Io sono il nuovo, io sono il cambiamento, io sono Matteo Renzi.
TV e giornali arrancano affannosamente nel tentativo di raccontare Renzi e il suo progetto di governo, ma non stanno al passo.
Ha detto, non ha detto, nemmeno un cenno… Renzi non si racconta con quel che ha detto o non ha detto.
Renzi è oltre le parole. L’unico dato che conta, al momento, è verificare se ha avuto la fiducia o se c’è stato un colpo di scena e la fiducia è stata negata.
Il resto non conta, è il nulla perché dai pugni in tasca siamo passati alle mani in tasca.
Irrilevante ciò che lui ha detto al Senato e cosa dirà alla Camera; irrilevante cosa hanno detto e diranno senatori e deputati. Devono solo decidere se concedergli la fiducia o non concederla; concederla a lui, a Renzi… e nulla più.
Renzi al senato e alla Camera… perché deve e lì lo hanno mandato… diverso e uguale a un altro leader che è stato mandato ma fosse stato per lui non sarebbe andato a consulto… Consulto su che? di che? perché?
Devo fare un discorso “programmatico”? Lo faccio, ma potete non darmi la fiducia?
Prego, si accomodi… dice il Parlamento tra recite e cerimonie perché in realtà non ha alternativa dal momento che nessuno, M5S a parte, in questo momento vuole assumersi il rischio di elezioni che, con il proporzionale secco, replicherebbero con molta probabilità la situazione esistente.
Renzi potrà essere valutato solo sui fatti, sui risultati, perché le parole sono state svuotate di ogni significato.
E i fatti, se ci saranno, porteranno il PD a decidere se divenire renziano al 100% o frantumarsi e se i fatti non saranno all’altezza di Renzi… sarà il PD a fallire senza appello.
Potranno i soci di minoranza alleati con Renzi lavorare per il suo successo decretando la propria morte o marginalità?
Signori giornalisti, state sereni e attrezzatevi per raccontare i fatti, non le parole.
Se l’informazione farà ciò, renderà un servizio perché sarà aderente ai fatti e non alle parole spese per raccontare fantasie che si raccontano da sole e riforme da riformare… diversamente rischiamo di fare la declinazione di Italicus,
Italici
Italico
Italicum
Italico
Italice ma nel genere neutro fa ancora Italicum
Italicum, vocativo di Italicus… che tragedia!
Appunti per la nuova fenomenologia renziana.