Perché quando persone “intelligenti” si esprimono a favore della riduzione dei parlamentari sorge il dubbio che non siano obiettivi o che non siano così brillanti nella loro capacità di analisi logica?
Non ho sinora avuto il piacere di imbattermi in un argomento a favore della riduzione dei parlamentari che non sia stato sostenuto solo con slogan o con argomenti falsi, capziosi, illogici.
Questa volta è il turno di Roberto Perotti e Tito Boeri che su la Repubblica di ieri 11 agosto pubblicano un intervento a sostegno del SI alla riduzione dei parlamentari e offrono argomenti logici a sostegno del NO.
I due economisti Boeri e Perotti esordiscono ricordando che “da 40 anni si parla di tagliare il numero dei parlamentari”.
Evidentemente i due sono distratti da tanto tempo perché non è vero che da 40 anni si discute di ciò; da decenni si discute di modificare il bicameralismo, il procedimento legislativo, i poteri del presidente del consiglio e la ripartizione dei poteri tra Stato e Regioni … e in conseguenza di queste riforme si proponeva un ridimensionamento del numero dei parlamentari che mai in ogni caso giungeva a questo livello. Oggi si discute per la prima volta di riduzione “drastica” dei parlamentari lasciando invariato tutto il resto.
Il primo argomento di Boeri e Perotti è quindi respinto per evidente superficialità e pressapochismo.
Il secondo argomento riguarda il risparmio.
I due riconoscono che si tratta di un risparmio modesto, in sostanza pari a un cappuccino all’anno per italiano o a un caffè se si considerano i costi al netto delle imposte che ritornano nelle casse dello Stato e che quindi costi non sono, come dimostra Cottarelli. Quindi, Boeri e Perotti, confrontatevi con Cottarelli se vi piace fare i conti della serva, a me poco importa se i risparmi sono circa 80 milioni all’anno o 57 milioni all’anno, mi interessa che siano nettamente inferiori ai declamati 100 di cui blatera da un anno il M5S e che anche per voi, esimi Boeri e Perotti, si tatti di un risparmio “simbolico”.
Possiamo convenire che in politica i simboli contano, ma perché per ottenere un risparmio simbolico si tocca la Costituzione in uno dei suoi aspetti più delicati, la rappresentanza politica del popolo sovrano, e non si riducono le diarie parlamentari, le indennità e i contributi ai gruppi parlamentari che ammontano da soli a 55 milioni di euro all’anno?
Perché non ci spiegate le ragioni della ineluttabile necessità di tagliare i parlamentari modificando la Costituzione anziché modificare leggi ordinarie e ottenere lo stesso risparmio?
Cari Boeri e Perotti, se il Parlamento avesse deciso di ridurre del 30% i contributi ai gruppi parlamentari, le indennità parlamentari e gli altri benefit … il popolo, che come voi ricordate vive “nella recessione più grave del dopoguerra”, avrebbe gradito, anche perché i risultati sarebbero stati certi e immediati. La vostra esperienza come mai non vi conduce a interrogarvi sul perché non sia stata seguita questa strada per anni indicata agli elettori?
L’aver scelto la strada della riduzione dei rappresentanti del popolo sovrano, disinteressandosi di ogni aspetto relativo al pluralismo e del sistema elettorale, fa nascere il dubbio che il tema del risparmio sia solo fumo negli occhi per assecondare il qualunquismo e il risentimento distruttivo verso la classe politica poiché non si fa nulla per migliorarla.