Periodicamente si discute intorno al matrimonio tra persone dello stesso sesso o ad altre forme di tutela per le coppie omosessuali. Si discute e non succede nulla. Da marzo 2013 si muove con molta fatica in Parlamento il disegno di legge Cirinnà sulla disciplina delle coppie di fatto e delle unioni civili.
Afferma il senatore Tonini (PD): «La sentenza 138 del 2010 della Corte costituzionale fu chiara: i concetti di famiglia e di matrimonio “non si possono ritenere cristallizzati all’epoca in cui la Costituzione entrò in vigore” ma questa interpretazione “non può spingersi fino al punto d’incidere sul nucleo della norma”, ovvero sull’inserimento delle coppie omosessuali nella normativa sul matrimonio. Per questa ragione noi, nel disegno di legge, non abbiamo come riferimento l’articolo 29 della Costituzione, che parla di matrimonio, ma l’articolo 2, il garante dei diritti inviolabili dell’uomo “nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”. Quindi anche nelle unioni tra persone dello stesso sesso. E la sentenza del 2010 prevede, proprio legandosi all’articolo 2, “la necessità di un trattamento omogeneo tra la condizione della coppia coniugata e quella della coppia omosessuale”. Siamo come si vede, su un crinale molto difficile. Però dobbiamo trovare il giusto equilibrio. E lo dico, anche qui, da cattolico perché la buona coscienza credo sia la mediazione avendo come criterio la ricerca del bene possibile». Continua a leggere