Parlamento e legalità: due termini che si elidono a vicenda.
Il Parlamento deve in taluni casi discutere l’autorizzazione a procedere nei confronti di un parlamentare o addirittura sulla richiesta di arresto di un parlamentare. Il Parlamento deve decidere sulla ineleggibilità dei parlamentari e tale giudizio è condizionato dagli equilibri politici e non da norme stringenti come impone la Costituzione e da tempo sancisce la Corte Costituzionale.
Il Parlamento svolge le suddette funzioni in plenaria e\o con apposite giunte dedicate. Potrebbe verificarsi il caso, e in ogni caso si verifica nelle decisioni assembleari, che a decidere sull’autorizzazione a procedere o all’arresto sia anche un parlamentare difensore del collega imputato. Si avete capito bene. Come se un PM, che ha sostenuto vittoriosamente l’accusa di un imputato, fosse chiamato a decidere come giudice di secondo grado sul condannato, suo ex-imputato. Ridicolo. Ma l’Italia è il Paese di Pulcinella, no? E quando non c’è Pulcinella compaiono in scena Arlecchino e il triste Pantalone.
Il parlamentare difensore di un imputato parlamentare può influire sul corso della giustizia. Non vi sembra un leggero conflitto d’interessi? Cosa fa l’ordine degli avvocati con tutta la sua prosopopea deontologica? Mi sembra una squinternata corporazione sopravvissuta al fascismo. Pietosi, gli ordini professionali.
Perché dovremmo avere fiducia nella onestà di giudizio di un Parlamento sempre più espressione degli interessi di una corporazione partitocratica che lucra e vegeta parassitariamente sul popolo italiano?
Un avvocato che ricopre la funzione di parlamentare non dovrebbe poter assumere la difesa di un parlamentare. Semplice, chiaro, onesto, professionale. Ogni argomento di segno contrario deve essere rigorosamente respinto perché in aperta violazione delle prerogative inviolabili del Parlamento e di una minimalista etica professionale.
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