I tagli lineari sulla Costituzione

L’accetta dei tagli lineari indiscriminati si abbatte sulla Costituzione. Di questo si tratta quando ci occupiamo della modifica costituzionale oggetto dell’imminente referendum del 20 e 21 settembre.

Una banalissima operazione contabile che investe la Costituzione in uno dei suoi aspetti fondanti e fondamentali: la rappresentanza politica, strumento principe attraverso cui si esprime la sovranità popolare.

Non si può ridurre tutto a un mero aggiustamento numerico dei rappresentanti parlamentari, perché la misura del taglio (36,5%) va ben oltre il semplice aggiustamento e ci porta ad avere di gran lunga il peggior rapporto alla camera bassa tra abitanti e deputato (1 oltre 150.000 abitanti, qualsiasi altro paese ha un rapporto molto più favorevole) e uno degli ultimi tra i paesi che dispongono di una camera alta: peggio di noi ci sarebbe solo la Polonia, il cui Senato ha poteri legislativi ridotti e non ha un rapporto fiduciario con l’esecutivo, e la Germania, la cui camera alta – Bundesrat – è una assemblea federale che rappresenta i Länder e si occupa di determinate materie, quindi non paragonabile al nostro Senato che ha la stessa identica funzione della Camera.

Non si può nemmeno affermare che  questo taglio aumenta l’efficienza del parlamento e avvicina il Parlamento ai bisogni dei cittadini.

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L’uomo giusto

Sono indispensabili regole deontologiche e normative rigorose che sanzionino comportamenti opachi e rapporti collusivi, senza attendere le indagini giudiziarie; si tratta di un’esigenza ancora più impellente in un momento in cui l’autorevolezza della classe dirigente è determinante per imporre ai cittadini scelte di rigore sul piano economico e per mandare segnali di credibilità ai mercati internazionali.” (Raffaele Cantone)

cantoneIn Italia spesso si esulta perché l’uomo giusto è collocato al posto giusto.

Sufficiente avere la persona giusta al posto giusto per risolvere un problema?

La Storia ci dice che non è così.

Occorre che la persona giusta sia messa al posto giusto nel momento giusto, vale a dire in un clima politico e culturale caratterizzato dalla volontà e determinazione di risolvere un problema. Continua a leggere

Lorenzin, incarico riconfermato

lorenzin-4@bealorenzin
Il ministro Beatrice Lorenzin è stata riconfermata alla guida del delicato ministero della Salute.
Evidentemente i suoi ultimi dieci mesi  trascorsi alla guida del ministero sono stati valutati positivamente anche dal nuovo Presidente del Consiglio entrante, Matteo Renzi.
Non possiamo che esserne tutti contenti, anche perché la prima nomina della Lorenzin era stata accompagnata da molte polemiche e ironie soprattutto per il suo curriculum, ritenuto da tanti poco idoneo per un incarico di governo così importante.

Da sempre la sanità è sotto i riflettori per i frequenti interventi della magistratura a causa della gestione non proprio cristallina, dei consueti  movimenti tangentizi, ma anche per i numerosi casi di malasanità.

Il costo della siringa, che varia dalla Sicilia alle Alpi in modo incomprensibile, è il più classico degli esempi a cui ricorrono tutte le forze politiche per sottolineare l’esigenza di trasparenza amministrativa e gestione oculata, perché se le risorse sono gestite male a farne le spese sono i cittadini e la loro salute.

Il ministero della salute è il faro a cui guardano tutte le Regioni che hanno la quasi totale responsabilità del sistema sanitario, ma occorre non dimenticare che il nostro è un sistema nazionale e ogni cittadino ha il diritto alla salute e alle cure mediche.

Bello sapere che Lorenzin ha intrapreso una meritoria azione politica di gestione del ministero e che questa azione merita di essere proseguita. Sarebbe bello che la politica e il sistema informativo ci documentasse i successi di questo giovane ministro, così anche noi cittadini avremmo qualche motivo per nutrire la nostra vacillante fiducia nelle Istituzioni. D’altra parte è il ministro stesso che ha recentemente dichiarato “Sono io che ringrazio Visto, perché noi abbiamo un grave problema di comunicazione nell’ambito dell’informazione scientifica e sanitaria”; concordo, e aggiungo che c’è anche un problema di comunicazione politica e non si comprende perché un ministro è confermato e un altro, penso a Bonino Carrozza, è destituito.

Bene.
Giacché la Lorenzin è capace e si parla tanto di spending review,  segnalo un ambito di intervento che potrebbe offrire beneficio ai cittadini, ridurre i costi e aumentare la produttività.
Magari il ministro potrà valutarlo insieme a Carlo Cottarelli che, a quanto si dice, è pronto per la presentazione del rapporto sulla spending review.

Non mi riferisco ai soldi spesi dalla Presidenza del Consiglio, circa 6 milioni, per le politiche di contrasto alla droga. Non si comprende, infatti, perché la Presidenza del Consiglio disponga di fondi per intervenire in un campo che è di specifica competenza di un Ministero. La spending review dovrebbe iniziare da questi piccoli interventi di razionalizzazione della spesa per i quali basta una brava massaia e non serve un commissario straordinario del calibro di Cottarelli, e certamente non è di queste cose banali che si occuperà il rapporto tanto atteso.

Ecco, la questione semplice e specifica.

Voi tutti sapete che se un cittadino, su consiglio del proprio medico di base, ha la necessità di effettuare delle analisi mediche, con la prescrizione sanitaria si reca alla ASL o in una centro di analisi convenzionato. Paga il ticket, aspetta e quando finalmente arriva il suo turno effettua l’analisi. Quindi, torna dopo un paio di giorni al centro per ritirare l’esito degli esami e infine si reca dal proprio medico. Aspetta pazientemente il proprio turno; finalmente il medico legge gli esami e decide come procedere.

Non sarebbe più semplice trasmettere gli esami in formato elettronico al medico?

Risparmieremmo tanto tempo, magari utile per lavorare e produrre. Si risparmierebbe carburante; non è poca la popolazione che non vive in grandi centri e deve fare parecchi chilometri per andare in un centro analisi e poi dal proprio medico.

Pensate. Il medico riceve sul proprio computer le analisi dei pazienti le analizza e comunica a ogni paziente cosa fare. Potrebbe limitarsi a compilare una ricetta per iniziare o proseguire una cura, o ritenere utile convocare il paziente per illustrargli la situazione e proporgli altri accertamenti… valuterà cosa è necessario fare senza bisogno che il paziente faccia da fattorino tra il centro analisi e lo studio medico e senza una inutile attesa dal medico per sentirsi dire… bene proseguiamo con la cura, oppure tutto a posto ci vediamo tra un anno…

E’ molto difficile avviare una riforma di questo tipo?

Quanto ci permetterebbe di risparmiare in termini di tempo, permessi dal lavoro e di guadagnare in termini di efficienza e serenità?