Leggo Il buonismo che ci acceca di Piero Ostellino e resto sbigottito per il coacervo di pensieri anacronistici, antistorici e illiberali.
Se non esiste l’Islamismo moderato… forse non esistono il cattolicesimo moderato (e quello liberale è una evidente contraddizione in termini) e il conservatorismo moderato.
Siamo ancora fermi al “noi e loro”? Alla presunzione che ci sia una civiltà superiore a un’altra? E da che punto di vista? Prendendo a riferimento quale arco temporale?
Le culture e le civiltà sono il risultato di continui processi di contaminazioni… Cosa sarebbe la cultura europea senza l’apporto dell’antica Grecia e del mondo islamico che praticava la ricerca scientifica, filosofica, matematica… quando in Europa dominava l’oscurantismo più totale?
Non è forse ai Longobardi e ad altre popolazioni di “barbari” che dobbiamo il “rilancio” della cultura romana e cristiana? Sono loro che si sono appropriati della nostra civiltà, rielaborandola.
Ma come le culture si contaminano… anche il “male” si propaga con facilità ed estrema rapidità.
L’antisemitismo non è una creatura del mondo islamico, ma del mondo cristiano. O vogliamo negare la storia, caro Ostellino? Le ricorda qualcosa la dissoluzione dell’Impero Ottomano? Gli ebrei in quel mondo godevano di maggiore libertà, diritti e rispetto di quanti ne avessero nel mondo europeo. Poi visto che gli ebrei lì erano “tollerati” si favorisce la ri-nascita di uno stato ebraico in quelle terre in mezzo a un mondo islamico che è da ricomporre… ma esclusivamente a piacimento delle potenze vincitrici della prima guerra mondiale.
Frange del mondo islamico si allearono al nazismo hitleriano che tanto aveva a cuore la sorte degli ebrei… Saranno ancora una volta le potenze vincitrici della seconda guerra mondiale a decidere come dovevano riorganizzarsi quei territori e nel farlo difenderanno gli interessi coloniali dall’Africa al lontano Oriente. Algeria, Indocina, Congo, Libano… suggeriscono qualcosa?
Quando con il contributo determinante del totalitarismo della Ciesa Cattolica in Occidente si perseguitavano gli eretici, le presunte streghe, si bruciavano vivi i pensatori come Giordano Bruno… il mondo islamico era molto più tollerante, colto e progredito del mondo cristiano… usando gli stereotipi culturali di cui è intriso l’articolo di Ostellino.
Noi oggi siamo buoni, sembra trasparire dallo scritto di Ostellino, abbiamo affermato la separazione tra religione e politica… da tempo recente… con molte contraddizioni… “religione di stato” suggerisce qualcosa? e appena ieri veniva scomunicato il liberalismo e l’affermazione della libertà religiosa…
Vede Ostellino, una parte minoritaria del mondo islamico ritiene che l’Islam oggi versi in queste condizioni perché gli islamici sono stati buoni e tolleranti con “la gente del libro”… cristiani ed ebrei, mentre noi, che da sempre usiamo il “libro” come scudo e maschera, siamo forti e dominiamo il mondo perché non abbiamo esitato ad utilizzare la forza in modo brutale, anche tra fratelli cristiani, a sterminare intere popolazioni, a perseguitare ogni eretico, a imporre ogni sorta di dogmatismo e assolutismo anche culturale. Per l’Islam cristiani ed ebrei non sono “infedeli”, ma ovviamente esistono anche cristiani ed ebrei ingiusti e cattivi come esistono musulmani cattivi.
Forse loro ci emulano in quella pratica del “male” che abbiamo portato ai massimi livelli. E nell’ultimo attentato parigino ci sono più i segni delle nostre pratiche terroriste (da quello basco a quello brigatista) che non quelle islamiche.
Le guerre, le deportazioni, la schiavitù… sono sempre esistiti a ogni latitudine e longitudine non sono state “esportazioni” occidentali… ma noi “occidentali”, con la nostra superiorità tecnica, abbiamo praticato queste capacità distruttive portandole ai massimi livelli nel continente americano, in Africa… su tutta la palla terrestre che fino a ieri era in mano alle potenze coloniali e agli imperi… Poi cadde l’impero ottomano e anche quel mondo è caduto sotto le grinfie occidentali… Abbiamo qualche responsabilità nella diffusione del “male”, nella alimentazione di odio e risentimento… ?
Nel Corano troviamo l’invito alla tolleranza e al dialogo che in effetti hanno rappresentato la realtà della vita civile sotto il dominio islamico; basti pensare alla pacifica convivenza di musulmani, ebrei e cristiani in Andalusia o in Sicilia sotto il dominio islamico.
Non è il buonismo che ci acceca ma l’ottusità così ben rappresentata da Ostellino.
Non c’è dubbio che è in atto uno scontro tra due mondi. Le cause di questo scontro risiedono negli eventi storici recenti e lontani che hanno pesantemente condizionato le vite di tanti popoli. Non ci sono buoni e cattivi, ma diffuse responsabilità che non possono essere unilateralmente cancellate.
Occorre che tutte le parti in causa riescano a rielaborare il passato e affrontino il conflitto in essere rendendosi conto che ogni conflitto ha due valenze: scontro e opportunità. Se poniamo l’accento solo sullo scontro andiamo dritto verso una nuova ecatombe. Possiamo invece cogliere l’opportunità di ridefinire gli equilibri, i rapporti… per superare i risentimenti e l’odio, cogliendo le somiglianze e accettando le differenze perché… non è vero che un indio amazzonico sia meno “moderno” di noi.
Cos’è la modernità?
Noi siamo l’emblema della transitorietà, dell’effimero: affermiamo oggi il contrario di quanto ieri ci esaltava e infiammava. L’indio è moderno: è giunto al terzo millennio nonostante la nostra supponenza.
La criminalizzazione di una storia plurisecolare che coinvolge tanti milioni di persone è un atto di una stupidità inaudita che non ha nulla da invidiare alla criminalizzazione che parte del mondo islamico fa dell’occidente.
Eventi storici hanno condotto noi alla “modernità” prima di “loro”… e allora? Ci siamo arrivati attraverso un percorso tragico culminato con due guerre mondiali e con i totalitarismi più biechi e tragici che ci siamo solo ieri lasciati alle spalle con tante ferite che ancora sanguinano… e c’è ancora qualcuno che ha l’ardire di parlare di superiorità?
Occorre fare i conti con la civiltà umana che ha sempre considerato la vita altrui un bene di cui poter disporre a piacimento. Di questa civiltà siamo figli.
Abramo pronto a sgozzare Isacco perché la Voce così gli comanda.
Il terrorista, in nome di un ideale superiore, dispone della vita di persone innocenti.
Gli Stati hanno utilizzato milioni di persone come carne da macello in guerre assurde.
Le religioni in nome della Verità Rivelata hanno ucciso e massacrato.
L’idea antropologica che si possa disporre della vita altrui genera assassini, mostri. Con questo dobbiamo fare i conti.
No, nessuno ha il diritto di disporre della vita altrui. Solo così “la sacralità della vita” ha un senso e potrà essere difesa. Dobbiamo prendere atto che l’uomo è un “animale disadattato”, un pesce fuor d’acqua. Questa è la nostra natura.
Ciascun uomo nella propria forza distruttiva si sente con facilità simile a Dio che distrugge Sodoma e Gomorra, incurante del terrorizzato Abramo preoccupato per la possibile presenza di “giusti” in quelle città. Non è questa la percezione di Dio che serve all’umanità. Non è l’idea di una civiltà superiore alle altre che ci serve. Non è la distinzione tra “noi e loro” che ci serve.
Serve accettare finalmente l’idea che esiste una sola popolazione che si chiama umanità con tante differenze ma tutti con il diritto di esistere e poter sviluppare la propria personalità. Noi con i nostri fantastici tablet e le popolazioni amazzoniche con le loro freccette…
Ogni individuo deve giustamente essere inchiodato alle proprie responsabilità, ma se vogliamo che la società non diventi una giungla in cui prevalga la legge del più forte, della prevaricazione, della violenza, il teatro in cui sempre più numerosi sono gli spostati, gli psicopatici che terrorizzano e seminano tragedie, allora dovremo valorizzare gli attrezzi culturali di cui disponiamo non per liberarci dal “male”, ma per dotarci di anticorpi che consentano di limitare i danni.
L’essere umano è l’unico animale capace di amare, progettare, creare. Solo valorizzando queste capacità a noi specifiche potremo tacitare l’istinto violento e sanguinario che emerge talvolta anche in miti persone appena diventano branco.
La capacità di amare, che significa anche rispetto e ascolto.
La capacità di dare attenzione, che è la prima forma di giustizia per una comunità.
La cultura della legalità.
Sono le risorse che ci consentono sempre di trovare risposte efficaci ai conflitti senza ricorrere alla violenza, che è sempre una scorciatoia che presto o tardi si rivelerà illusoria, ovvero mai risolutiva di un problema.
Per riuscire in questa impresa dobbiamo fare i conti con i nostri tabù e le nostre istituzioni politiche, civili e anche religiose. Tutte hanno un pesante bilancio fallimentare.