo gnometto riesce ad infilargli nel didietro.
    Lui – e quelli come lui – abusano di noi soltanto perchè noi ci comportiamo da perfetti “abusabili”. Ma non c’è nessun obbligo di sottostare a quest’equazione. E visto che “loro” non cambieranno mai, a QUALE fattore spetta il compito di cambiare i termini dell’equazione?
    (E se qualcuno ancora non ha capito di cosa parlo…Beh, tenga pure il portafoglio in bella vista e tanti auguri.)

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  6. – Sulla tua osservazione n.2/bis):

    Dicevamo: Il dito va puntato sul “poliziotto” inetto più che sul “ladro” vero e proprio. Bene.

    In tal senso, nessuno può negare (e i fatti sono sotto gli occhi di tutti) che la sedicente “Sinistra” è sempre stata molto attenta a NON aggredire troppo il Berlusca, poiché il fatto di avere come “avversario” un figuro del genere gli consentiva di raccogliere i voti “Anti-Silvio” (ed erano milioni) ANCHE SENZA DOVER “FARE” ASSOLUTAMENTE NULLA! Gli bastava esistere e raccogliere a piene mani i dissensi di chi era schifato dal Silvio.
    Per la Sx era una PACCHIA, avere per “controparte” un mafioso implicato in diecimila processi; quindi perchè cercare di liberarsene? “…Anzi, dobbiamo fare di tutto affinché rimanga lì dov’è; fosse mai che al suo posto si presenta un politico VERO che ci costringe a rimboccarci le maniche per inseguire consensi di pubblico!

    Paraculi vigliacchi e ruffiani compiacenti. Ecco da chi era composta la Sinistra che ha rappresentato la “alternativa” al Silvio in questi ultimi 20 anni.
    E noi incastrati nel mezzo, a decidere a chi di questi due regalare la nostra crocetta. Una farsa.

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  7. Buona sera Ronin, buona sera Mako. Ronin, condivido la tua analisi, il problema adesso è creare “gli strumenti materiali CONCRETI” e non solo per risolvere questo specifico problema ma anche per creare le condizioni per una politica sana che pensa “soltanto” al bene comune! Chi lo può fare? Io credo che il virus della “cattiva politica” sa bene come mascherarsi e intrufolarsi nel “corpo” di quella che sembra essere la “buona politica” e far nascere altri “berlusconi” forse peggiori del berlusconi stesso! Io credo che questo virus impera nel cdx e nel movimento di grillo dove non esistono anticorpi, e anche nel Pd, ma qui esistono anche anticorpi, seppur non sufficientemente, come dire, forti, per contrastarlo e eliminarlo! Sel e l’altra sx probabilmente sono immuni, ma a me interessa anche che “la buona politica” arrivi a governare, e sappiamo bene che queste formazioni difficilmente arriveranno mai ad avere grandi numeri. Allora forse la strada meglio percorribile è quella di far entrare queste forze nella sfera del PD e li conquistare il partito assieme a quelle forze che già ci sono dentro il PD (barca, civati e altri). Questa è la mia opinione, e sono consapevole che difficilmente tutto questo si verificherà, ma, purtroppo, non vedo altro! Ciao!

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  8. LE MELE MARCE E LA POLITICA “SANA”
    *****

    • (cito Francesco:) «[…]Sel e l’altra SX probabilmente sono immuni, ma a me interessa anche che “la buona politica” arrivi a governare, e sappiamo bene che queste formazioni difficilmente arriveranno mai ad avere grandi numeri. Allora forse la strada meglio percorribile è quella di far entrare queste forze nella sfera del PD e li conquistare il partito assieme a quelle forze che già ci sono dentro il PD…»
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    Hai centrato il punto, Francesco: la questione dei “grandi numeri”.

    Un partito di “onesti” difficilmente supererebbe il 6-7% (l’esempio passato dei Radicali dice tutto), quindi non ci rimane che constatare la realtà dei fatti: il governo è e resterà per molti anni una altalena privata tra PD e PdL (col M5S a fare da “bilancere”).

    Tuttavia sappiamo anche che, allo stato attuale delle cose, PD e PdL sono un covo di intrallazzoni, inetti, raccomandati e inquisiti. Eppure sappiamo già che i futuri governi li presiederanno giocoforza loro due (magari avvicendandosi di volta in volta, ma ciò poco cambia: se non è zuppa è pan bagnato…)

    Allora, appurato che nessuna “terza forza” si inserirà nel saliscendi privato PD/PdL, cosa ci resta da fare per sperare in un migliore futuro della politica?
    Risposta obbligata, nella sua semplicità: impegnarci per ripulire questi due partiti dalle mele marce.
    Tutto il resto sono sforzi a vuoto; tanto, abbiamo già visto che a presiedere la maggioranza di governo sono (e saranno) sempre loro due.

    A me non importa proprio nulla che il partito di governo si chiami “PD” oppure “PdL”; mi importa solo che qualunque partito governi sia composto da elementi SANI (con tutto ciò che questo termine sottintende).

    Invece, una cosa che ha sempre ingannato l’elettorato è quella di votare a priori la POSIZIONE IDEOLOGICA di un dato partito (“Destra” o “Sinistra”) senza curarsi da QUALI individui fosse rappresentata questa posizione ideologica.
    Ciò ha determinato che PD e PdL potessero SEMPRE contare su un vasto bacino di voti SICURO A PRESCINDERE, pure se avessero candidato nelle proprie liste Hitler o Paperino.

    Ma torniamo alla nostra ipotetica “cura” della malapolitica, ovvero la scrematura delle mele marce dai due partiti di maggioranza (PD e PdL) in favore di uomini politici sani.
    Personalmente, credo che le uniche aperture in proposito le offra il PD; infatti l’altro “partitone” è stato fondato da un mafioso grassatore per reclutare altri mafiosi grassatori, e ormai ci sarebbe troppo lavoro di ripulitura da fare (soprattutto considerando anche gli altri “alleati” che ingrossano la stessa coalizione: Casini, Bossi, La Russa…mamma mia!)

    Certo però che finché nel PD si continua a dare credito a gente come Bersani e D’Alema, di “ricambio” se ne prospetta ben poco;
    perciò questi buffoni della vecchia guardia vanno PRIMA rivelati pubblicamente per quelli che sono – ovvero, la mano sinistra del berlusconismo. Solo allora ci potranno essere le premesse per un realistico “nuovo-che-avanza”.

    [P.S: Questo post illustra solo una traccia a grandi linee, ovviamente; i dettagli pratici sono ancora tutti da discutere. Ma se ci troviamo d’accordo almeno sull’idea generale, è già un buon punto di partenza.]

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    • Partiti, pulizia, rinnovamento… temi antichi e sempre attuali.
      Credo si possano delineare alcuni elementi certi.

      Nessun partito è proprietario dei voti che prende; le logiche aritmetiche (ovvero mettiamo insieme le nostre “doti elettorali“) possono pagare a breve ma nel medio e lungo periodo sono perdenti.

      Nessun rinnovamento è possibile senza la partecipazione attiva da parte di milioni di persone; la democrazia è partecipazione e la delega funziona solo se è il prodotto della partecipazione attiva dei cittadini. Partecipazione che non si risolve e non si esaurisce con il voto.

      Il M5S ha avuto il merito di aver riportato molte persone alla politica ma per superare il rischio che le persone arrivino alla politica per trovare un bel posto al sole e risolvere i propri personali problemi occupazionali occorre mettere in circolo il tesoro elettorale raccolto, spenderlo sul mercato politico per fare e trasformare in fatti il consenso ottenuto che è solo un presupposto per fare.

      Chi si chiude in un altezzoso “noi siamo i giusti e i vincenti voi siete morti” ben presto sarà percepito come un pezzo del sistema, vale a dire come coloro che hanno cavalcato lo scontento e la sfiducia al solo fine di disarcionare gli altri per prendere il loro posto.

      In ogni formazione politica ci sono persone competenti e oneste: vanno supportate e valorizzate senza demonizzare nessuna formazione. Ma onestà e competenza sono solo pre-requisiti e presupposti.

      Per tornare alle idee e alle persone in grado di realizzarle occorre un sistema democratico che restituisca al popolo il potere di scegliere i rappresentanti.

      I cittadini devono poter selezionare le persone da candidare e poi scegliere tra i candidati.

      I partiti devono essere strumenti organizzativi a disposizione dei cittadini per concorrere a determinare le scelte politiche. Senza queste condizioni non c’è democrazia ed è perfettamente inutile discutere di partiti e di politica: prevarrà sempre sui problemi reali il “far credere” che qualche pirla di turno imporrà alla collettività.

      Se vinciamo la battaglia per avere “partiti democratici” e affermiamo il diritto a scegliere i propri rappresentanti allora avremo superato la dittatura dei partiti che domina in Italia dal 1946, avremo fatto cadere l’oligarchia partitocratica che da sempre governa la Repubblica Italiana.

      Questo è lo stato delle cose; tutto il resto è fuffa.

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  9. Ciao Mako, che dire… hai detto tutto e non posso far altro che condividere….quasi tutto. 🙂 Il quasi è perché nelle persone che tu hai citato toglierei, sinceramente, Bersani, non che non abbia anche per Lui qualche critica da fargli, anche dura, ma… bisogna riconoscere che il contesto in cui si è mosso era veramente difficile. Anzi, ha avuto un grande coraggio nel tentativo di spingere il partito verso quel progetto dell’Italia bene comune che ancora adesso vedrei come un’ottima base di partenza. E sono sicuro della sua reale volontà di cambiamento. Insomma, Bersani lo metterei tra i buoni….se me lo permetti! P.S. Ah se grillo avesse avuto un diverso atteggiamento, quante cose forse sarebbero cambiate anche dentro il PD!! Ti saluto e alla prossima! Ciao!

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  10. Certo, Francesco; il compito di Bersani era difficile…“se” oltre a preoccuparsi di dover curare gli interessi della Nazione doveva contemporaneamente preoccuparsi di difendere ANCHE gli interessi privati di partito. (Ovvio che poi doveva fare i salti mortali, per mediare le due cose.)

    “Se” invece Bersani avesse dovuto preoccuparsi SOLO di curare gli interessi della Nazione, le sue scelte non sarebbero state affatto “difficili”.

    Quindi dal mio punto di vista Bersani non è assolvibile, e NON rientra affatto tra i “buoni”.

    Via dalle palle chi difende interessi particolari; non è più tempo di essere tolleranti coi cerchiobottisti (cioè, con chi adotta la filosofia del “Un contentino al popolo, e un contentino ai miei amichetti…e così siamo tutti contenti!”)

    —–

    (P.S:)
    Dell’ “atteggiamento di Grillo” (che invero mi lascia assai perplesso) si è già accennato su un’altra Discussione di questo blog:

    Grillo, attento!

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