C’è sempre stato un giornalismo schierato politicamente. Giornalismo militante, d’inchiesta che, generalmente, sostiene una determinata posizione con documenti, analisi, dati, argomentazioni… non sempre di qualità ma almeno il tentativo c’è.
Era lecito attendersi che una nuova politica, fortemente in polemica con il sistema dell’informazione, producesse nuovo modo di fare informazione. Invece, così come spesso in politica nuovo si riduce a fare per poter dire “abbiamo fatto”, e giù con l’elenco delle millantate riforme, o a promuovere volti nuovi e donne, come se bastasse un po’ di giovani o una predominanza di genere per rinnovare un Paese, allo stesso modo assistiamo a schiere di giornalisti che si dedicano alla sistematica denigrazione della parte politica che meno gradiscono. Tutto si esaurisce in sterili polemiche, reciproche accuse, propaganda dell’ignoranza.
A questi giornalisti fiancheggiatori si aggiungono i giornalisti reggi microfono, coloro che pensano che informare significhi riportare quel che ha detto Caio… sebbene per sapere ciò sia sufficiente collegarsi ai siti delle agenzie di stampa e non serva l’esercito di giornalisti che indefessamente clona i dispacci d’agenzia, i comunicati stampa e le dichiarazioni di Caio.
Succede così che a “8 e mezzo” del 26 maggio la Gruber abbia come ospiti la neo- eurodeputata Picierno, Andrea Scanzi e in collegamento esterno Massimo Cacciari, il quale giustamente sottolinea che non intende discutere della Picierno.
Scanzi e Picierno non perdono tempo e si esibiscono in un vuoto e infantile battibecco. Scanzi apprezza molto le capacità intellettive e politiche di Picierno, come dimostra il suo articolo Renzi, sciacquati la bocca quando parli di Berlinguer o il suo intervento su Twitter con il quale afferma che Picierno fa le figuracce persino con “Gasparri, che non vinceva un duello di intelligenza dal ‘62”! Continua a leggere