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Il Pasticcio De Luca

Una condanna di primo grado non impedisce di essere candidato.

Se la condanna è per determinati reati (come l’abuso di ufficio), se eletto sei sospeso dall’incarico elettivo. Ciò vale per le cariche elettive in comuni, province e regioni. Per il Parlamento serve la condanna definitiva per nel caso essere dichiarati decaduti o ineleggibili.

De Luca poteva essere candidato alla regione ed è stato candidato; è stato anche eletto e sarà sospeso.

Quando scatta la sospensione?

La legge non dice nulla. La sospensione è un accidente che la Severino non aveva contemplato in fase di elezione poiché confidava sul buon senso di un partito che non avrebbe candidato chi poi sarebbe stato sospeso. Quindi, la legge ha preso in considerazione il caso della condanna di primo grado nei confronti di chi ricopre già una carica: e la legge decide che va sospeso. Logica vuole, quindi,  che la sospensione scatti non appena l’incarico viene assunto, ovvero con la proclamazione degli eletti.

La legge, infatti, riguarda ogni consigliere e si viene sospesi dall’incarico elettivo, senza distinzioni in base alle funzioni dell’eletto.

Ma se De Luca fosse sospeso alla convalida del risultato elettorale, non si costituirebbe la Giunta e bisognerebbe tornare al voto. In tal modo, però, la sospensione diventerebbe decadenza.

Sebbene questa situazione fosse ampiamente prevista, non solo il maggior partito d’Italia si è cacciato in questo cul de sac candidando De Luca e sostenendolo, ma il legislatore non ha approntato alcuna norma per individuare un criterio che consentisse di sciogliere la matassa nel caso il predestinato alla sospensione fosse il candidato vincente a Presidente della Regione.

Che fare?

Avanza la tesi secondo cui De Luca dovrebbe essere sospeso dopo la formazione della giunta; soluzione che suona come un classico cavillo da azzeccagarbugli.

Lasciare che De Luca inizi a svolgere l’incarico, fino alla formazione della giunta, per poi sospenderlo, appare a tanti come una violazione della legge che non può essere giustificata dal semplice evento che De Luca è stato votato. Se candidi qualcuno è chiaro che crei le condizioni per eleggerlo e per l’elettore la sola presenza in lista è motivo sufficiente per ritenere che quel candidato sia votabile ed eleggibile. Non spetta all’elettore svolgere sottili analisi giuridiche ma al legislatore scrivere leggi lineari e chiare, tanto più che le candidature sono vagliate dagli organi di Partito.

E’ vero che per sospendere qualcuno occorre che costui assuma l’incarico da cui deve essere sospeso. E’ pur vero che De Luca si è candidato per svolgere la funzione di Presidente, ma se non fosse arrivato primo sarebbe diventato semplice Consigliere. Ed è pur vero che il Presidente della Regione è anche e prima Consigliere Regionale.
E’ altrettanto vero che la legge Severino non distingue tra le funzioni degli eletti ma interviene con la sospensione o la decadenza a prescindere dalla funzione svolta.

Quindi, De Luca dovrebbe già essere sospeso perché è già stato proclamato eletto… a un incarico, quale che sia, che non può al momento ricoprire.

La tesi secondo cui si debba attendere l’effettiva assunzione dell’incarico per il quale è stato votato inevitabilmente sembra la solita toppa per rimediare alla inefficienza legislativa e alla inaffidabilità dei Partiti che non sanno assumere comportamenti rigorosi, coerenti e trasparenti. La paura di non vincere in Campania ha indotto il PD a questo imperdonabile passo falso che getterà molto discredito sulla volontà riformatrice della gestione Renzi. Infatti, De Luca non intendeva mollare e se il PD non lo avesse candidato, avrebbe costituito una Lista De Luca…

Il bello è che lo stesso Partito, che non ha voluto evitare la candidatura di De Luca, che non ha voluto trovare una soluzione che non fosse una ennesima legge ad personam, ha appena voluto una nuova legge elettorale con la quale concede ai Partiti il diritto di nominare una gran parte di parlamentari e di decidere in modo opaco sulla candidatura degli altri tra cui gli elettori potranno esercitare qualche scampolo di diritto costituzionale a eleggere i propri rappresentanti.

E’ così che il PD dimostra di saper selezionare la classe dirigente?

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