Il trionfo di Andreotti

giulio_andreottiAndreotti ha lasciato questa valle di lacrime; inevitabile parlarne. Meno necessario l’ardito parallelismo che qualcuno propone tra anti-andreottismo e anti-berlusconismo per sostenere la necessità di  pacificazione politica. Pacificazione che sarebbe impossibilitata dalla irragionevole sinistra che avrebbe sempre bisogno di demonizzare l’avversario. 

Cominciamo col dire che non c’è alcun bisogno di pacificazione.

Abbiamo in Italia il caso Berlusconi che è diventato problema dell’Italia poiché il suo partito, il PdL, coincide con lui e ne rappresenta gli interessi. In un sistema democratico, e persino in una dittatura, nessuno è indispensabile; ovunque un partito politico avrebbe difeso il proprio leader togliendolo dalla esposizione pubblica, dimostrando autonomia tra partito e posizione personale del leader. Ovunque, a condizione che esista un partito politico e non un sistema di apparato a sostegno di una persona. Ma se il leader è un perseguitato politico? Ragione in più per metterlo al riparo dai riflettori. Rispetto a Berlusconi, ai suoi guai giudiziari e alla supposta persecuzione torna utile l’improvvida affermazione di Andreotti riguardo a Ambrosoli; riguardo a Berlusconi si può ben dire “se l’è cercata”, con i suoi comportamenti borderline, il suo disprezzo per la magistratura, la perenne sfida a ogni regola del vivere civile… Continua a leggere

Perché la sinistra perde

inciucioDopo ogni elezione parlamentare nella sinistra (intesa in senso lato di centrosinistra + sinistra) si diffonde lo scoramento per i risultati inferiori alle attese e per le difficoltà di mantenere la coesione che fino al voto portava a dire “questa volta ci siamo”. Prima di analizzare le ragioni sostanziali della predestinazione alla sconfitta, ricordo gli errori che a mio avviso hanno determinato il pessimo risultato elettorale del 2013: a) considerare  Scelta Civica  un interlocutore credibile in termini di proposta di rinnovamento; con evidenza non lo era giacché  Monti si alleava con due dei maggiori alfieri della palude politica: Fini e Casini; b) ignorare la reazione dell’elettorato di sinistra al rapporto privilegiato con Scelta Civica; relazione sgradita poiché Monti  dichiarava che non intendeva governare con il PD alleato con SEL; c) sottovalutare il M5S, unica forza politica che poteva intercettare gli incerti; d) non capire che occorreva aprire al M5S prima del voto per promuovere insieme il rinnovamento della politica; e) non valorizzare prima del voto quella parte del M5S disponibile a un accordo con il PD, contribuendo così a dare credibilità al tema centrale della campagna elettorale del M5S che era anche lo spauracchio di gran parte dell’elettorato del PD: l’inciucio.

Se non fossero stati commessi questi errori, PD e SEL con molta probabilità avrebbero vinto le elezioni… ma avrebbero perso lo stesso per le ragioni sostanziali che conducono alla sconfitta della sinistra. In sintesi, soffermandomi solo sulle ragioni recenti ( 1994 – 2013), anche se alcune di queste affondano le radici nella storia ormai quasi secolare.

1)      Mancata contaminazione tra le anime ex DC e ex PCI. Il PD è nato gracile perché somma aritmetica di due culture: una di estrazione comunista, l’altra di estrazione cattolica, con presenze di clericalismo e di liberalismo conservatore. Il PD si presenta come un coacervo in cui convivono molte anime, ma cosa le unisce? Quali sono i punti irrinunciabili? Continua a leggere

Grillo, attento!

Caro Grillo, comprendo benissimo la ferma indisponibilità tua e di buona parte del M5S a non concedere la fiducia a un “governo dei partiti” anche nell’ipotesi che si tratti di un governo a termine per fare poche e ben definite cose. Comprendo bene che è lecito sfruttare gli errori altrui per rafforzarsi e vincere alla grande. E non ci sono dubbi che se si va alle elezioni nel giro di pochi mesi la partita è tra te e Berlusconi; il PD sarebbe fuori dai giochi e gli altri sono già fuori. Questo il PD lo sa bene.

Qui però non è un incontro di calcio dove da un errore della squadra avversaria può scaturire un bel contropiede che in pochi secondi porta a un vittorioso e determinante goal. Qui il rischio è che l’errore altrui duri cinque anni e solo tra cinque anni il M5S avrà l’opportunità di raccogliere la maggioranza assoluta. Perché il punto, caro Grillo, è che non c’è un piano B ma c’è un potente e unico PIANO che prevede un accordo di ferro tra PD e PDL per il tramite della Lega. Continua a leggere