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Bancarotta europea

eurss-unione-europea-delle-repubbliche-social-L-K5hSomIl caso Cipro ci dimostra ancora una volta l’inadeguatezza dell’architettura istituzionale europea e l’inaffidabilità di una oligarchia burocratica che, senza dover rendere conto a nessuno, fa e disfa a proprio piacimento con la complicità delle nazionali squadre politiche. La classe dirigente di ogni Stato azionista dell’UE è indissolubilmente ma stupidamente legato agli  interessi dello Stato che malamente rappresenta. Proiettare sulla scena europea l’interesse nazionale significa andare verso la morte. L’incapacità di dare vita al progetto europeo, la mancanza di coraggio e lungimiranza, la cretineria con cui si asseconda la cosiddetta opinione pubblica, specchio della mediocrità della classe dirigente, ci stanno portando verso il baratro distruggendo in poco tempo un progetto culturale e politico di grandissimo respiro e ancora dalle enormi potenzialità, purtroppo inespresse.

Vediamo in sintesi cosa apprendiamo dal “caso Cipro”.

1)     Se affidi i tuoi risparmi a una banca e questa li gestisce male, rischi di perdere parte o tutti i tuoi risparmi perché sei colpevole di “incauto affidamento” come se tu avessi affidato un’automobile a un bambino.

2)    I poteri di controllo e le autorità di vigilanza dovrebbero tutelare i cittadini ma, i colpevoli di omesso controllo sono i cittadini, ovvero coloro che dovrebbero essere tutelati dai poteri di controllo.

3)    I risultati negativi di azzardo, speculazione, cattiva gestione, di cui si rendono colpevoli le istituzioni bancarie e finanziarie, sono addebitati ai cittadini.

4)    La vita di un cittadino è un file che può essere modificato dagli apparati statali con assoluta discrezionalità. Pensate quanto sarebbe facile disporre della ricchezza monetaria dei cittadini se ci fosse solo il denaro elettronico.

I fatti. Le banche cipriote sono indebitate all’inverosimile. Con chi? Con altre banche, in gran parte europee. Come mai? C’è stata una gara a finanziare l’ipertrofico sistema bancario cipriota, utile per disporre in piena area euro di un centro finanziario offshore. La gestione di ingenti capitali in queste condizioni ha generato grandi perdite, anche per le ripercussioni della pessima gestione della crisi greca.

Chi sono i responsabili? Le banche cipriote sono certamente responsabili. Come lo sono la banca centrale cipriota che avrebbe dovuto vigilare, le banche estere che avrebbero dovuto valutare i rischi nel concedere credito, la banca centrale europea e l’UE per omesso controllo. Se si fanno investimenti e questi vanno male, sono gli investitori che ci rimettono, solitamente. Chi concede credito esprime la propria valutazione del rischio con un tasso d’interesse e se valuta troppo rischioso concedere credito, semplicemente non lo concede. Semplice e lineare. Invece di trovare una soluzione interna alle banche e ai responsabili di questo stato di cose, la soluzione geniale, semplice e pulita è rapinare i conti correnti.

Perché un europeo dovrebbe tenere i soldi in banca? Cosa dobbiamo attenderci per il nostro prossimo futuro?

Noi abbiamo sbagliato e voi pagate. Voi chi? Coloro che hanno depositato i soldi presso banche cattive e inaffidabili; potenzialmente tutti, concretamente tutti i cittadini europei che in misura diversa saranno chiamati a contribuire alla ristrutturazione del debito cipriota per salvaguardare le banche che hanno, per incapacità o complicità, creato colossali perdite.

La manovra di affondamento di Cipro,  presentata come salvataggio secondo la regola aurea “ti picchio ma lo faccio per il tuo bene”, provocherà l’esplosione del debito pubblico cipriota, la fuga dei capitali verso altri paesi ritenuti più sicuri, la recessione dell’economia cipriota, altre misure di austerità, altri prelievi forzosi. Contemporaneamente, da Italia, Spagna, Portogallo partirà un flusso di capitali verso paesi ritenuti più sicuri.

Cipro ha preferito la nota sofferenza  della permanenza nell’euro invece di affrontare l’ignoto per risolvere i problemi. Ma la strada scelta è evidentemente inefficace e fallimentare.

Già si avvertono i segnali dell’incombente stupidità europea quando arrivano gli avvertimenti dei soliti “cretini istruiti” che vorrebbero frenare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle aziende che attendono una boccata di ossigeno. Ma siamo matti? Pagare i debiti “renderebbe per l’Italia più difficile la chiusura della procedura per deficit eccessivo aperta a Bruxelles”? Siamo all’istigazione a delinquere!

Se non diamo vita immediatamente agli Stati Uniti d’Europa a breve sarà bancarotta. Il  prossimo a cui toccherà la sorte di Cipro dovrà avere il coraggio di affrontare l’abisso dell’uscita dall’euro e dall’Europa perché questa Europa balorda e inetta non serve.

One thought on “Bancarotta europea

  1. Pingback: L’euro e il deficit politico | macosamidicimai

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