Una parte del Paese esulta all’idea che a Berlusconi siano messe le manette ai polsi.
Una parte del Paese promette che se dovesse succedere scatenerà l’inferno.
Al momento non mi risulta siano state avanzate domande di arresto o richieste di misure restrittive nei confronti di Berlusconi.
Personalmente non sono mai contento quando si invocano le manette per un politico, anche solo in sogno o nei desideri: è il preludio per una politica peggiore. Se un medico ruba si arresta il ladro e non il medico. Se un politico delinque, si condanna il fatto criminale e non il politico. Distinguiamo la repressione dei crimini dalla lotta politica. La cattiva politica va sconfitta sul piano politico. Abbiamo già visto cosa ha prodotto l’illusione della “rivoluzione per via giudiziaria”: la degenerazione della politica. La giustizia non è mai rivoluzionaria: diffidate da chi mette insieme parole che si elidono reciprocamente.
Chi delinque va punito ma si tenga distinto il reato dalla politica perché non esiste un esercizio delle funzioni pubbliche o dell’attività politica che richieda la necessità di compiere reati. Quindi, non c’è uno scontro istituzionale ma semplicemente un cittadino che in diversi processi è imputato per diversi reati. Se confondiamo i due livelli avremo sempre più spesso persone che sceglieranno la politica per costruire fitte reti di protezione per delinquere con maggiore tranquillità. Questo è avvenuto da tangentopoli a oggi. In politica il carcere non è mai una soluzione, e spesso non lo è mai in generale.
Indice di gradimento: ZERO al pressapochismo di gran parte dei media e della politica