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Battiato e le troie parlamentari

battonaA distanza di giorni non si placa la polemica sulle affermazioni di Battiato riguardo all’inaccettabile presenza di troie in Parlamento. Troie che sarebbero pronte a tutto, ma  non si comprende in cosa consista questo tutto. Su internet, tra blog e social network, si sprecano le manifestazioni di consenso e solidarietà a Battiato.

Francamente, sembra smarrita la capacità di analisi e di riflessione. Su tutto sembra trionfare il totalizzatore di “mi piace” o l’istigazione a sopprimere l’intelligenza.

Ammesso che un gruppo di valchirie assetate di sesso sia o sia stato presente in Parlamento,  è a questo gruppo addebitabile la pessima qualità del lavoro parlamentare? Sono loro che hanno corrotto il Parlamento? Senza di loro i colleghi avrebbero svolto un buon lavoro? Considerato il pessimo lavoro parlamentare di questi ultimi decenni, è sempre stata la presenza di insaziabili signore la causa? O prima era dovuto ad altro?

E’ troppo chiedere chi sono i responsabili della presenza in Parlamento di queste lussuriose signore? Non le abbiamo scelte noi elettori, ma sono state scelte dalle segreterie dei Partiti. Perché?

Se è criticabile che una donna utilizzi il proprio corpo per denaro o per conquistare un posto al sole, è certamente inaccettabile che qualcuno prometta un posto in parlamento in cambio dell’uso di quel corpo. In definitiva la gentile signora mette in gioco ciò che è suo, dispone di sé. Chi regala una poltrona parlamentare dispone di qualcosa che non gli appartiene. Come diceva Ricucci: “Facile fare i froci cor culo dei altri!” 

meretricioCriticare il Parlamento per la discutibile presenza di discutibili signore suona come una assoluzione del sistema politico che quella presenza ha reso possibile. Suona come una inaccettabile critica maschilista. Poveri maschietti parlamentari turbati e corrotti da libidinose femmine che traviano dai compiti istituzionali! Suvvia, un po’ di serietà.

Capisco che è un facile bersaglio prendersela con qualche signora, non proprio superdotata politicamente, ma davvero queste presenze sono più rovinose dei tanti Lusi, Razzi, De Gregorio…? L’elenco potrebbe proseguire.

Aldilà dello schierarsi e dividersi in tifoserie urlanti, sarebbe forse opportuno imparare a guardare ai problemi e non ai prodotti dei problemi.

Il problema è che una ristretta oligarchia sceglie coloro che devono andare in Parlamento mentre noi elettori con il nostro voto possiamo solo contribuire a determinare il numero dei soldatini che servirà ogni oligarca. Questo è il problema, il resto sono solo puttanate o canzonette.

6 thoughts on “Battiato e le troie parlamentari

  1. (…Come disse Achille nel reclutare le sue truppe: «O SIETE FIGLI DI SPARTA, O SIETE FIGLI DI TROIA!»)

    E’ interessante osservare che quando si sentono toccati sul vivo i nostri “rappresentanti” dimenticano tutte le loro piccole divergenze politiche.
    Guardali lì: tutti uniti e solidali contro l’attentatore, alla faccia delle divisioni partitiche.
    Vediamo di rimetterli un po’ al loro posticino.

    Considerazione 1:
    In primis, mi ha sorpreso la rettifica di Battiato, che si è sentito in dovere di precisare che le sue osservazioni “erano rivolte ai rappresentanti del precedente governo”. (Ma dai, Franco…Non lo sapevi che un mese fa si sono svolte le elezioni politiche? Questo è un dietro-front in perfetto stile “Sono stato frainteso dalla stampa comunista, mi consenta!”)

    Considerazione 2:
    Da tutto il mondo politico giunge un coro di voci indignate per l’uso dell’epiteto “troie”.
    Va ricordato a questi signori che quella della “troia” è una professione dignitosa quanto un’altra, e soltanto i pregiudizi culturali gli attribuiscono un’accezione negativa.
    Infatti, a seconda dei tempi e dei luoghi, il mercimonio può anche essere considerato una professione nobile, tutelata e di riconosciuta utilità sociale.
    Semmai, ci sarebbe da indignarsi per l’ipocrisia di certe leggi che, in nome di un vago pregiudizio pseudo-moralistico, regalano il monopolio della Prostituzione a sfruttatori senza scrupoli.

    Considerazione 3:
    Non ci voleva un genio per comprendere che Battiato ha utilizzato il termine “troie” in senso lato, sottintendendo anche la categoria MASCHILE di quei politici che si vendono in cambio di vantaggi materiali.
    In tal senso, nessuno può negare la spudorata troiaggine imperante in Parlamento (l’elenco di episodi è lungo; uno per tutti, basti pensare alla “troia” SERGIO DE GREGORIO, comprato per trenta denari per cambiare casacca e far cadere un governo. Come definire uno che si comporta così? Forse “un integerrimo”?)

    Considerazione 4:
    Battiato ha solo constatato una semplice verità, sotto gli occhi di chiunque non abbia un paio di prosciutti al posto degli occhiali.
    Risultato: coro di reazioni scandalizzate, richieste di scuse pubbliche e dimissioni imposte. Come dire: “Nessun altro si azzardi mai più a rilevare in pubblico gli evidenti difetti della politica italiana, altrimenti gli facciamo fare la stessa fine di Battiato!”. Bel messaggino, complimenti. Fa piacere constatare la capacità della nostra amata classe politica di accettare le critiche.
    Insomma, i parlamentari possono liberamente vendersi come troie, ma nessuno deve permettersi di farlo notare. Alè!

    Considerazione 5:
    Ammettiamo pure che Battiato avesse ingiustamente offeso degli onestissimi politici…ma ciò non toglie che il Parlamento è comunque pieno di figuri NON ELETTI (n.b.) che ne hanno fatte di cotte e di crude; addirittura ci sono tizi condannati a 9 anni per mafia(!), ma contro di loro non si leva nessuna voce indignata.
    Insomma, trovarsi seduti in Parlamento di fianco a mafiosi, corrotti e inquisiti è una cosa assolutamente “normale”…ma se qualcuno osa dire che i parlamentari si vendono, allora è un’offesa intollerabile che richiede la gogna pubblica e l’ostracismo politico per l’incauto commentatore.
    Dov’è il senso della misura in tutto questo, cari Boldrini/Fornero/Santanché & compagnia sdegnata? E CHI è che offende le istituzioni: colui che abusa della propria carica istituzionale per vendersi come una troia, o colui che semplicemente rileva questo fatto?

    Conclusione:
    Battiato ha sicuramente sbagliato: chiamare “troie” questi personaggi è offendere la categoria delle troie.

    R.

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    • Lieto di leggere ancora un tuo commento, Ronin.
      Questa è una osservazione pertinente.
      I rappresentanti dei partiti possono dirsi di tutto ma non accettano critiche da estranei alla corporazione.
      Si tratta di un riflesso condizionato.
      Se noti, appena uno “straniero” fa una critica all’Italia o a un italiano subito tutti partono lancia in testa.
      Mah!
      In questo caso, mi sembra ingeneroso prendersela con un gruppo di signore politicamente poco dotate, considerato quel che per decenni la oligarchia maschile ha combinato.
      Deludente poi, più della sparata in sé, il tentativo di spiegare cosa voleva dire: la classica pezza che è peggio del buco oppure si era spiegato decisamente male.

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      • “I rappresentanti dei partiti possono dirsi di tutto ma non accettano critiche da estranei alla corporazione.”

        Sintesi perfetta. Ormai pretendono anche l’esclusiva delle critiche a se stessi. (Insomma…sia il bene che il male è tutto cosa nostra, come nelle migliori tradizioni mafiose.)
        —–
        Quanto a Battiato: è vero, doveva stare più attento alla scelta delle parole…però va detto che, in quell’occasione, aveva tenuto un discorso di 1 ora e mezza parlando di tutt’altro.
        Insomma, quella delle “Troie in parlamento” era solo una irrilevante osservazione en passant…ma chissà perché i media si sono avventati UNICAMENTE su quella, come avvoltoi a caccia di prede da spolpare (siamo seri: è ragionevole credere che NON sapessero il can-can che ne sarebbe scaturito?)

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      • OK, OK ma nessuno può essere così ingenuo da non sapere che quella frase sarebbe diventata la sintesi del suo intervento… che in Italia sarebbe passato totalmente in silenzio. Sarei troppo malizioso se dicessi che lui ha pronunciato quella frase consapevole di raccogliere applausi dall’auditorio?

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    • Pur considerando la pessima qualità del personale politico, a mio avviso occorre accuratamente evitare le critiche che si appuntano su aspetti esteriori e quasi folcloristici, soprattutto se è possibile leggerli in chiave sessista.
      Domina in ogni luogo, istituzioni comprese, la banalità e la mancanza di pensiero critico: non serve alimentare questi elementi deleteri.
      Una critica alla classe politica può essere feroce senza ricorrere alla banalità della “troia disposta a tutto”.
      Basta fare un giro per blog e social network per rendersi conto che il termine “troia” è stato assunto nella sua letteralità e non come metafora, dimenticando che qualcuno ha venduto se stesso perché altri hanno venduto ciò che appartiene a tutti. Fuorviante quindi preoccuparsi del troiame e non dei procacciatori di troiame.

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  2. Pingback: Italicum, miglior compromesso? | macosamidicimai

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