Elogio dell’analfabetismo

Or tu chi se’ che vuo’ sedere a scranna, per giudicar di lungi mille miglia con la veduta corta d’una spanna? (Dante, Paradiso, Canto XIX)

Questa terzina   calza alla perfezione sia all’attuale mondo politico sia a quello dei media. Qualcuno dirà “tu chi sei che ti ergi a giudice?”. La risposta è presto data: sono nessuno, non nel senso omerico ma proprio nel senso che non ho alcun titolo se non il mio analfabetismo che mi induce ad essere cauto quando sento tanti professoroni (si può dire sboroni?) sviluppare ragionamenti, che non reggono la verifica con i dati storici e documentali, o indicare soluzioni senza che si riesca a comprendere perché quelle stesse persone hanno fallito su tutta la linea quando avevano l’opportunità di fare. Da analfabeta sottopongo a verifica quel che sento e leggo. E più verifico più mi sorge il dubbio che tanti professoroni e opinion leader (si dice così?) non sono portatori di cultura ma di ignoranza, non aiutano a comprendere ma a confondere.

L’ennesimo spunto mi è giunto dalla trasmissione INONDA, la puntata del 2 marzo 2013. In studio i conduttori Porro e Telese insieme agli ospiti Mieli e Veltroni. Gli illustri oratori continuavano a ripeterci che l’attuale situazione di ingovernabilità è il prodotto della pessima legge elettorale a tutti nota con il nomignolo di porcellum.

Le cose stanno realmente così? Assolutamente no.

Il tema dell’ingovernabilità tiene banco nel dibattito politico italiano sin dai tempi della Costituente. Continua a leggere