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Corrotti, ingenui e paraculi

prescrizioneLa corruzione è una costante in Italia da molti decenni. Credo non ci sia opera pubblica o emergenza che non abbia avuto un risvolto giudiziario di tangenti, appalti comprati e truccati, infiltrazioni malavitose…

Così avveniva prima di “mani pulite”, la tangentopoli di inizio anni ’90 del secolo corso, coì succede anche dopo e sino ai nostri giorni, come ci testimoniano i casi Expo, Mose, ma potremmo parlare del terremoto dell’Abruzzo e degli scandali “Grandi Eventi”.

Cambiano le occasioni, ma il copione è sempre lo stesso: politici nazionali e locali, amministratori di società pubbliche, faccendieri scelti come consulenti da politici e amministratori pubblici, magistrati e altri “servitori dello Stato” al servizio di ben altri interessi… e la mazzetta non manca mai!

Tutto quel che è successo un tempo potrebbe ripetersi e infatti si ripete. Potrebbe ripetersi un caso Poggiolini, con i suoi puff imbottiti di oro e banconote, potrebbe ripetersi una nuova maxi-tangente stile Enimont e la sistematica associazione a delinquere tra politici, amministratori pubblici e imprenditori al fine di perpetuare nel tempo la rapina di denaro pubblico.

Aldilà delle responsabilità individuali che andranno accertate, non ci sono dubbi sulla responsabilità politica e quindi del sistema dei partiti.

corruzioneIn questi ultimi due decenni la politica non ha fatto nulla per frenare la corruzione e contrastare le sistematiche infiltrazioni malavitose. Qualche volta ha agito con timidezza a livello legislativo, la legge Severino per esempio, ma mai ha agito sulle cause che favoriscono il dilagare della corruzione.

Quel che è successo si ripete e si ripeterà perché la governance italiana è rimasta quella di sempre, vale a dire caratterizzata da assenza di trasparenza, opacità nelle nomine pubbliche, opacità nella scelta dei candidati, opacità nella “nomina” dei parlamentari, inefficienza atavica del sistema giudiziario e burocratico.

Ieri come oggi “I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali. (…) Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vorrebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le “operazioni” che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito o della corrente o del clan cui si deve la carica. Un credito bancario viene concesso se è utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata, se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi, anche quando si tratta soltanto di riconoscimenti dovuti”, affermava Enrico Berlinguer nel lontano luglio 1981.

Eppure ancora oggi, dobbiamo sorbirci le lapalissiane banalità, contigue alla sfera dell’idiozia dostoevskijana, di coloro che affermano che il problema sono i ladri e non le regole che ci sono (Matteo Renzi)  o coloro che affermano che la nuova generazione non ha nulla da spartire con questi metodi che appartengono alla vecchia politica (Simona Bonafé, Alessandra Moretti). Ecco per esempio la recente intervista rilasciata da Simona Bonafé a la Repubblica Chi sbaglia deve pagare ma il partito oggi ha cambiato pelle o quanto dichiarato da Alessandra Moretti a la Stampa Nel PD c’è discontinuità. Noi abbiamo un’altra etica

Anche a un bambino risulta evidente che non è una questione generazionale. Anche i “vecchi”, che loro hanno forse rottamato o “incorporato”, sono stati giovani, e la storia repubblicana si può dire che è strutturalmente fondata sulla corruzione, essendo la corruzione una costante che non ha mai abbandonato la Repubblica italiana.

Anche a un bambino risulta evidente che non è una questione di cambiare pelle. Cosa ci garantisce che la vecchia pelle non sia prima o poi indossata da qualcuno di questi promettenti giovani o da altri ai quali prima o poi lasceranno il posto?

Leggo in queste dichiarazioni, inconsistenti e banali, prive di consapevolezza e percezione della realtà, lo stesso cretinismo progettuale della Lega dei primi anni: urlavano Roma è ladrona e la ricetta consisteva nel federalismo o nell’indipendenza in una delle mille salse in cui è stata evocata. Peccato che si trattava di comprendere cosa avesse consentito la degenerazione del centralismo statale in una realtà sistematicamente fondata sulle ruberie e gli sperperi per rimuovere quelle cause; diversamente si rischiava di portare in periferia gli stessi metodi gestionali e amministrativi che avevano reso Roma ladrona. Infatti così è stato e le potenti Regioni di oggi sono una moltiplicazione delle ruberie dello Stato centralista: è stato decentrato il furto e la corruzione.

Certamente come afferma Renzi, il problema sono i ladri: non c’è furto senza un ladro, ça va sans dire; ma siamo sicuri che le regole vadano bene e siano efficaci?

Le regole, talvolta, sembrano costruite per favorire i criminali o essere criminogene.

Se le regole stabiliscono che a ogni gruppo consiliare regionale saranno assegnati in automatico fondi pubblici per attività politiche non meglio definite e preventivamente individuate e inoltre le regole prevedono che un “gruppo” può essere costituito da un solo consigliere… forse queste regole sono state pensate per favorire l’utilizzo improprio dei fondi pubblici o a pensarle sono stati onesti idioti, di cui non abbiamo bisogno. Sia come sia, chiunque non abbia denunciato una simile imbecillità normativa è un onesto inutile idiota o un complice dei corrotti.

Se le regole prevedono la prescrizione in tempi brevi per reati gravissimi a danno della collettività e delle future generazioni e in più si mette in piedi – anche con la complicità dell’ordine giudiziario – un sistema processuale lento e inefficace… ovvio che si creano condizioni attraenti per delinquere, data l’alta probabilità di farla franca; viene meno persino il valore di deterrenza della pena.

Non esiste alcun impedimento giuridico e/o costituzionale per allungare i tempi di prescrizione per i reati di corruzione, o addirittura eliminare la previsione di prescrizione per corruzione e concussione. Eppure il timido e impetuoso governo Renzi rinvia a un improbabile tavolo forense…

Certo, se le persone fossero tutte intimamente oneste non si farebbero travolgere dalle famigerate occasioni che rendono l’uomo ladro e se mia nonna avesse le ruote sarebbe… una carriola!

Il problema sono i ladri, infatti ci sono le leggi, le forze dell’ordine, i tribunali e le carceri… ma il problema sono anche le regole che possono prevenire o favorire e incentivare comportamenti criminali.

Un sistema istituzionale basato su criteri opachi di selezione e cooptazione delle persone favorisce oggettivamente la proliferazione della corruzione e la sistematica infiltrazione malavitosa.

I partiti scelgono le persone senza trasparenza; affidano a queste persone compiti istituzionali. Queste persone sono spesso scelte perché portano consensi. E i consensi possono esserci per le qualità della persona o per gli interessi che queste persone rappresentano. In ogni caso, i consensi sono dati al partito e non alla persona. Quindi anche le persone oneste e capaci, che accettano di candidarsi in partiti dalla pratiche selettive opache, rischiano di essere complici di in sistema corrotto.

Con questo sistema di reclutamento dei consensi si favoriscono coloro che sono espressione di comitati d’affari, dove ogni componente del comitato sarà in grado di convogliare un determinato pacchetto di voti verso un partito. Così, una schiera di locali comitati d’affari possono di fatto condizionare un partito e la vita politica nazionale.

Se non si parte dal rinnovamento dei partiti avremo perso ogni battaglia contro la corruzione.

Invece, anche questa nuova generazione ciancia di cambiamento di pelle, di giovani che non hanno nulla da spartire con i vecchi metodi, di semplice problema di ladri… Attenzione, la fine di Craxi coincise con l’aver affermato che si trattava solo di “qualche mariuolo”.

Anche in politica l’onestà è un pre-requisito, ma non basta essere onesti se non si ha capacità di analisi e di intervento.

corruzione2Il primo motore della corruzione è rappresentato dai Partiti, organismi opachi, semplici associazioni private, che selezionano e impongono le persone da collocare in Parlamento, negli Enti locali, nelle aziende pubbliche, nei consorzi, nelle ridicole Authority indipendenti (che indipendenti non sono dal momento che in tutto dipendono dalla Politica, ovvero dai partiti), nelle ASL e ovunque ci sia denaro pubblico da gestire.

Non esiste alcuna possibilità di combattere la corruzione se non si attua una profonda riforma dei partiti politici.

Ignorare questa evidenza significa essere ingenui o …paraculi.

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