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Antipolitica patologia eversiva

napolitano linceiIl 10 dicembre 2014, all’Accademia dei Lincei, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha pronunciato un denso discorso in cui un passaggio in particolare ha destato molte critiche.

Afferma il Presidente: “Ma così la critica della politica e dei partiti, preziosa e feconda nel suo rigore, purché non priva di obbiettività, senso della misura, capacità di distinguere ed esprimere giudizi differenziati, è degenerata in anti-politica, cioè, lo ripeto, in patologia eversiva”.

L’antipolitica è una patologia eversiva?

Non sono d’accordo, Presidente.

Il sentimento di disprezzo nei confronti dei Partiti e di generale criminalizzazione che si traduce nel banale “siete tutti ladri” è sempre esistito e sempre esisterà. Ma se da sentimento marginale è divenuto quasi dominante non è per colpa di coloro che sono ingiustamente definiti alfieri dell’antipolitica (per essere chiari, il M5S, i forconi…), ma per colpa ed esclusiva responsabilità dei Partiti che hanno occupato lo Stato e le Istituzioni, come giustamente osservò Enrico Berlinguer nel lontano 1981. 

A essere eversivo, rispetto alla Costituzione e alle regole della democrazia rappresentativa, a voler ben guardare, è il Parlamento, che non rappresenta il popolo sovrano ma i Partiti.
Sono i Partiti che scelgono i parlamentari e questi, in modo opaco, scelgono le persone di loro fiducia da collocare in ogni anfratto della società civile controllato dai Partiti.

Eversivo è che un organo extra-parlamentare, come la direzione di un Partito, ottenga le dimissioni di un Governo senza che quel Governo, che da poco aveva avuto confermata la fiducia, sia sfiduciato dal Parlamento. Mi riferisco alla misera fine del governo Letta. Chi e cosa rappresentava quel governo? Gli interessi della Nazione o il primo azionista della maggioranza? Dovevano essere i costituzionali Gruppi parlamentari a sfiduciare quel Governo e bisognava verificare che il Governo si dimettesse perché aveva perduto la fiducia del parlamento e non per obbedienza al proprio partito.

Tutto questo, se non eversivo, è una evidente forzatura del sistema che vollero i nostri Costituenti.

Eversivo è che ancora l’articolo 49 della Costituzione non sia attuato. E questa è una responsabilità precisa dei partiti che occupano le Istituzioni. Partiti che non agiscono con metodo democratico e in cui i processi decisionali e la selezione del personale politico è sempre avvolto dalle nebbie.

Eversivo è che non avvenga una elaborazione interna a ciascun partito per poi confrontarsi con gli altri, ma due persone concludano un “patto del Nazareno” che poi impongono ai rispettivi partiti, uno in stato comatoso per l’anno politico che aveva vissuto, l’altro padronale al punto che mai è stato consultato su quel patto. Il ministro Boschi così si esprime in riferimento a quel patto: “Ogni modifica alla riforma costituzionale va concordata preventivamente con Forza Italia. Ci deve essere l’assenso di tutti i contraenti del patto”.

Allora, ricordiamo di cosa si tratta e rinfreschiamo la memoria al ministro Boschi ricordandole che non c’è stato alcun accordo con Forza Italia ma solo con Berlusconi.

Il 18 gennaio 2014 il neo-segretario Renzi incontra Silvio Berlusconi. Entrambi sono accompagnati da un fido scudiero.
I due trovano una profonda sintonia e si accordano su un canovaccio di riforme per la legge elettorale, il Titolo V della Costituzione, il superamento del bicameralismo
Questi temi facevano parte del programma renziano ma non c’era stato alcun approfondimento e alcuna condivisione nel partito su come realizzare questi obiettivi.
Renzi decide e si accorda con Berlusconi. Due giorni dopo presenta l’accordo alla direzione del partito che a maggioranza approva. Poteva la direzione del PD sconfessare il proprio segretario appena eletto? Dopo un anno di travaglio passato dal PD?
Non c’erano alternative.
In Forza Italia il patto non è stato nemmeno sottoposto al voto del partito.

Se due persone decidono tutto e agli altri resta solo il compito ingrato di approvare e al più ragionare sui dettagli… mi spiegate perché tenere in piedi una baracca che si chiama Parlamento?
Mi spiegate in cosa consiste la democrazia?
Questo sarebbe il ruolo dei Partiti pensato dai Costituenti e il ruolo del Parlamento?

Caro Presidente, in scienza della politica questo sistema si definisce oligarchia partitocratica.

Chi volete libero Gesù o Barabba? La folla scelse… ma fu democrazia?

Noi della democrazia conserviamo solo il rito del voto, purtroppo ridotto a ipocrita liturgia esteriore.

Non era eversivo il presidente del Senato, Cesare Merzagora, quando nel 1960 tuonava contro la deriva partitocratica. Non erano eversori Calamandrei, Mortati, Maranini, Bozzi… tutti concordi nel ritenere necessaria una disciplina legale dei partiti di cui ancora non c’è traccia, cosicché Totò Riina potrebbe fondare un partito e divenirne Presidente.

È responsabilità dei Partiti che occupano le Istituzioni se quel soggetto politico, additato come massimo esponente dell’antipolitica, può chiedere il voto agli italiani, invocando una vaga democrazia della rete, su un simbolo che appartiene a una persona/società. Come chiedere il voto sul logo della Coca Cola.

Signor Presidente, l’antipolitica è rappresentata e alimentata dai Partiti che occupano le Istituzioni e lo Stato.

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