Abolire le province? La provincia è forse l’organo istituzionale meno amato. Da decenni si discute di abolirle eppure nel 2001 con la riforma del Titolo V della Costituzione si è persa questa occasione e sono state messe le basi per allargare i poteri delle province e la loro (quasi) intoccabilità poiché non si può intervenire sulle Province senza decisione condivisa con i Comuni e sentite le Regioni (art. 133 della Costituzione).
Nonostante tutto questo disamore, dopo una sostanziale stabilità, nel 1968 nasce la provincia di Pordenone, nel 1970 quella di Isernia, nel 1974 quella di Oristano arrivando al totale di 95 province; poi, in soli due decenni, dal 1975 al 2004 l’Italia si è arricchita di ben 15 province arrivando a 110.
Non tutte le province sono sede dei tradizionali uffici statali che spesso s’accompagnano alle province: Prefettura, Questura, Banca d’Italia. Ma gli uffici statali periferici non si limitano a quelli citati e non va dimenticato che provincia significa anche comandi provinciali di carabinieri e polizia, comandi provinciali dei vigili del fuoco, provveditorati all’ istruzione e alle opere pubbliche, uffici della motorizzazione, camere di commercio, uffici dell’ Inps… una macchina burocratica elefantiaca, spesso inutile, inefficiente e dispendiosa. Continua a leggere