Analizzare la riforma Costituzionale Boschi- Renzi è complesso perché tocca tanti punti. Nello sforzo di indicare alcune semplici ragioni e fornire gli elementi per una puntuale verifica con il testo della riforma, ecco 10 esemplificazioni per il mio NO fermo e convinto
1) La riforma non supera il bicameralismo
Tanti poteri al Senato che può bloccare la Camera in caso di differenti maggioranze politiche. I Senatori mantengono il potere legislativo pieno: art. 71, 1° comma
2) La riforma non produce semplificazione
Ben dieci diverse tipologie di iter legislativo (art. 70) che genereranno conflitti tra le Camere su quale debba essere l’iter corretto
3) Il Senato non rappresenta gli enti territoriali
I senatori, scelti da ciascun consiglio regionale con metodo proporzionale, non hanno un mandato politico e non rappresentano i Governi regionali.
4) La riforma non amplia e rafforza la rappresentatività
Il Senato non è eletto dai cittadini, ma interviene sulle leggi Costituzionali e nella elezione degli organi di garanzia. Un vulnus per la democrazia. Con la legge elettorale anche la gran parte dei deputati è eletta per volontà dei Partiti.
5) La riforma non è innovativa
E’ centralista, riconferma l’autonomia regionale ma introduce la Clausola di Supremazia dello Stato “quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale” (art. 117): praticamente SEMPRE.
6) La riforma non amplia le garanzie e i contrappesi
I diritti delle minoranze parlamentari dipenderanno dai regolamenti approvati dalla MAGGIORANZA formatasi con il premio elettorale. Le leggi di iniziativa popolare richiederanno 150.000 firme (e non più 50.000) e saranno discusse nei tempi, forme e limiti stabilite dai regolamenti parlamentari (art. 71)
7) La riforma è illogica e squilibrata
Il Senato è un organo legislativo che non rappresenta più la Nazione ma elegge organi di garanzia. Sono abolite le materie concorrenti ma ampliate quelle trasversali che causano conflitti tra Stato e Regioni. Il CAOS
8) La riforma non garantisce la sovranità popolare
Se la riforma si legge insieme alla legge elettorale emerge la concentrazione del potere tutta sul Partito che vince le elezioni senza garantire democrazia e trasparenza nella selezione dei candidati e nei processi decisionali.
9) La riforma non garantisce l’equilibrio tra i poteri dello Stato
Se la riforma si legge insieme alla legge elettorale si coglie la fusione del potere Legislativo con quello Esecutivo. Si vota per scegliere il partito di Governo e la Camera è ridotta a ufficio notarile del Governo. Formalmente resta una repubblica parlamentare ma sarà una repubblica a elezione diretta del partito di governo.
10) La riforma non rafforza la democrazia diretta
La democrazia diretta non è garantita da un insieme di norme che assicuri informazione ed effettiva possibilità di esercitare i diritti costituzionali.
Poi ci sono le questioni di metodo, ma questa è altra storia parallela.
Qui volesse approfondire trova QUI la Costituzione con a fronte il testo nuovo e vecchio
Grazie a IO VOTO NO