“Quando si dice che la famiglia è una società naturale, non ci si deve riferire immediatamente al vincolo sacramentale; si vuole riconoscere che la famiglia nelle sue fasi iniziali è una società naturale.
Pur essendo molto caro ai democristiani il concetto del vincolo sacramentale nella famiglia, questo non impedisce di raffigurare anche una famiglia, comunque costituita, come una società che, presentando determinati caratteri di stabilità e di funzionalità umana, possa inserirsi nella vita sociale. Mettendo da parte il vincolo sacramentale, si può raffigurare la famiglia nella sua struttura come una società complessa non soltanto di interessi e di affetti, ma soprattutto dotata di una propria consistenza che trascende i vincoli che possono solo temporaneamente tenere unite due persone.” Aldo Moro, I Sottocommissione per la Costituente, discussione dell’art. 29 (5 novembre 1946).
Come si giunse da una posizione così avanzata alla formulazione finale dell’art. 29 che considera la famiglia “come società naturale fondata sul matrimonio”?
Come spesso avvenne in quella fase storica (e non solo allora) si trattò di un compromesso tra la sinistra e il mondo cattolico e conservatore. Continua a leggere